A malincuore dobbiamo iniziare la nostra discesa verso l’Italia, soprattutto dopo che in Germania abbiamo visto tutti quei cantieri. Non possiamo rischiare un’altra sessione di guida da 14 ore…
Al The James Hotel la sveglia suona alle 08:30, in un silenzio tipico dei giorni di partenza. Rotterdam è ancora lì pronta ad essere esplorata ma noi abbiamo altri programmi di cui il primo è relazionarmi con la macchina della Lavazza.
Già mi mancano alcune cose:
- Laura che trastulla il peluche di Alpaca (fatto con la lana di alpaca).
- Il ristorante stile old english nel quale ti servono gli ‘zen packett o come diavolo si scrive.
- L’aria di assoluta allegria che alcuni borghetti olandesi hanno, come quello di Delft.
I rientri sono sempre così: traumatici. Decidiamo di scendere ma con molta calma, passando prima a Venlo e poi a Maastricht.
Il viaggio verso Venlo è stato, come prevedibile, una tortura ma questa volta ho capito anche il perché. Essenzialmente il problema risiede nel modo in cui guidano.
Eravamo su una strada a due corsie e il limite era, come consuetudine, a 130km/h. Improvvisamente si accende un cartello che sposta il limite a 50 km/h. Questi cartelli sono dei segnali luminosi agganciati sotto i cartelli direzionali. Ovviamente inchiodano tutti e siccome non lasciano MAI distanza, iniziano i cambi corsia dell’ultimo momento. In questa bagarre un TIR decide di uscire sulla seconda corsia, quella di sorpasso, obbligando la macchina che già occupava la corsia di sinistra di buttarsi a destra. Non aveva, infatti, la possibilità di inchiodare poiché viaggiano tutti belli attaccati. La macchina si butta a destra e, lisciando i bidoni dell’acqua che separano le uscite autostradali, si fionda nell’uscita accanto sbandando. Questo teatrino si è ripetuto ben due volte dimostrando la loro totale incapacità di mantenere una guida pulita. Inoltre questi cambi di corsia improvvisi effettuati anche dai TIR generano un andamento a singhiozzo che su 100 km arriva a creare anche un ritardo di 15-20 minuti.
Venlo
Venlo è carina e merita di esser visitata. Palazzi tipici compaiono tra le vie del centro mostrandoci un lato architettonico che non avevamo ancora ben percepito. È come se questi palazzi fossero la base per quelli che abbiamo poi visto ad Amsterdam.
Decidiamo di saltare Maastricht per ragioni di tempo e di proseguire lungo il percorso ma a metà viaggio decidiamo di attendere a prenotare l’albergo. Quando decidiamo di farlo è troppo tardi ILIAD risulta disconnessa e non ci è possibile né telefonare, né usare la connessione dati. Il sole si abbassa e la temperatura scende, così decidiamo di imboccare la strada per Stoccarda (appena intravista ma sembra molto bella). Ci siamo giunti da una galleria molto lunga e lì Laura ha trovato una connessione Wi-Fi sprotetta con la quale abbiamo fatto una prenotazione dell’ultimo momento.
Stiamo bene, un po’ infreddoliti e stanchi ma bene. Domani è previsto il rientro in Italia e quindi questo è l’ultimo post di viaggio prima del riepilogo percorso.
Grazie a tutti di averci seguito e buon fine agosto a tutti!