Un piccolo itinerario per i romani

Questa mattina, avendo un pochino di tempo libero, ho continuato su via Aurelia e ho lasciato Roma. Inutile dirvi la piacevolezza del viaggio quando, avendo spento tutti i navigatori (cellulare e TomTom), ho lasciato la strada statale e mi sono avventurato in sole strade interne. Esiste una località vicino Roma chiamata Testa di Lepre, conosciuta per la produzione di carne più che altro. Ebbene, quella zona è tutta da esplorare, con stradine semi-deserte e paesaggi da fotografia ad ogni curva.

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Le condizioni del manto stradale erano molto buone (quella nella foto è l’unica toppa che ho trovato ed era fatta benissimo). L’itinerario purtroppo non l’ho registrato ma ho cercato di ricostruirlo su GMaps e lo trovate a questo indirizzo. Vi raccomando di uscire con la calma giusta per rispettare sia i limiti dell’Aurelia, sia la bellezza del paesaggio. Auguro a tutti voi una splendida domenica.

Ecco la nuova batteria

È finalmente la batteria al litio è arrivata. Vi dico subito che è dotata di bulloncini che permettono alle viti di bloccarsi (quindi è diversa dall’attacco classico delle batterie BMW) e di piedini che regolano l’altezza corretta della batteria per agganciarsi al supporto in plastica che la trattiene dal muoversi. La prima cosa che ho notato, al di là della bellezza grafica, è il peso.Praticamente avete poco più di 100 grammi in mano contro gli altro 1300 della vecchia batteria. Impossibile da credere.

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Inoltre, come notate dalla fotografia, la batteria è dotata di un tester che permette di misurarne le potenzialità. L’installazione è stata molto semplice la batteria ha garantito un’accensione immediata e molto netta.

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La batteria ha un costo di 100 euro circa e altre caratteristiche riporto dal sito Motomania.

Fino ad oggi le batterie sono sempre state realizzate con la tecnologia piombo-acido, il litio rappresenta quindi una svolta decisiva nel mondo delle batterie. I vantaggi che rendono la nuova batteria Lithium Ion la novità più interessante del 2011 sono innanzitutto le dimensioni ridotte del 30% circa rispetto alle batterie tradizionali, e più leggere mediamente del 50%!

La potenza è di circa quattro volte superiore rispetto alle batterie standard: 40CA contro i 10CA delle batterie al piombo. Questo vantaggio si traduce nella possibilità di erogare forti correnti di accensione permettendo così avviamenti sicuri anche alle basse temperature invernali e con i motori bicilindrici di grossa cubatura (Ducati, BMW, ecc.) che richiedono alti valori di corrente di spunto all’avviamento. L’assenza di piombo, di acido e di altri metalli pesanti rende la batteria Skyrich Lithium Ion non inquinante, non esplosiva e non infiammabile. E’ quindi l’ideale per viaggiare con energia pulita ed in massima sicurezza. Un ulteriore importante vantaggio è dato dal ridottissimo tempo di ricarica: sono sufficienti 6 minuti per una ricarica al 90%! La durata del ciclo di vita della batteria è stimato in circa 2000 cicli, contro i 150/300 di una batteria standard di qualità, mentre il mantenimento di carica è di circa 1 anno, contro 6 mesi delle batterie tradizionali.

Insomma cosa dirvi se non: ve le raccomando!

Sulla morte di Giorgio Romboni

Questo sarà un articolo un po’ particolare poiché non ho intenzione di scrivere di Doriano Romboni ma ho intenzione di “usare” la sua morte per divulgare un messaggio. Io non comincerò a scrivere di lui come se fosse un fratello, un amico, o cose simili.Voglio comunque mandare un messaggio.

Doriano Romboni, descritto in modo molto piacevole in questo articolo, era un pilota professionista. Una persona che saliva su moto che sapeva dominare ma anche portare a livelli talmente alti da essere “tra i migliori”. Oggi Doriano Romboni è morto e lascia moglie e figli. Questo per dire a tutti voi che guidate le moto di fare attenzione perché le disattenzioni, gli incidenti, capitano e ci restano secchi anche i migliori. Siate prudenti e ricordate sempre che non siete da soli in strada e che la strada non è una pista. La moto richiede due cose importanti:

1) Disciplina.

2) Tecnica.

Si può guidare una moto senza tecnica ma non si può guidare una moto senza disciplina.

Questo articolo è rivolto anche a tutti quei guidatori che trascurano la manutenzione delle auto e vanno in giro con fari rotti, frecce mai inserite e cellulari stampati all’orecchio. Anche voi non siete soli in strada, abbiate un po’ di decenza, educazione e se ci scappa anche altruismo. Le vite sono importanti.

Una ricarica e mezzo

Come promesso, vi mostro innanzitutto la foto della batteria BMW sotto ricarica. Era carica ad un quarto e sta ancora caricando. La cosa divertente sono i dati che leggete di seguito:

Ho acquisto la moto nel settembre 2013

La moto è del 2010

La batteria dovrebbe esser stata montata entro il 2011

La batteria è stata ricaricata (suppongo la prima volta) nel 2009

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Fondamentalmente non ci sarebbero anomalie in questo, se non per il fatto che dopo dal 2010 ad oggi sono passati 3 anni e forse, con l’acquisto, avrebbero potuto cambiarla.

Arriva il freddo e se ne vanno le batterie !

Pare sia risaputo che le moto BMW GS soffrano di un piccolo “difetto”. Con l’arrivo del freddo, perdano la capacità di accendersi “a freddo”. La batteria, in sostanza, non sembra essere di particolare qualità. Un fenomeno che, personalmente, trovo piuttosto curioso se considerassimo il fatto che in Germania ci sono temperature ben più rigide che in Italia. Ad ogni modo, girovagando nei forum, mi sono fatto un’idea molto chiara del problema e ho scelto una soluzione che vorrei raccomandarvi.

In sostanza il problema riguarda l’accensione a freddo. Il GS effettua il pre-ride correttamente ma quando si va ad accendere il motore, un rumore metallico sostituisce il rombo, seguito subito dopo da un singhiozzo smorzato. A questo punto, se tutto va bene, il motore tedesco parte. Altrimenti, come molti utenti hanno riferito, c’è il silenzio. È da tenere presente che il problema si verifica a freddo e non a caldo e quindi una volta partita la moto è “inarrestabile”.

Per risolvere il problema ho provveduto al cambio della batteria con una al litio: molto più leggera e compatibile con il GS come è possibile leggere da questa descrizione. Vi farò sapere come funziona questo nuovo gioiello ma intanto godiamoci il natale e le batterie “tropicali” della BMW!

httpv://www.youtube.com/watch?v=ZUf_bkyXXvs

Imparare a fare Off-Road? Enduro Camp!

