MIDLAND BTNEXT: una piacevole scoperta

Ed eccoci finalmente alla recensione del Midland BTNext: l’auricolare bluetooth della Midland, nonché top di gamma. Innanzitutto vi chiedo scusa per le foto, sono penose e sfocate ma l’iPhone ha deciso di darmi problemi proprio durante questi importanti scatti (o era l’emozione che faceva tremare la mano). Iniziamo senza indugi la recensione di questo splendido auricolare.

Una presentazione d'effetto...
Una presentazione d’effetto…

La confezione, come potete notare, è elegante e di effetto ed è composta dall’auricolare e, al piano inferiore, dagli accessori per il montaggio, dalle istruzioni e dal CD di installazione in cui è presente software e manualistica digitale. La prima osservazione importante è che l’auricolare MIDLAND viene consegnato dotato di entrambi i microfoni (sia quello da casco modulare, che quello da casco integrale) a differenza del CellularLine. Quello che mi ha stupito è la “grandezza” dell’apparato che risulta gradevole e facilmente “tastabile” senza eccedere. L’auricolare è connesso a cuffie e microfono tramite attacchi particolari di cui vi riporto alcune foto estratte dalla galleria.

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I connettori interni
I connettori interni

L’attacco di questi connettori è estremamente piacevole. Si sente una notevole solidità nel far scorrere i due contatti a differenza di quanto accade con altri apparati da me usati. Cuffie e microfono sono fissati nel casco mediante il velcro, una scelta comune che, però, a volte crea qualche particolare. Il mio AGV T-2 ha una superficie liscia e mal orientata verso l’installazione di velcro. La colla, per quanto potente, non attacca come dovrebbe. Controllate che il tessuto sia quello giusto o fate attenzione a come fissate il velcro.

Un aspetto interessante è il funzionamento. Sostanzialmente la centralina è composta da 3 tasti: avanti, tasto centrale e indietro. Il tasto centrale serve a poco. Molte delle operazioni richiedono l’impiego del tasto avanti o indietro. In questo caso i tasti sono di facile utilizzo perché appuntiti e facilmente tastabili.

Una menzione particolare va al comparto software. In sostanza è possibile aggiornare e impostare la centralina con estrema facilità anche se l’installazione del software è un po’ ostica. In sostanza, dopo aver effettuato l’installazione normalmente, occorre sostituire un driver manualmente ma la procedura è resa molto semplice dalla documentazione scaricabile sul sito. Detto questo nel pannello di controllo software è possibile configurare molti aspetti tra cui sensibilità del microfono, stazioni radio, etc… L’applicazione è funzionante anche con macchina virtuale (io ho solo Mac ;-).

Screenshot del software di aggiornamento firmware Midland
Screenshot del software di aggiornamento firmware Midland

Una cosa estremamente corretta è la possibilità di fare modifiche alla configurazione anche dalla centrale stessa, tramite una combinazione di tasti presente sul manuale.

Molto carine anche alcune funzioni tra cui la risposta vocale alla chiamata e, per chi si stesse domandando se fosse possibile rispondere accidentalmente alla telefonata,  vi dico che la funzione si attiva dal terzo squillo. Avete tutto il tempo per annullare la telefonata.

Nessun problema di accoppiamento tra la centrale e il telefono. Per qualsiasi informazione mandate un commento: sarò felice di rispondervi. Ovviamente documentazione e software sono in italiano.

