Nata come un’ispezione per trovare le location per il film di un caro amico, la gita a Camposecco è diventata l’occasione per scoprire uno scenario nuovo ad appena 1h 30m da Roma!
Sembra effettivamente di essere in un film western, c’è poco da dire. Camposecco è un’area pianeggiante con fondo bianco e compatto, nei pressi di Camerata Nuova, nel Lazio. Ma cosa sappiano di Camposecco?
Si trova ad una quota di 1400 m s.l.m. è il più vasto ed esteso altopiano tra i tanti che sono incastonati tra le cime del Parco dei Monti Simbruini, situata nel territorio comunale di Camerata Nuova. È divenuto famoso in quanto location dei set cinematografici di diversi films “western all’italiana”; il più famoso è senza dubbio “Lo chiamavano Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill.
Fonte: Simbruini.it (LINK)
Off-road semplice
La prima cosa che mi preme dirvi è che per arrivare a Camposecco affronterete un off-road fatto di strade bianche compatte e facilmente affrontabili anche dai meno esperti. La gita, nel nostro caso, è consistita nell’arrivare a Camerata Nuova e poi, da lì, abbandonare l’asfalto ed addentrarci nelle strade bianche. Per farvi capire bene la consistenza del fondale vi rimando a questa foto.
Non è quindi una mulattiera di quelle che mettono in difficoltà i meno esperti, qui rischierete al più un minimo di sbacchettamento dell’anteriore, cosa che potrete risolvere facilmente con un po’ di attenzione e mantenendo un’andatura non troppo sostenuta.
Pace dei sensi
Visitare Camposecco è come, per certi versi, visitare Campo Imperatore, ci si trova davanti ad uno scenario brullo, isolato, che d’inverno di sicuro non dev’esser molto ospitale. Per giocare meglio la partita e permettere al mio amico di spingersi dentro e, in caso, lasciare la moto e passeggiare, ho affidato l’intera attività di escursione al Garmin Montana.
Ci sono importanti differenze tra Google Maps e Garmin Montana. Tendenzialmente le potete vedere nelle due immagini. La mappa di Garmin (TrekMap v5 – Italia) presenta molti più percorsi della fotografia satellitare di Google Maps.
Francamente tra i disallineamenti delle coordinate e le differenze nei percorsi, non c’è stato modo di fare una pianificazione affidabile. Ho preferito identificare l’accesso allo sterrato e poi seguirlo direttamente: il Garmin ha computato circa 4 km di percorso in salita, con un profilo altimetrico abbastanza chiaro.
Foto
Video
Ho fatto un video della giornata che vi propongo sperando che vi aiuti a vedere le bellezze di questo luogo.