Oggi vorrei parlarvi di un’iniziativa fantastica. Si chiama “Enduro Camp” ed è una scuola per imparare il fuori strada. L’iniziativa è promossa da Motorex, Marmorata Machine, Moto Days e Run X Fun. I corsi di avviamento si articolano su 3 giorni con base presso la sede di Orte (VT) ed il programma sarà il seguente:

  • Venerdì sera ritrovo ad Orte e, durante la cena, i tecnici di Run For Fun monteranno gomme adeguate sulle moto dei partecipanti.
  • Sabato e domenica mattina verranno dedicati alla didattica ed alle uscite su itinerari specifici senza la presenza di mulattiere feroci e la domenica pomeriggio le moto verranno risommate con le coperture originarie.

Durante l’anno verranno organizzate uscite di livello superiore dedicate a chi ha già frequentato uno dei corsi di avviamento, per perfezionare la propria tecnica di guida. Ovviamente c’è la possibilità di noleggio di moto ed attrezzature direttamente presso la sede centrale.

Per maggiori informazioni:

http://www.runxfun.it

info@runxfun.it

+39 348 3311582

Moto mia ma quanto mi costi?

Oggi vorrei parlarvi di una delle principali ragioni/credenze che spingono le persone potenzialmente appassionate alle moto, a non avvicinarsi a questo fantastico mondo: i costi.  Tutto ruota intorno ad un’affermazione piuttosto scontata:

La moto è un mezzo costoso

Lungi da me cercare di dimostrare il contrario. Sarebbe impossibile sul piano prettamente numerico. La moto è un mezzo molto costoso ma, e questo è altrettanto vero, è un mezzo che vive di controsensi. Un motociclista appassionato si diverte anche quando piove, quando fa freddo, quando ci sono curve e tornanti impegnativi. Questo perché la moto è, a differenza della macchina, un mezzo estremamente più “intimo” e personale. L’esperienza di guida cambia così tanto da rendere ogni esperienza unica. Un cambio gomme, per un motociclista, diviene un momento di assoluta criticità paragonabile all’appuntamento che le donne prendono con il loro parrucchiere.

Una moto costa, mediamente, 2.500 – 3.500 euro all’anno tutto incluso (assicurazione, bollo, rifornimenti, etc…). Stiamo parlando di un 750 sportivo (230Km di autonomia) , guidato da un ragazzo di 25 anni, tutti i giorni dell’anno. Il costo è, in gran parte, fatto lievitare da un’assicurazione che si conquista circa il 70% del peso della spesa se confrontato con le altre tipologie di voci (accessori, manutenzione, etc…).

Questo costo, però, è comprensivo di un valore intangibile: il benessere. Il motociclista gode nel guidare un mezzo in cui può ritrovarsi e questo avviene tanto in una strada assolata, quanto nella difficoltà di una città trafficata e sommersa dalla pioggia. In sostanza il costo è compensato di un piacere che, diciamoci la verità, in macchina non si prova quasi più se non andando fuori città o in tarda notte, quando le strade sono deserte e i semafori lampeggianti.

Ma si possono abbattere i costi?

Nel mondo motociclistico, ad eccezione del ramo assicurativo (vera spada di Damocle), i costi ormai oscillano in tutte le direzioni. I prodotti più anonimi e commerciali, che garantiscono una qualità discreta, sono accessibili a tutti. Il prezzo poi può salire fino a pagare un paio di guanti circa 1000 euro. Una spesa forse eccessiva ma che garantisce che le vostre mani siano salve anche superati i 150 chilometri orari mentre correte in pista. La vostra sicurezza ha un prezzo che dovete stabilire voi!

Gli abiti da pioggia sono la stessa cosa. Avete il nylon: poco costoso, assolutamente protettivo dall’acqua, che si trasforma in una camera per farvi sudare non appena avete chiuso metà cerniera.

Poi c’è la cordura. Apparentemente spacciata per impermeabile, in realtà parzialmente impermeabile perché tollerante ad un’elevata colonna d’acqua e poi…poi diventa come latte e pan di stelle. Una pappetta umida.

Ingine c’è il goretex. Impermeabile, salvo conche d’acqua stagnante nelle pieghe della giacca, e traspirante. Bello vero? Il tessuto più costoso ma, con una grande resistenza e durabilità.

Ma il paradosso è quando si è principianti, nell’auspicare un risparmio e per la poca esperienza, si finisce per commettere degli errori madornali. Si comprano prodotti appena discreti, si è costretti a ricomprare abiti con, però, una qualità superiore. Insomma, si spende il doppio. Non fatevi intimorire dalle spese. Basta una buona pianificazione e l’intelligenza di ricordare che nessuno vi regala niente. Un investimento iniziale sull’attrezzatura e l’accortezza nell’utilizzo vi faranno risparmiare soldi. Non lasciatevi intimorire quindi e ricordate che nessun’auto (o quasi nessuna) potrà regalarvi quella sensazione di libertà che una moto può darvi anche solo accendendo il motore.

Valigie laterali: l’odissea finisce…vincono le Trax

Questo pomeriggio è finita l’odissea delle valigie laterali in alluminio. È finita con la mia moto dentro il negozio Marmorata. Il preziosissimo Paolo, guardando il terminale Akrapovic, mi ha detto queste testuali parole:

Il kit Trax è compatibile. Mi ci gioco mia nonna.

Tutto sta nel capire se la nonna di Paolo è viva…scherzi a parte, essendo venuto a piovere, mi ha detto direttamente:

Metti la moto in negozio. Ti monto io tutto.

E con queste premesse il BMW GS 800 F è entrato nel negozio di Marmorata e Paolo ha iniziato a montare il tutto. Vi confermo che:

  1. Il telaio Trax è compatibile con il terminale Akrapovic
  2. L’installazione è compatibile con la piastra per il toccasse vario di BMW. Quindi, per farla semplice, avrete la vostra valigia in alluminio, senza dover rinunciare al topcase della marca tedesca.

Il prezzo? 475,00 euro compreso di:

  1. Telaio rimovibile SW Motech
  2. Borsa sinistra da 33 litri
  3. Serratura di bloccaggio al telaio e di serratura di bloccaggio della valigia.

Tempo di installazione un’ora e quaranta minuti comodi a chiacchierare con tutta la calma del mondo.

Hepco&Becker fallisce con le valigie Gobi ecco perché….