Midland vince su Cellularline

Style: "supercte"

Alla fine il confronto sugli auricolari è stato vinto dalla Midland. Sarà stato per via degli articoli, o magari per le recensioni eccellenti, o magari solo per una voglia di cambiamento, fatto sta che nell’indecisione la Midland ha avuto la meglio. I fattori che hanno portato a scegliere questo prodotto piuttosto che l’altro sono da ricercarsi sostanzialmente in due soli elementi che fanno però una grande differenza. Il primo elemento è il cavo con un attacco USB a differenza dell’altro prodotto che ha un attacco proprietario. È noto che la centralina Cellularline soffre purtroppo di questo strano attacco che nel corso del tempo si allenta e rende difficile la ricezione dell’audio o alcune volte invalida completamente il segnale del microfono. Tra l’altro la sostituzione di questo cavo comporta una spesa che oscilla tra i 20 e i 40 euro. L’apparato Midland gode invece di maggiore flessibilità e compatibilità offrendo la possibilità di comunicare con apparati Bluetooth di marca diversa e non va incontro a problemi legati all’usura il cavo e o dell’attacco.

Il secondo elemento di scelta è la compatibilità con interfoni di altre marche. A differenza dell’apparato della Cellularline, che non riesce a comunicare che con i suoi simili, quello della Midland offre una maggiore compatibilità, garantendo la connessione a supporto di marche diverse. Questa cosa, a chi piacciono i raduni, non è cosa da poco!

A breve mi sarà recapitata la scatola e potrò documentarvi il tutto.

Interfoni: la battaglia dei titani

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Facciamo un’opportuna premessa: chi vi scrive è un amante degli auricolari bluetooth e, per circa due o tre anni, ha convissuto con un Cellularline F4 il cui uso principale era favorire la ricezione delle chiamate e ascoltare la musica.

Molti pensano che ascoltare la musica sia pericoloso per la guida. Se il volume non è alto e si tengono d’occhio gli specchietti, non crea alcun problema (benché effettivamente si perde il contatto acustico con il motore, alcune volte indicatore di eventuali malfunzionamenti).

Dopo qualche anno questa centralina mi ha lasciato. Molti sanno che la centralina Cellularline è debole nell’aggancio sia dell’alimentatore che del cavo che la collega al sistema di cuffie e microfono. Questo problema, noto sia ai consumatori che alla Ditta, non è mai stato risolto e quindi è lecito domandarsi se la versione F5 sarà comunque affetta dallo stesso problema.

Style: "supercte"

Nella scelta della centralina, tuttavia, sono stato piacevolmente distratto dal nuovo prodotto top di gamma della Midland. Per chi non lo sapesse, la Midland si occupa “da sempre” di apparati di comunicazione tra motociclisti. Che siano radio, interfoni con il filo o senza, fa poca differenza. Midland è una garanzia anche se, all’epoca del Cellularline F4, Midland non aveva niente di lontanamente simile e performante. Non mi metterò a parlare di prezzi, o di caratteristiche: sono tutte cose che trovate su internet con una ricerca. Vi parlo di esperienza pratica su uno dei due apparati. Il Cellularline F5 consentiva un dialogo chiaro con l’interlocutore fino a 170 chilometri orari. Il Text to Speech, utile per comunicare con l’iPhone (ad esempio), era ricettivo fino ai 100 orari in caso di giornata leggermente ventosa.

Sono quindi un po’ indeciso su quale comperare anche se, ad onor del vero, il Midland ha qualcosa che il Cellularline si ostina a non inserire nel suo software: la possibilità di comunicare con auricolari di altre marche. Il che lo rende particolarmente versatile in caso di raduni o di uscite in coppia. Chissà su quale dei due ricadrà la mia scelta…chissà

Le Quattro Stagioni del Motociclista

È iniziato per caso, in un pomeriggio estivo. Iniziai a scrivere così, senza pretese e per il gusto di giocare con il tempo libero e la fantasia. Poi qualcuno ha creduto in me (la mia compagna) e, come spesso accade, mi ha trascinato in una splendida avventura assolutamente inaspettata:la creazione di un libro. Oggi, a distanza di quasi un anno, e con un premio alle spalle, questi racconti vedono la luce in formato elettronico grazie alla casa editrici Edizioni della Sera.  

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Una grande vittoria, ottenuta grazia al cuore di una meravigliosa donna.

