Il vicolo della piccola pensione che ci ha ospitato al Puerto di Santa Maria è silenzioso. Carichiamo le borse con la consapevolezza che il viaggio sta terminando.
Siamo arrivati stanchi alla fine…anche un po’ ammaccati. Qualche vescica, le gambe stanche, gli spostamenti lunghi che abbiamo davanti non aiutano ma Siviglia…beh Siviglia fa eccezione. Abbiamo molte aspettative e speriamo di non rimanere delusi.
Cosa ci sta succedendo…
Sta succedendo che 18 giorni nella stessa regione sono tanti, forse troppi e che, al di là degli aspetti naturali, le similitudini tra le città sono molte, forse troppe. Abbiamo bisogno di variare anche perchè abbiamo passato i primi 13 giorni a correre come dei matti. 13-16 Km al giorno in ogni direzione, mangiando quel che si trovava, dove si trovava, tornando in albergo a volte solo per dormire. Altre volte solo per una doccia e via. È naturale esser stanchi. Intendiamoci, siamo ancora carichi ma sappiamo che il viaggio è quasi alla fine e…va bene così. Questa vacanza ha, inoltre, delle connessioni personali. Vi avevo accennato al legame tra Laura e Malaga, così come io ho un legame speciale con Siviglia e questo legame, spesso, rende le cose più intense…ma anche più difficili. Ad ogni modo veniamo al viaggio.
La partenza
Partiamo di buon mattino (senza esagerare) perchè la strada non è lunga: senza autostrade e senza pedaggi si tratta di circa 2 ore. La temperatura è mite e guidare è più semplice rispetto la sera. Gli spagnoli, in questa parte della nazione, sono molto meno puliti alla guida. Tendono a buttarsi dentro le rotonde senza dare la precedenza, tendono a fare sorpassi azzardati, insomma sono meno “tedeschi” rispetto quelli del nord. Anche i limiti di velocità (che ricordo qui arrivano al massimo fino a 120 Km/h) sembrano un’utopia.
Siviglia
“A Siviglia non s’invecchia. È una città in cui si sfuma la vita in un sorriso continuo, senz’altro pensiero che di godersi il bel cielo, le belle casine, i giardinetti voluttuosi.” – Edmondo De Amicis
Ho aspettato questa meta per tutto il viaggio. Ho aspettato questa città con il cuore in gola, per mostrare la sua bellezza a Laura e rispolverarla nella mia memoria. La Siviglia che ho nei ricordi non esiste più ma, in compenso, alcune cose sono rimaste meravigliose come sempre:
Plaza de España è meravigliosa come la ricordavo. Imponente si apre ai turisti con un tripudio di dettagli e di raffinatezze. Dal pavimento curato, al colonnato dei ponti a quello che sostiene le arcate. Impossibile non amare una piazza così tanto affascinante.
La Cattedrale di Siviglia ci ha letteralmente lasciati senza fiato. Dal punto di vista architettonico ha una tale complessità che non riuscirete ad inquadrare tutti gli elementi all’interno dell’obiettivo di una macchina fotografica. Non c’è niente da fare. È qualcosa che faccio fatica a descrivervi. Dai soffitti altissimi alle pareti completamente coperte di opere d’arte, di sculture, di dettagli anche minuscoli. Un pomeriggio non è sufficiente per apprezzare le infinite ricchezze culturali e le numerose stanze che la compongono.
La Chiesa della Macarena che non è dove si balla ma è riferita alla Madonna della Macarena, è un luogo meraviglioso, quasi inaspettato. Siamo lontani dal barocco carico benchè i soffitti siano affrescati con colori vivaci e pitture sacre degne di una cattedrale. Massimiliano, che ci ha consigliato questo luogo, ha tutta la nostra gratitudine.
Il Metropol, una struttura moderna in acciaio che protegge dal sole, ci ha colti un po’ di sorpresa. Si staglia tra palazzi più o meno tipici, con una ventata di moderno per regalare qualche spiazzo d’ombra. In realtà al suo interno (nel piano terra) accoglie un mercato e, nel seminterrato, rovine romane perfettamente conservate e illuminate in uno spazio etereo e veramente gradevole da vedere.
La chiesa del Salvatore, gemellata con la cattedrale (con un biglietto si possono visitare entrambe anche ad un giorno di distanza), regala un barocco più classico e carico. Notevolmente bella, è stata un punto interrogativo di curiosità da quando eravamo arrivati a Siviglia.
Potrei parlarvi anche della Torre dell’Oro, in cui spiccano ritratti di capitani di vascello e oggettistica tipica dei lupi di mare, perfettamente conservati e visibili ad un prezzo davvero modico (3 euro). Oppure solo il fatto di perdersi tra le vie secondarie, dove i turisti non si avventurano e rilassarsi in qualche ristorante di tapas. Siviglia ci ha accolto in tanti altri luoghi benchè, con un po’ di rammarico, ho notato un grande adeguamento turistico che ha un po’ snaturato la città. Se vi state domandando se visitarla oppure no la risposta è: sì. È comunque bellissima.
Il nostro viaggio in questa città finisce qui: domani si rimonta in sella e si va in direzione Cordoba.Tempi molto più stretti ma comunque la voglia di visitare il più possibile.