Qualche settimana fa nell’articolo relativo alla compatibilità delle valigie in alluminio ed il terminale Akrapovic, un utente di nome Roberto lasciò un commento molto prezioso in cui, tra l’altro, parlava delle famose :

Le valigie che tu hai proposto (Hepco&Becker, Gobi) non sono bellissime, rispetto le meravigliose MyTech, ma alla fine, ha senso spendere un patrimonio per poi ritrovarsi con le valigie aperte SOLO perché la “bimba pachiderma” ha deciso di farsi un riposino? Credo che venderò il kit MyTech presto, per acquistare le Gobi. Brutte ma comode e resistenti.

Avevo chiesto a Roberto, via mail di tenermi aggiornato e questa sera, con una lodevole solerzia, Roberto è tornato a farsi sentire dandomi una notizia a dir poco sconcertante. Leggete qui:

Ciao Iena, news sulle GOBI. Da un rivenditore molto affidabile ed onesto, ho saputo che le GOBI a lungo andare, cominciano a perdere aderenza sugli attacchi con conseguenti scricchioli, rumori e vibrazioni come si dovessero staccare da un momento all’altro. In particolare ciò avviene quando le GOBI vengono lasciate sotto il sole, abbastanza ovvio per le moto (non credi?). Inoltre pesano un botto rispetto altre soluzioni. In particolare il rivenditore Wunderlich, mi ha detto che oltre tre clienti hanno riscontrato il problema sopra esposto con conseguente richiesta di cambio in garanzia. Cambiate, ma dopo un po’ solito problema di prima ;-( Sto valutando le Xplorer sempre della Hepco. Vedremo. Ciao. Roberto

La testimonianza ri Roberto è importante e per questo non mi stancherò mai di ringraziarlo. Questo blog è utile grazie anche ai vostri commenti e alla vostra collaborazione. Bene Roberto, risponderò con piacere alla tua domanda. Essenzialmente il problema è semplice: le Gobi sono di plastica e il sole tende a spaccare la plastica. Può volerci più tempo ma la plastica al sole si cristallizza e si spacca. Non mi sorprende ed è stato, da sempre, un elemento che mi ha fatto dubitare delle Gobi oltre a quello, più logico, che se ti si storce l’alluminio forse riesci a raddrizzarlo con qualche martellata ma la plastica è “andata” e in viaggio potrebbe essere un problema.

Nel frattempo invece, vi segnalo che mi ha scritto la Touratech confermandomi piena compatibilità tra il terminale Akrapovic e le valige Zega Pro. Ecco il messaggio:

Buongiorno Non vi sono problemi con il terminale Akra da lei installato. Saluti G.

Detto questo, e ringraziando nuovamente Roberto per la collaborazione, mi auguro che nessuno di voi, al momento, abbia fatto l’acquisto delle Gobi e speriamo che in futuro la Hepco&Becker possa risolvere il problema.

Un airbag per i motociclisti

Oggi vorrei parlarvi di un prodotto di cui sono stato scettico per molto tempo. Per la prima volta, però, ho avuto modo di confrontarmi con una soluzione ben riuscita. Si tratta di un gilet-airbag da indossare sopra le giacche che normalmente siamo soliti portare. Questo prodotto si attiva mediante la classica spoletta meccanica che, allo sgancio, gonfia in 0,8 secondi un airbag che va a copertura di tutta la schiena, incluse le prime cinque vertebre cervicali, tristemente note per essere coinvolte in pesanti traumi (proprio dal casco a volte). Il prodotto non ha un costo eccessivo (417 euro circa) a fronte del fatto che è possibile ricaricarlo e riutilizzarlo in qualsiasi momento tramite una comune bomboletta di Co2. Vi consiglio, però, di vedere il video perché vengono mostrate tutte le procedure che interessano il prodotto. Attivazione, scarico, cambio bombola, insomma tutto quanto. Spero che questo possa tornarvi utile e, mi raccomando, prudenza! Tutte le altre informazioni anche qui: http://www.motoairbag.com

httpv://www.youtube.com/watch?v=qls20ll9eoE

httpv://www.youtube.com/watch?v=l79vwhgv8ZQ

Il motociclista legge l’asfalto

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Questa mattina a Roma pioveva. Una pioggia sottile dopo una nottata di temporale. Vi lascio immaginare in che stato era il manto stradale. Buche che si sono generate la note, detriti di varia natura, frammenti di asfalto che sembra la polvere dei Pan di Stelle. Insomma, il panico. Se a questo aggiungete che, per pagare di meno, la pulizia delle strade viene effettuata la mattina tra le 08:00 e le 08:30, con acqua saponata (anche oggi che pioveva), comprenderete bene quanto sia importante per un motociclista, saper “leggere l’asfalto”.

D’altronde chi porta una moto lo sa: il timore più grande è la macchia d’olio, seguita dal brecciolino e, a sua volta, dai sampietrini (bagnati sono tremendi). Mi sento di dare qualche consiglio, soprattutto a chi approccia la moto solo quando è bel tempo. Una serie di piccoli consigli che, a mio avviso, vi faranno campare più a lungo all’interno di una giungla metropolitana come Roma (che, quanto al traffico, non ha niente a che invidiare a Napoli).

  1. Guidate con prudenza. So che sembra una cosa retorica ma lasciatevelo dire da chi ha avuto più di tre incidenti: la distanza di sicurezza è sempre insufficiente. Se ve ne private, vi priverete anche della possibilità di tentare una manovra evasiva.
  2. Indossate indumenti consoni. Ricordate sempre che le principali cause di morte sono il trauma alla testa e quello alla schiena.
  3. Evitate di essere in linea con macchine e motorini. Se inchiodassero le prime rischierebbero di diventare un’ostacolo che non riuscireste a scansare. I secondi si metterebbero di traverso con danni non indifferenti.
  4. Evitate il brecciolino, se doveste passarci sopra per forza rallentate.
  5. Controllate il manto stradale avendo cura di evitare pozze d’acqua (non sapete quanto sono profonde e cosa ci sia sotto).
  6. Evitate il metallo, perché tombini e grate fanno perdere immediatamente aderenza alla ruota.
  7. Dosate bene il freno posteriore perché gran parte del peso è posizionato dietro e quindi la ruota tende ad andare più facilmente in bloccaggio (specialmente sui sampietrini bagnati).
  8. Tenete il motore tirato, specialmente il due cilindri può avvantaggiarsi del freno-motore. Usatelo, è importante. Farete lavorare meno il freno posteriore e avrete un rallentamento più lineare.
  9. Mettetevi in condizione di non dover affrontare la moto. Significa evitate di trovarvi nella condizione di doverla recuperare facendo, ad esempio, una piega eccessivamente brusca su una strada bagnata. Ricordatevi che recuperare una moto può essere estremamente difficile in determinate condizioni.
  10. In caso di caduta, e questo vale sempre, evitare di rimanere attaccati alla moto. Le vostre gambe saranno sotto la moto e lei è di plastica, ferro e acciaio. Una volta a terra non rialzatevi ed impedite (se rimanete coscienti ovviamente) a chiunque di togliervi il casco anche se voi ritenete di star bene. 
  11. Ricordate che ci sono gli altri. Abbiate sempre un’occhio di sfiducia e timore verso la vostra moto e gli altri. Vi aiuterà a mantenere la guardia alta e a rimanere vigili ma ricordate sempre che nelle macchine accanto alle quali passate, ci sono anche bambini. Se proprio dovete fare una manovra azzardata, prendetevi qualche istante per capire chi state mettendo a rischio.