Essere motociclista

E c’è un momento quando, a fine giornata, i tuoi compagni di viaggio si fermano e si salutano. Rimanete in due e poi, anche voi, vi salutate. Lo vedi salire sulla moto, ad un bivio. Lui va sinistra e tu andrai a destra. Siete stati insieme tutto il giorno e ora il sole sta calando oltre la linea di orizzonte e il cielo è d’oro. Il rumore del motore svanisce in lontananza e tu senti solo quello del vento fresco che ti accarezza. Improvvisamente ti senti solo ma sai che sei felice e che è ora di tornare a casa. Giri la chiave, accendi il quadro, premi il tasto ed il motore si accende. Ora puoi tornare….solo ora…

Bauletti GIVI montati ecco il reportage

Salve a tutti. Come promesso (e grazie alla mai compagna) sono arrivate le borse GIVI 3D600 EASYLOCK. Dopo quanto accaduto nel montaggio dei telaietti (leggete qui), tutto è stato predisposto per accogliere le borse semi rigide ed ecco la mia esperienza.

Stiamo parlando di borse laterali semi-rigide. Installabili su un telaio e bloccate mediante serratura. Diciamo subito che il blocco è veramente ben fatto. Solo quando la serratura scatta e le borse sono effettivamente ferme al telaio, è possibile rimuovere la chiave e procedere al blocco dell’altra borsa. Vengono fornite 4 copie delle chiavi e dentro le valige vengono dati due lucchetti a combinazione (meglio di niente). Ci sono piccoli alloggiamenti in tessuto per riporli. L’anello sulle serrature è sufficientemente grande per garantire una sostituzione con lucchetti più dignitosi.

Le borse sono estensibili mediante membrana interna. Sono piccole ma comunque estremamente ben fatte. Vengono fornite con una copertina esterna anti-pioggia. Opzionalmente è possibile acquistare una busta interna stagna o anche una esterna (munita di maniglia).

Nelle borse non entra il casco integrale. Nè tantomeno un notebook 13″ (se non per obliquo). Allora vi potrete domandare a che diamine servono. Piccoli viaggi, supporto agli zaini o a borse da serbatoio, trasporti di materiale non superiore ai 10 Kg per borsa. Ed ora è bene che io vi lasci alle foto.

Fatemi sapere cosa ne pensi!

GIVI e Kawasaki Z-750

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E finalmente i telaietti GIVI sono stati montati, così ho deciso di scrivere una breve recensione riepilogativa per tutti voi ed esprimere un voto. Per prima cosa lasciate che vi ricordi di cosa stiamo parlando.

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Stiamo trattando dei telaietti per borse laterali della GIVI per Kawasaki Z-750. La GIVI mette a disposizione un solo tipo di telaietto che, nel mio caso, è stato montato senza piastra per bauletto. Ho quindi acquistato il T265KIT per il montaggio senza piastra mono per bauletto e il TE265 che sono i telaietti veri e propri.

 

Contattare la GIVI

Innanzitutto partiamo dal principio: i contatti con la GIVI. Per questioni di privacy mi asterrò dal fare il nome dell’operatore con cui ho parlato ma posso dirvi che è stato a dir poco disponibile e cordiale. Molto preparato nel fornire risposte e anche consigli. Ho ricevuto la prima risposta dopo 48-72 ore dalla mail, da quel momento ho potuto rispondere direttamente al tecnico senza dover rimandare ogni volta il modulo dal sito. Questo denota serietà e ottima professionalità. Bravi, promossi a pieni voti.

Il prodotto

Benchè il tecnico GIVI mi avesse consigliato di ricorrere ad un meccanico per l’installazione dei telaietti, non avrei mai pensato che montare delle staffe per le borse laterali fosse così tanto difficile e complicato. Sostanzialmente, per la Z-750, è richiesto di smontare il porta-targa posteriore (operazione particolarmente onerosa per via di viti di difficile accesso) e spostare anche le frecce in avanti. L’impatto estetico finale vi assicuro che non è male. Mi aspettavo molto peggio e questo perchè, con il terminale originale, i telai sono sopra la marmitta e abbastanza vicini alla coda. Il problema, semmai, è proprio di questa complessità che, a dirla tutta, ha fatto tirare giù i santi anche al mio meccanico che, giustamente, ha detto

Non è possibile che vi obblighino a venire da noi per dei telaietti. Ma l’ingegnere che l’ha disegnato, ha mai provato a montarli?