Buona guida ragazzi.

Gita: monte Guadagnolo

Carissimi volevo condividere con voi l’esito di una gita inaspettata che mi sono trovato a fare questa mattina. Nonostante il giorno di festa avevo un appuntamento di lavoro, saltato per clemenza del cliente e quindi, di punto in bianco, mi sono ritrovato con un GS carico di benzina, un maglione nel topcase e un pranzo caldo dentro lo zaino. Insomma, i presupposti c’erano tutti per accendere il TOMTOM e puntare il dito. Sono andato sul monte Guadagnolo, ad un’ora e mezza di macchina da Roma e molto vicino a Subiaco. Vi dico subito che il viaggio, traffico permettendo per uscire da Roma, è molto piacevole. Un numero discreto ma non fastidioso di motociclisti rende il tutto particolarmente gradevole. Diciamo che la strada che ho scelto parte da via Prenestina e si snoda fino al monte guadagnolo. Qui potete vedere il percorso: http://goo.gl/maps/Crb8a

Continua a leggere Gita: monte Guadagnolo

BMW F800GS: Il caricatore USB che carica a singhiozzi

Questa mattina mi sono deciso a risolvere un problema che, da circa due mesi, affliggeva la mia moto. Il problema, intendiamoci, si è presentato da subito. Ho notato che, quando inserivo il carica iPhone nella presa di corrente sul finto serbatoio, la carica arrivava a singhiozzi. Il manuale BMW segnala, a pagina 78, un laconico:

In caso di tensione della batteria insufficiente o di superamento del carico ammissibile la presa viene disattivata automaticamente.

Dopo un rapido consulto con alcuni conoscenti su internet, uno di questi mi ha fatto notare che alcuni caricatori, al fine di garantire una carica più veloce, scaldavano parecchio proprio perchè assorbivano troppo. Non a caso, quando sono andato a prendere il telefonino ieri, mi sono reso conto di quanto scottasse. In precedenza avevo dato la colpa al caldo ma, in questi giorni autunnali, la temperatura è decisamente diversa. La soluzione è affidarsi ad un caricatore diverso, magari consigliato da qualcuno che non ha questo stesso problema. Mi sembrava un consiglio utile da dare a chi, come me, non sapeva dove sbattere la testa.

Quando la moto è Donna

Ultimamente sulle strade ho visto più moto ma, cosa che mi fa più piacere, ho visto tante donne e ragazze in moto. La donna in moto ha un fascino particolare, non c’è che dire. Una donna in moto riesce a rendere femminile un mezzo che, per la sua aggressività, rischia di esser scambiato per maschile. La domanda annosa è: la moto è donna o uomo?

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In realtà, nella mia esperienza motociclistica, mi è capitato di imbattermi in donne dalla guida così pulita, veloce e perfetta da essere definita “da pista” ma la moto è, per molte donne, un mezzo percepito come “irraggiungibile” o “difficile”. C’è chi sostiene che sia per il peso, chi per l’altezza, chi per una paura non ben definita. Io trovo che l’accoppiata donna-moto sia stupenda purchè non ci siano eccessi: la donna deve avere una moto proporzionata al proprio “spirito” e alle proprie capacità (questo vale anche per l’uomo), inoltre mi fanno ridere le foto con le modelle in bikini sulle moto. Per carità, bellissime ma un po’ ridicole se li paragonate a due occhi femminili che, come un felino, ti scrutano dalla visiera.

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Qualche giorno fa ero a cena con colleghi motociclisti e ho avuto modo di fare la conoscenza di Betta, fiera proprietaria di una moto con cui ho fatto scuola guida. Una moto bellissima e non propriamente “femminile” nell’immaginario comune. Parlando con Betta ho visto un’amore spassionato verso questo mezzo e le ho chiesto di condividere la sua esperienza in una semplice intervista che vi sottopongo.

Ciao Betta! Grazie di aver accettato l’intervista. Prima di cominciare ti va di dirci qualcosa in più su di te? (Nome di battesimo, età , città da cui scrivi, moto ed eventuale nome della due ruote).

Ciao mi chiamo Elisabetta ho 34 anni sono nata e vivo a Roma.

Puoi dirci come è nato l’amore per la moto, cosa ti ha cambiato?

Quasi un anno fa (mancano pochi giorni!) ho comprato una fantasistica G 650 GS che ho chiamato Lella! Le moto mi sono piaciute da sempre e ancor di più il pensiero di poterci viaggiare. Non che mi dispiaccia il ruolo di passeggero ma da qualche anno sentivo l’esigenza di guidare e di avere una moto tutta mia.

Quali sono state le principali difficoltà che hai incontrato nell’imparare a guidare la moto?

Inizialmente la paura era tanta! Sono passata da un motorino di cilindrata 50 a una 650…non fosse altro che per le marce e il peso, all’inizio non nego di aver pensato: ma chi me lo sta facendo fare!!!???? Poi una volta presa la patente e comprata la moto è iniziata la sfida e direi che il risultato è soddisfacente! Le cose che più mi preoccupavano appena ho cominciato a guidare erano le altre macchine e….parcheggiarla! avevo il sacro terrore di farla cadere.

Che tipo di pilota sei? Prudente, sportiva, etc…

Che pilota sono? Bhè diciamo che giro per la mia bellissima Roma e dintorni e senza fretta e senza troppa follia. Non sono una spericolata, anzi sicuramente sono molto prudente! Ogni tanto commetto qualche errore ma Lella me lo perdona e mi insegna ogni giorno qualcosa di nuovo!

Molte ragazze considerano la moto un mezzo esteticamente ma molto scomodo per la vita quotidiana. Niente tacchi, niente gonna, etc… Cosa ti ha fatto innamorare della motocicletta?

…ritengo i tacchi decisamente più scomodi della moto!!!

Cosa consiglieresti ad altre ragazze incerte ma potenzialmente inclini all’acquisto di una moto?

Consigli?? Non credo di averne tanti da dare, la moto deve piacere, la devi sentire un po’ dentro. L’unica cosa che forse potrei consigliare è di iniziare con una moto facile, non troppo alta, che in qualche modo sia “rassicurante”. Per quanto mi riguarda la mia scelta è stata perfetta per iniziare! Non è una moto nervosa e scattante, ma era quello di cui io avevo bisogno. Non ritengo noi donne tutte uguali, abbiamo esigenze e bisogni differenti, quindi, semplicemente: ad ognuna la sua moto!

Molti uomini guidano la moto e non hanno interesse per gli aspetti meccanici, altri impazziscono. Tu sei curiosa oppure “basta che la moto cammini ed io sono felice” ?

Sono una donna curiosa in generale; mi piace sentire parlare di motori, qualcosa la capisco, qualcosa un po’ meno…sicuramente adoro il rumore del motore, più che le chiacchiere!

C’è un’esperienza particolarmente bella (una gita, un evento) che ti ha colpito al punto di volercela raccontare?

Negli ultimi anni ho viaggiato molto in moto, ma se devo essere sincera mi ricordo con emozione i giorni in cui ho imparato a guidare la mia moto: ho avuto la fortuna di poter imparare per le strade della Sardegna, nel mese di novembre. Le strade erano praticamente tutte per me! Eravamo Lella, io e il mare che ci guardava sorridendo! È stato bellissimo e indimenticabile, soprattutto perché ho avuto la consapevolezza di poter essere anche io un pilota!

MyTech: un’azienda tutta italiana

Oggi vorrei fare qualcosa di diverso, vorrei presentarvi un’azienda tutta italiana che sforna delle valige laterali veramente belle: le famose Mytech (http://www.mytechaccessories.it/).

MyTech é un marchio della Meroni F.lli , azienda che da oltre quarant’anni é presente sul mercato con progettazione e produzione di stampi.

Le differenti tipologie di lavorazione hanno ampliato il know-how sul prodotto fino a raggiungere la certificazione di qualità ISO 9001. Le capacità produttive e il management hanno proiettato l’azienda in una realtà imprenditoriale rivolta a soddisfare un mercato sempre più esigente, affrontando sfide importanti come la produzione MyTech, oggi brand di riferimento nel settore del mototurismo. I nostri prodotti si distinguono per l’elevato grado di innovazione e design, ma soprattutto per l’attenzione rivolta alle reali esigenze del mototurista, indispensabili infatti sono i consigli e le indicazioni che riceviamo dai nostri test driver, “motociclisti veri” che vivono le due ruote in tutte le situazioni, dalle più estreme al quotidiano.

L’azienda vanta prodotti veramente notevoli ed io mi ci sono imbattuto nell’ormai estrema ricerca di un kit di valige laterali. Con molta serietà, nel trattamento del mio caso specifico (valutare se il terminale Akrapovic fosse compatibile con le loro valige), l’azienda ha dimostrato molta flessibilità e disponibilità nella gestione di un eventuale ordine che, successivamente, dovesse risultare  incompatibile. I prodotti MyTech sono così tanto apprezzati che sul sito, invece della classica galleria personale, hanno album creati dagli utenti con la dimostrazione dell’apprezzamento verso il loro prodotto.

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Compatibilità tra borse laterali e terminali di scarico

Da quado sono entrato in possesso della mia BMW F 800 GS, mi sono imbattuto in un problema annoso: può il terminale Akrapovic, installato dalla stessa BMW, essere considerato alla stregua di un terminale originale nella scelta delle valige laterali? Ovviamente no. I telai risultano incompatibili e i produtti spesso non garantiscono. Mi sono trovato quindi nella condizione di cercare di capire quali telai potessero risultare compatibili. Questo post ha lo scopo di raccontarvi la mia esperienza sperando che possa tornarvi utile.

Il principio: l’abito fa il monaco

la situazione iniziale è presto detta: la BMW fa uscire il GS con due marmitte, l’originale e l’Akrapovic. La seconda è esteticamente più bella e fa guadagnare 0,7cv al motore (praticamente nulla). Non è quindi necessario rimappare la centralina o intervenire da qualche altra parte. Si svita il bullone di sostegno, si sganciano le molle, si estrae una marmitta e si infila l’altra. Niente di più semplice…niente di più problematico.

L’Akrapovic non è considerata originale dai produttori di accessori e quindi non viene testata. Non importa che sia BMW a farla uscire con questa marmitta, non importa che moltissime BMW le montino, i produttori (in parte giustamente) non la prendono in considerazione. Ogni accessorio viene provato con gli accessori originali, il resto è un terno a lotto ma come avvengono queste prove? Nel corso delle mie piccole indagini ho parlato con molti produttori (alcune esperienze le trovate nel blog) tra cui GIVI, MyTech, etc… la risposta è sempre stata la stessa.

Testiamo i nostri prodotti sulle configurazioni originali, grazie soprattutto alla collaborazione con alcuni rivenditori BMW che ci consentono di provare le installazioni su moto esposte. Non c’è la possibilità di provarli con marmitte o accessori diversi, significherebbe spendere un capitale per cercare di provare tutte le configurazioni.

Direi che la posizione di tutti i produttori è la stessa e che sono tutti allineati nel garantire la compatibililità piena con l’assetto originario ma allora cosa accade e come comportarci quando un accessorio come uno scarico è diverso?

Facciamo una foto ricordo?

Ebbene sì, ad un certo punto ho scattato foto, preso misure e contattato i produttori. Tutti erano curiosi di determinare se e come il loro prodotto potesse essere considerato compatibile con l’Akrapovic. Per loro rappresentava un maggiore flusso di vendita, per me la risposta ad un problema. Dalle foto è emersa una cosa piuttosto banale: i telai, lato marmitta, hanno generalmente due tipi di “attacco” sul codone. Il primo è più basso ed entra nell’area dell’indicatore di direzione. Il secondo tipo è molto più ampio. Dobbiamo considerare che i terminali aftermarket, generalmente, sono più stretti dell’originale BMW ma l’Akrapovic si rivela leggermente più alto e quindi ingombrante. Quei due o tre centimetri potrebbero corrompere il vostro acquisto. Prendiamo come esempio le immagini riportate di seguito: sopra c’è il telaio GIVI, e sotto il telaio Trax EVO

telaio GIVI

telaio TRAX

Potete notare facilmente le differenze. Nel telaio di sinistra (GIVI) l’archetto di sostegno superiore passa sotto l’indicatore di direzione. Infatti la stessa GIVI mi disse che l’altezza del terminale Akrapovic poteva rappresentare un rischio di compatibilità nel montaggio. A questo proposito vi riporto anche una foto del terminale Akrapovic visto da dietro.

fotoGS

Il telaio delle valige Trax passa sopra l’indicatore di direzione che, come mostrato dalle foto, non è superato invece dal terminale Akrapovic. Ne consegue che la compatibilità sarà molto elevata.