Vi assicuro che non è impresa semplice. Ovviamente l’installazione varia da moto a moto. Mi sono preso la briga di vedere le istruzioni per un BMW GS e praticamente non ci sta da smontare neanche una parte ma solo da aggiungere. La GIVI, a dire il vero, ha fatto quello che poteva per garantire che moto come la Z, non esattamente preposte ad avere borse laterali, potessero usufruire di tale comodità. Il costo è stato, nel mio caso, 115 euro per staffe di supporto e talaietti (sul sito Motorama.it).

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Le istruzioni del prodotto sono un breve depliant illustrato (vi inserisco un’immagine tipo). Nel caso della Z-750 le foto rappresentavano uno Z-1000 e questo ovviamente crea un pochino di disorientamento. Ciò che vedete in figura è la parte più semplice e banale mentre, per le staffe di montaggio, il discorso cambia radicalmente e diventa più complesso.

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Ora, il problema è che personalmente non me la sento di “incolpare” la GIVI della complessità dell’installazione. Se i buchi sulla moto sono pochi, è ovvio che dovrai fare più fatica per installare un supporto sicuro e stabile. Per come la vedo io la GIVI ha fatto il possibile (maledizioni del mio meccanico a parte). Ciò in cui la GIVI potrebbe migliorare, secondo il mio modesto giudizio, è proprio la parte delle istruzioni.

Con molta calma (non è che uno pretende che appaiano tutti e subito) ma sarebbe bello che l’azienda producesse video illustrativi da 8-10 minuti sull’installazione di piastre e telai. Hanno dimostrato di saper fare video molto gradevoli e potrebbero assolutamente prendere ancora più quote di mercato con un “servizio” di questo tipo. Sarebbero, tra l’altro tra i pochi (se non gli unici) a lanciare un’iniziativa come questa.

Conclusioni

In attesa delle borse, sono soddisfatto del mio acquisto benché abbia dovuto tribolare non poco per l’installazione (che mi è costata 40 euro). Esteticamente l’impatto è molto gradevole e soddisfa anche gli occhi più esigenti (quelli della mia ragazza che generalmente è molto critica su borse e telai). Ancora una volta grazie al tecnico GIVI per la sua cortesia e disponibilità.

Consiglio l’acquisto ma vi avverto…occhio all’installazione.

Questione di pelle

speed-moto-1920-1080-6779Non correte…lo so che lo fanno tutti i motociclisti almeno una volta. Fate in modo che non sia l’ultima per voi e per gli altri.

È una questione di “pelle” quella che unisce il motociclista alla sua moto. Davanti al raccordo, completamente vuoto, in quattro. Un rapido sguardo e poi gas. Qualche istante più tardi il contachilometri schizzava oltre i 190. La strada era completamente sgombra (non sono un corsaiolo) e lì l’ho sentito.

Il rumore del vento nel casco è passato in secondo piano, un sibilo sempre più nitido rimbalzava contro il muro in cemento. La turbina girava infuriata, aumentando sempre più la sua potenza. Sembrava che la moto potesse sentire i miei pensieri correre sull’asfalto. Abbassandomi su di lei sentii l’aria smettere di toccarmi ed iniziare a sfiorarmi. Ancora una volta fuso insieme a lei su quel serbatoio mentre quel rumore mi faceva impazzire. Sembrava poter aumentare all’infinito mentre sentivo che qualcosa passava attraverso me e finiva dapprima nella moto e poi sull’asfalto. Era una meccanica perfetta, il rumore di quel propulsore infuriato e, in sottofondo, del vento che aveva difficoltà a rapirmi.

Ci sono giorni in cui vorrei cambiarla. Incarna molto bene i miei sentimenti e spesso sono i migliori, alcune volte però sono i peggiori. La rabbia, il disappunto di una brutta giornata. La disciplina è tutto in moto ma non si può pretendere di averla sempre e in moto basta un piccolo errore. Amo i BMW GS ma questa sensazione, per ora, svanisce ogni volta che la sera monto sulla mia Z e accendo il motore…per ora.

Un lavaggio appiccicoso

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Questa mattina il mio meccanico mi ha mandato un messaggio su Facebook che, in sostanza, diceva:

Non lavarae la catena con i grassi spray perchè la butti.

Ho indagato con lui e ho scoperto una cosa interessante ma forse scontata e non del tutto sbagliata. Il grasso spray contiene, logicamente, un collante. Un collante che serve per aderire alla catena e proteggerla. Stendendo bene il grasso della catena, si protegge la moto da sporcizia e frammenti di asfalto ma è davvero così?

In realtà il grasso per la catena diventa, a distanza di tempo, un collante per la sporcizia stessa che, per un effetto di normale accumulo, ingloba i detriti e li mette a contatto con catena, corona e pignone. Cosa si può fare?

Non usare i grassi spray avedo cura di sceglierne di buoni, che tutelino la catena. Questo sicuramente aiuta ma il Bardahl o il PBR sono marche ottime, effettuare un lavaggio periodico può semplificare e aggirare il problema del deposito dei detriti. A maggior ragione se la moto in questione ha una catena dotata di O-ring.

In conclusione, avendo tempo e voglia, si potrebbe ricorrere ad un bel barattolo di grasso siliconico e procedere alla spalmatura a mano. Niente collanti, niente detriti, niente sporcizia. In alterntiva, grasso spray e lavaggi regolari  e ricordate che dopo 130.000 Km circa sarebbe opportuno catena, corona e pignone.

Borse laterali, bauletti, moto e GIVI

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E alla fine il tempo è venuto. La mia Z-750 monterà i telaietti GIVI TE265 per poter supportare le borse EasyLock 3D600 (nella figura in basso) ma facciamo un passo indietro. Sabato mattina scorso, alle ore 10:00, ero sulla Cassia bis in direzione Viterbo, con tanto gusto e molto mal di schiena. Gli zaini da serbatoio rovinano la vernice, impediscono il libero movimento dello sterzo (perchè la vaschetta del liquido del freno sbatte sullo zaino), gli zaini da spalle (anche se lenti) pesano sulla schiena. E niente, alla fine ho deciso. Via libera alle borse laterali della GIVI. In passato (quasi un anno fa) trattai l’argomento in questo articolo. Da quel momento è cambiato poco, se non la mia informazione a riguardo ai telaietti e quindi vi metto a disposizione ciò che so.

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Uno zaino completamente impermeabile per i vostri viaggi

Oggi voglio parlarvi di un acquisto che ho fatto qualche tempo fa: lo zaino stagno TW03. L’acquisto di questo particolare zaino, è stato dettato da un’esigenza molto semplice: durante le giornate di pioggia, con ogni tipo di borsa e zaino, l’acqua trovava sempre il modo di entrare. Vi faccio presente che io viaggio tutti i giorni in giacca e cravatta, il che rende prioritario difendere i miei vestiti ma anche gli accessori che trasporto per lavoro (non ultimo un MacBook Air di ultima generazione).  Ecco quindi la mia recensione.