Il consigli di chi produce

Sostanzialmente, oltre a quanto riportato sopra, che motiva come mai le prove non vengano fatte con accessori diversi, i produttori raccomandano agli utenti di prendere contatto con alcuni negozianti di fiducia ed effettuare le prove di compatibilità “vestendo” il telaio senza necessariamente montarlo. Appoggiare il telaio è spesso risolutivo ma non nei casi in cui calza al millimetro. Stringere i bulloni può comportare un irrigidimento della struttura a carico della marmitta. Inoltre è sconsigliato fare come mi ha raccomandato un produttore: “può sempre modificare il telaio da se con l’aiuto di un fabbro”.  Bene, immaginate di essere a 130 Km/h e la staffa che avete montato cede facendo cadere la valigia in alluminio che rotola e rimbalza fino ad entrare nel parabrezza dell’auto dietro di voi. Ok, una scena d’azione niente male ma…voi rischiereste?

Il mio consiglio

Posso solo darvi tre tipi di consigli:

  1. Non abbiate fretta. Scattate foto, osservate dettagli e valutate ogni aspetto.
  2. Contattate direttamente i produttori: sono tutti molto disponibili.
  3. Fate la prova presso un negoziante ma, soprattutto, consultate internet. Benchè le risorse che mettano in risalto le eventuali incompatibilità sono al momento quasi inesistenti, esistono molti forum con fotografie che potrebbero dimostrarvi che ciò che vorreste è possibile.

Notate che molti terminali aftermarket sono, oltre che più stretti, anche sensibilmente più corti e quindi non ci sarebbe alcuna difficoltà nell’installarli. Io alla fine ho notato che le TRAX EVO, che sono rinomate per la qualità ma anche per l’ingombro (i telai sporgono) sono montati dalla casa produttrice e documentati con l’Akrapovic. La foto mostra l’assetto a telaio montato con Akrapovic fatto dal sito Bikerfactory.

telaio TRAX-bikerfactory

 

Comprerò queste valige? Chissà…questo è un altro paio di maniche.

TUTORIAL: collegamento del TOMTOM al BMW F 800 GS o 1200 – metodo semplice

Dopo la prima versione dell’articolo dedicato al collegamento del TOMTOM alla nostra BMW, ho deciso di farne uno più semplice, veloce e leggero, per tutti i lettori. In questa nuova edizione verranno ridotti i dettagli per rendere tutto più immediato. Verrà introdotto un componente da acquistare che semplificherà il tutto e vedrete che il montaggio non durerà oltre i 10 minuti! Iniziamo.

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Per prima cosa vi occorre un componente con cui non sarà necessario fare saldature e/o collegamenti strani. Lo trovate sul sito della celebre casa Touratech a questo indirizzo.

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Il collegamento è semplice: rosso con rosso e poi il restante. Il cavo si monta agevolmente. Basta spellarlo di circa uno o due centimetri, spingerlo dentro l’apposita capsulina nera e stringere il tutto avvitando. Niente saldature, o altro. Quando avrete finito, collegate il connettore al vostro BMW che, nel caso del F800 ha l’attacco sotto al serbatoio Ricordate di sollevare lentamente il serbatoio dopo aver tolto le viti perchè la calotta è connessa al corpo centrale.

GIVI: le nuove valige 3D600

Iniziamo un nuovo (ma vecchio) articolo circa la sostituzione delle valige semirigide 3D600 di GIVI. Sostanzialmente, come da questo articolo, le borse prodotte dalla ditta italiana sono veramente belle ma afflitte da una eccessiva delicatezza che ha portato alcune cuciture e alcuni dettagli a logorarsi. La GIVI, informata del fatto, si era ben posta per far sostituire le borse. Nel frattempo io ho cambiato moto ma Antonio, un nostro lettore e commentatore, si è appassionato della faccenda e ha scattato delle foto per mostrare le differenze estetiche. Spiccano soprattutto le cuciture, che sembrano più rifinite, il tessuto esterno e le maniglie che, come fa notare Antonio, ora sono rigide e non rientrano più come il modello precedente. Quindi godiamoci le foto e grazie Antonio!

Consiglio medico contro le abrasioni da incidente

La vita è fatta così! A volte si resta in piedi e a volte si cade ma l’importante è riuscire sempre a rialzarsi e a raccontarlo. Tuttavia è anche vero che lo scopo di un’esperienza è anche quello di informare gli altri ed evitare che incappino in errori, sviste o informazioni sbagliate.

Quando, ormai due anni fa, ho avuto un incidente sul raccordo, gli effetti più dolorosi sono stati a seguito di un’abrasione nella zona lombo-sacrale (sui reni per intenderci). All’ospedale, oltre l’anti dolorifico (Toradol) e il gastro protrettore (Lansoprazolo) da assumere per evitare che l’antidolorifico facesse danni, mi hanno dato il cicatrene in crema: niente di più sbagliato!

Il cicatrene in crema, sinteticamente, facilita la formazione di una crosta rigida, che alla prima flessione della superficie, tende a spaccarsi. Inoltre la pelle rimane così tanto tirata da rare fastidi se non dolore al paziente. Evitate e ascoltate cosa ho scoperto dall’esperienza di un altro motociclista.

Connettivina PLUS (esiste anche quella normale ma la PLUS ha anche un disinfettante a base di sulfadiazina argentica) è una pomata che può essere presa da sola o sottoforma di bende da medicazione. Le bende si applicano e si possono togliere senza alcun problema dopo 24/48 ore. Al posto della ferita ci sarà una crosta resistente ma elastica. Al tatto risulterà simile alla gomma (non sto scherzando). La connettivina ha la capacità di stimolare la rigenerazione cellulare in circa la metà del tempo richiesto. Spingendo il corpo a creare una crosta naturalmente preposa a flettersi e a resistere alle normali “turbolenze”, urti, acqua, attriti etc…

Molto spesso, per ignoranza, viene dimenticata o trascurata a favore del celebre cicatrene che però risulta inadeguato in alcune zone. Inoltre, se in polvere, il cicatrene viene scongliato dagli stessi medici perchè potrebbe non aderire perfettamente alla ferita e creare delle sacche vuote in cui non viene assorbito e rimane “stagnante” (sì fa decisamente un po’ schifo).

In caso di abrasione, quindi, vi raccomando di lasciar perdere il cicatrene e comprare la connettivina plus. Avrete un immediato miglioramento e soffrirete decisamente di meno. Provare per credere.