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Come scegliere un casco sicuro: SHARP TEST

Abbiamo parlato molte volte di sicurezza in moto. Sicurezza dei guanti, delle giacche, dei pantaloni, delle protezioni ma il casco? Come è possibile sapere se un casco è effettivamente sicuro? In fondo, tutti i caschi, per essere commercializzati, devono rispettare determinate normative ma non sono tutti uguali. Come è possibile sapere quali caschi sono più sicuri? Un modo c’è, è scientifico e viene dall’Inghilterra, si chiama SHARP TEST

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Abiti non sicuri? Il caso: Dainese

A seguito dell’interesse dimostrato per l’argomento sulla sicurezza dei capi di vestiario, per curiosità, mi sono avvicinato al sito della Dainese. La casa produttrice, celebre per fornire abiti e attrezzature a piloti del MotoGP, è sinonimo da sempre di alta qualità e sicurezza benché, ovviamente, ad un prezzo non accessibile per tutti. Non voglio assolutamente toccare questo discorso perché, da che mondo è mondo, è giusto pagare la qualità. Mi sono così informato su alcuni loro componenti di vestiario e su alcuni accessori di protezione, scoprendo qualcosa di estremamente curioso…

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Il TomTom Rider adesso registra il percorso che avete fatto!

In realtà era una funzione che esisteva già da almeno due anni su molti navigatori di altra marca (Garmin per primo). L’altro giorno, aggiornando il TomTom Rider, ho notato la creazione di una nuova icona chiamata “Registra il percorso”. Sostanzialmente la funzione inserisce un punto di passaggio cadenzato ad ogni cambio strada, in modo piuttosto intelligente. Purtroppo, a differenza di programmi come TRIPMASTER (vi invito a leggere l’articolo e vi inserisco il link diretto qui), non è possibile selezionare l’intervallo con cui registrare i WayPoint. Tuttavia, per coloro che fossero poco pratici di informatica, è una soluzione ottimale. Ho avuto modo di provarla in un motogiro piuttosto lungo che partiva dal Lazio e terminava in Abruzzo. Tornato a casa, nella cartella ITN del navigatore, ho trovato l’itinerario completo della gita. Ammettendo di spegnere il navigatore mentre sta registrando, alla successiva riaccensione, il TomTom avverte l’utente se vuole continuare a registrare o preferisce interrompere. Il consiglio è, una volta tornati a casa, di modificare il percorso con Route Converter di cui ho fatto una recensione qui.

Pianificate il vostro itinerario parte 2: Registrate i vostri itinerari sul TomTom…è gratuito!

Ho deciso di dedicare due post alla pianificazione degli itinerari e dei viaggi. Questo è il primo dei due e riprende un post che avevo lasciato molto tempo fa sul forum del celebre Tingavert.  Oggi vorrei parlarvi di TRIPMASTER, un software assolutamente gratuito che potenzia le capacità di calcolo del vostro navigatore TomTom. Come saprete i navigatori TomTom non riescono a fare quello che i Garmin indicano come TrackBack: salvare il percorso compiuto per poi rivisitarlo e ripercorrerlo. Non direttamente per lo meno. Facendo una tanto rapida quanto efficace ricerca su internet, sono incappato per l’appunto in Tripmaster.

Pianificate il vostro itinerario parte 1: Pianificate, ed esportate i vostri itinerari nel TomTom…è gratuito!

Benvenuti nella prima delle due parti dedicate alla pianificazione e gestione degli itinerari. In questo primo articolo voglio parlarvi di pianificazione ed esportazione. Vi offrirò la possibilità di pianificare i vostri itinerari, comodamente a casa vostra, ed esportarli nel celebre formato “itn” (quello del TomTom Rider per intenderci). Vi posso assicurare che il vostro itinerario sarà preciso in ogni dettaglio.

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Caricare i bagagli su una moto…anche se sportiva

La settimana scorsa ho comprato una cinghia a cricchetto per la gestione dei bagagli sulla mia Z750. Dopo aver letto molte recensioni su diversi sistemi di bloccaggio, mi sono convinto che la cinghia a cricchetto fosse la soluzione migliore ed, effettivamente, posso dire di essere rimasto felicemente sbalordito. Ecco di seguito alcune informazioni utili per gestire i carichi sulla vostra moto.

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Pneumatici: l’ardua scelta

Devo ammetterlo, quando per la prima volta mi accostai al mondo degli pneumatici, capii ben poco. Tutt’ora rimango sorpreso di quanto sia sterminato questo universo anche se, da quel tempo, ho imparato che le cose da sapere (quelle essenziali), sono ben poche. Questo articolo vuole consigliare chi, con difficoltà o perché alle prime armi, non vuole cambiare le proprie gomme. Leggete la mia esperienza e, se volete, commentate con la vostra.

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Una mattina, in moto, a Roma…

Così ti trovi una mattina, da solo, in cima ad una collina. Sotto di te c’è Roma, silenziosa, ancora addormentata. Sei calmo, dentro di te provi uno strano senso di pace, di calma. Ne hai bisogno perché sono giorni che vai freneticamente in giro, o sei costretto a lavoro. Ti fermi a guardare quel silenzio stupendo, immerso tra monumenti lontani, il Tevere che taglia la città, gli uccelli che volano nel cielo. Ti giri e vedi una cameriera che sta aprendo il bar: non c’è nessuno a parte te e lei. Ti giri, entri nel bar e le chiedi un caffè. Lo bevi lentamente, mentre guardi fuori quel meraviglioso panorama di storia e gloria. Paghi, dai un ultimo sguardo al panorama ed esci. Rimonti in moto, esiti un secondo per ascoltare un ultima volta quel silenzio e poi accendi il motore.

Donne e Motori

Fa parte dell’immaginario comune associare la donna ad una moto. Magari in un’attillata tuta di pelle, mentre indossa un intrigante tacco dodici. Tuttavia, qualche mese fa, mi è capitato di essere al semaforo con un’harleysta. Una donna affascinante, sulla quarantina, pantaloni in pelle e stivali alla texana. Maglietta nera (era estate) e rayban scuri. Sempre più spesso capita di vedere donne che portano moto e non “semplici zavorrine” e le moto non sono sempre delle custom…anzi. Hornet 900, Transalp, BMW GS e persino una fantastica Buell, senza contare le classiche (GSX-R ad esempio). Fa piacere vedere che questa passione sia in comune tra uomo e donna anche se spesso a discapito dell’eleganza della donna.Mi auguro che possa diventare sempre più frequente vedere chiome bionde, nere, castane, uscire dai caschi integrali e, nell’attesa che questo accada, auguro a tutte le motocicliste “buona lstrada e buon viaggio”.

Il piccione

È di ieri il tentativo disperato di un piccione di suicidarsi urtando il casco del sottoscritto. La vicenda, accaduta alle 08.30 circa del mattino presso le terme di Caracalla, si è conclusa positivamente sia per sottoscritto che per il volatile. Il pennuto si è slanciato in un’impresa assai folle : attraversare la strada planando davanti ai veicoli che, in quel preciso momento, stavano attraversando. A parte qualche piuma schizzata a destra e sinistra, non si registrano feriti. Il piccione si è scusato con la comunità per l’insensato gesto autolesionista.

Le mie moto

Come ogni motociclista che si rispetti, quando comprai la prima moto dissi in modo perentorio:

«No! Lei sarà la mia prima e unica moto! Ne sono follemente innamorato!»

Non fu così. Ad oggi ho avuto tre fantastiche ragazze al mio fianco e tutte e tre hanno un posto speciale nel mio cuore ma le loro storie sono ancora più belle e quindi permettetemi di raccontarvele per condividere con voi la mia passione. Continua a leggere Le mie moto

Benvenuti

Eccoci qui, finalmente in un posto virtuale in cui raccontare nuovamente le vicende di un motociclista che, con una naked, vive le due ruote come se avesse un BMW GS. La moto è esplorazione e turismo per me. Niente corse o pieghe estreme ma forse è questa l’aspetto più bello del motociclismo: la capacità di adattarsi alle varie esigenze.

In questo blog troverete le uscite, le riflessioni, le storie e quanto altro riguarda il mondo delle moto sperando in un confronto con voi. 
Non resta che augurarvi buona lettura!