GS Academy: ne parlo anche io va…

Sento di voler pubblicare (anche io) questa notizia per dare visibilità ad un’iniziativa lodevole ed importante. Si tratta della GS Academy che, in Toscana, svolge corsi di preparazione alla guida su strade bianche.  Da sempre la guida off-road, per quanto affascinante, attira anche persone temerarie ma imprudenti. La guida, in questi casi, deve essere preparata con attenzione. Questo corso, del costo di 660 euro, fornisce tutti quante le nozioni necessarie per affrontare con sicurezza i tracciati. Per le iscrizioni è possibile visitate la sezione “Academy” del sito BMW Motorrad oppure inviare una e-mail all’indirizzo bmwacademy@multiservice.vr.it

BMW Motorrad GS Academy. Terreno fertile.

BMW Motorrad GS Academy, l’unica scuola permanente di guida e perfezionamento off road firmata BMW Motorrad. La GS Academy si propone di dare un supporto tecnico, teorico e applicato di elevato livello per imparare e migliorare le proprie capacità di guida sui percorsi in fuoristrada. Il corso, della durata di un giorno e mezzo, prevede una prima parte dedicata all’approfondimento degli aspetti teorici e pratici all’interno di aree appositamente studiate per lo svolgimento di esercizi dove imparare a dominare la moto su qualsiasi terreno, controllare la frenata e modificare lo stile di guida in funzione dei diversi percorsi fuoristrada. La seconda parte, dedicata ad escursioni attraverso percorsi liberi immersi tra le colline toscane dove applicare tutte le nozioni imparate il giorno precedente. La BMW Motorrad GS Academy aprirà la propria stagione il 20 maggio 2011 e l’esperienza dell’endurista Beppe Gualini e dei qualificati istruttori BMW Motorrad è a disposizione di chi vorrà migliorare le proprie capacità di guida sui percorsi fuoristrada, in una due giorni destinata a lasciare il segno. Dinamismo, avventura, controllo del mezzo ma anche relax e natura. La Tenuta di Castelfalfi, tra le province di Firenze, Siena e Pisa fa da cornice alla BMW Motorrad GS Academy e alle uscite alla scoperta di percorsi off-road insoliti ed entusiasmanti. Attraverso 1180 ettari di emozionanti colline toscane e più di 100 km di strade sterrate sarà possibile non avere più ostacoli al divertimento. l corsi di guida sono effettuati in sella alla gamma Enduro 2011 di BMW Motorrad: la nuova monocilindrica G 650 GS, le bicilindriche fronte marcia F 650 GS e F 800 GS, le leggendarie R 1200 GS, R 1200 GS Adventure e l’entusiasmante HP2 Enduro. Inoltre per i più esperti la specialistica G 450 X. Inoltre da quest’anno sarà possibile prendere parte ai corsi in sella alla propria moto BMW Motorrad della gamma enduro equipaggiata con pneumatici tassellati. Location I corsi di enduro GS academy firmati BMW Motorrad si svolgono tra gli incantevoli paesaggi della tenuta di Castelfalfi, a Montaione (FI) tra San Gimignano e Volterra. La tenuta, immersa in un’oasi naturale, è attraversata da più di 100 km di strade sterrate sviluppate all’interno di 1.180 ettari di colline toscane e caratterizzata da tre differenti tipologie di terreno (sabbioso, argilloso, compatto con pietre) così da mettere alla prova diverse situazioni di guida. All’interno della tenuta si sviluppa una struttura adatta ad ospitare diverse attività che invitano a scoprire il territorio attraverso lunghe passeggiate, gite in bicicletta e avventure in moto.

GIVI: Outback Trekker…connubio difficile con BMW F800 GS e Akrapovic

Purtroppo (e dico purtroppo perché non è positiva), la GIVI ha risposto:

Buongiorno, come promesso mi sono recato dal concessionario BMW con cui collaboriamo ed ho preso le misure dello scarico originale. Guardando i semplici “numeri” non dovrebbero esserci grossi problemi, tuttavia noto una maggiore lunghezza verso la parte posteriore della moto. Quello che mi preoccupa un po è proprio l’attacco curvo che vede nel posteriore della sella zona scarico: a mio avviso se dovesse esserci qualche interferenza il punto sarebbe quello. Riepilogando, a mio avviso non dovrebbe esserci un grossissimo problema, tuttavia non sono in grado di darLe garanzie. Qualora decidesse l’acquisto Le consiglio di appoggiarsi ad una officina specializzata che possa intervenire con eventuali piccoli adattamenti.

La risposta lascia aperta la speranza di un intervento “specializzato” che, però, se non fatto bene, rischia di compromettere ben più che un telaio. Di conseguenza sfuma, almeno in teoria, la possibilità di installare le valige GIVI Outback Trekker sul BMW F800 GS dotato di terminale Akrapovic. Un vero peccato. Se qualche temerario, invece, fosse riuscito nell’impresa lo pregherei di contattarmi quanto prima e dimostrarmi il contrario, magari con una bella foto.

La scelta delle valige laterali per BMW F 800 GS

È ormai qualche giorno che sto valutando l’acquisto di valige laterali per il mio BMW F800 GS. Ho deciso di scrivere questo articolo perché, benchè in apparenza questa scelta possa sembrare banale, essa è realmente complessa dato sia il costo, che il tipo di moto. Molte valige, nel massimo del loro volume, sono tarate per un BMW 1200 GS e non per l’800 o i modelli inferiori. Tuttavia, prima di arrivare a questo annoso dubbio, bisogna risolverne ben altre. Iniziamo va…

Alluminio o plastica?

È già perchè la cosa non è così semplice, anzi. Ho la fortuna di essere iscritto ad un motoclub veramente ben popolato. Ho ricevuto molti consigli ben “equilibrati” la cui “summa” è stata:

Per l’impiego ordinario ripiega anche sui vario di BMW ma sull’impiego più serio allora è meglio l’alluminio.

Personalmente, nel garage dove parcheggio, ho potuto apprezzare molto da vicino le Vario e ho notato, con un certo stupore, che sono veramente piccole, potrei tranquillamente sbagliarmi. Il consiglio ricevuto nel forum del motoclub (“non fare ettolitri di bagagli“) l’ho trovato giusto ma le Vario sono veramente valige laterali insoddisfacenti secondo me. Ho deciso, anche in previsione di un viaggio che vorrei pianificare, di ripiegare sull’alluminio.

L’alluminio è più resistente ma, soprattutto, garantisce una reale impermeabilità anche perchè la chiusura è a coperchio e non a sportello. L’unica valigia degna di nota, in plastica, con la chiusura simili-alluminio, è quella della Hepco & Becker (modello Gobi).

Quale marca e modello?

Nel forum, un utente, è stato molto veloce a “cassare” l’ormai celebre (almeno in questo blog)  la Givi. In realtà devo ammettere che dopo una ricerca di 8 ore continuate, la GIVI è la casa produttrice con il miglior rapporto qualità/prezzo e non tanto in Italia ma anche nei paesi stranieri. L’idea sarebbe quella di acquistare le GIVI OUTBACK TREKKER da 37 litri per il lato con il terminale e quella da 48 litri per l’altro lato.

givi_trekker_outback_48_pack2_L

Queste valige, che esteticamente mi piacciono molto, si possono acquistare completamente ad un prezzo inferiore alle 650 euro (telaio incluso). Nel corso della settimana scorsa ho chiamato la GIVI e ho parlato con il personale tecnico. Innanzitutto mi sono fatto inviare le istruzioni di montaggio che presentano un processo non troppo complicato, il cui passaggio più articolato, consiste nello smontare il codone e agganciare una staffa da sotto ma, in realtà, tutto è già predisposto.

Il problema secondario riguarda il terminale Akrapovic di cui molti BMW F800 GS sono dotati. Essenzialmente GIVI garantisce il montaggio sugli scarichi originali ma non sulle variazioni. Comprendendo che la configurazione veniva, però, rilasciata dalla stessa BMW, mi hanno detto che si sarebbero informati da un concessionario, prendendo le misure e facendo le dovute riflessioni. Un comportamento molto serio.

A questo punto, salvo intoppi, non mi resta che aspettare. Ovviamente il tutto non andrà ad impattare sul topcase originale BMW che resterà lì dove si trova ora.

Vedremo cosa accadrà.

Un nuovo sistema per caricare i bagagli

Oggi vi vorrei parlare di un nuovo sistema (tra l’altro molto economico, solo 5 euro) per caricare e bloccare i bagagli in moto. Chi vi scrive è un patito delle cinghie a cricchetto che, per chi non lo sapesse, si contraddistinguono per una grande capacità di resistenza e bloccaggio. Questa estate, nel tentativo di trovare un sistema a cricchetto (il negoziante da cui mi rifornisco non le aveva disponibili), ho cambiato e ho fatto una nuova esperienza.

Vi presento le “ROK Straps” (http://www.rokstraps.com). Si tratta essenzialmente di due cinghie, di cui metà parte è elastica, con attacco ad incastro.  Vi confesso che ero molto scettico ma alla fine sono rimasto soddisfatto.

La prima parte della cinghia è elastica e si lega alle maniglie passeggero “a strozzo” come si può notare dalle foto. La seconda parte, anche quella installabile a strozzo, si può applicare sulla stessa maniglia o anche sul tubolare perché la lunghezza variabile rende possibile avvolgere bagagli di grandi dimensioni. Il risultato finale è molto buono e lo vedete dalla foto.

Il bagaglio è ben saldo. Le estremità delle cinghie possono ulteriormente essere legate in modo da impedirne il movimento. Si tratta di una soluzione economica ma veramente molto interessante per borse, zaini o carichi di piccola e media intensità. Certo non ha la capacità di resistenza di una cinghia a cricchetto ma ha maggiore versatilità perché, avendo le due parti completamente separate, è possibile creare più combinazioni di carico. Esistono di varie dimensioni e sono veramente interessanti per la loro manifattura di qualità.

httpv://www.youtube.com/watch?v=DUQD0S6DkrA#t=79

ABS o NON ABS

Come molti di voi sapranno, molte moto sono dotate di ABS (Anti Blocking System), un sistema che permette, in caso di frenata molto forte, di evitare il bloccaggio delle ruote, riducendo temporaneamente la pressione che i freni fanno sul disco. L’ABS è sinonimo di sicurezza, soprattutto lì dove il terreno è bagnato, più scivoloso o, comunque, offre meno controllo. Nonostante il sistema sia apparentemente favoloso, molti motociclisti non lo considerano utile…anzi.

Una volta, durante un raduno, mi è capitato di parlare con alcuni compagni di giro che rimproveravano l’intervento dell’ABS e la fortuna che si ha nel poterlo disattivare.

Preferisco che la ruota di blocchi, almeno so che sto controllando io la moto.

Personalmente ho trovato queste affermazioni un po’ troppo “estreme”. Di base la moto mi piace controllarla anche nella frenata ma, credetemi, rimpiango amaramente il fatto di non possedere l’ABS sulla moto (neanche sulla BMW). Quando inchiodi e la ruota slitta leggermente è un conto ma, inchiodare sul bagnato è tutt’altra storia e a me è capitato perchè un pedone si è buttato letteralmente in mezzo alla corsia. Dire che ho ripreso la moto all’ultimo momento, quando ormai era quasi del tutto a terra, è forse un eufemismo.

Schema di funzionamento del sistema ABS. 1: centralina elettronica 2: pompa idraulica 3: trasduttore di posizione angolare 4: freno. 5: circuito idraulico.
Schema di funzionamento del sistema ABS.
1: centralina elettronica
2: pompa idraulica
3: trasduttore di posizione angolare
4: freno.
5: circuito idraulico.

C’è anche una cos che non capisco (e qui si vede la mia ignoranza in termini di meccanica). Come mai l’ABS non può essere aggiunto dopo su una moto? Da quanto leggo l’elemento più delicato è la centralina ma, come sappiamo tutti, questa può essere sostituita con relativa facilità. Allora mi domando come mai non è possibile aggiungere successivamente questo importante apparecchio che fa sballare il prezzo di circa 1000 euro?

Alcuni (nessuno con competenza tecnica) mi hanno detto che sarebbe stato un lavoro enorme ma in realtà, a pensarci, il sistema idraulico è normalmente sostituibile nel corso del tempo. Da qui a non vendere proprio l’optional mi sembra assurdo. Qualcuno mi sa togliere questo dubbio amletico.

Per correttezza vi dico che immagine dello schema e descrizione dei componenti vengono dalla Wikipedia.

Quando la garanzia diventa un problema

Ritengo di poterti dare la moto mercoledì, se non ci fossero ulteriori ritardi. Bene, senti avrei una piccola richiesta. Dimmi tutto. Sarebbe possibile installare il cavo del TomTom? Assolutamente no. Noi non installiamo sulle nostre moto componenti di terze parti. Se lo facessimo, decadrebbe la garanzia.

E detto questo vado a spiegare. La moto, che come è ormai chiaro è un BMW F800GS usato, uscirà dal concessionario BMW Motorrad con la garanzia stillnuovo. 12 mesi di copertura forniti dalla casa tedesca. La richiesta di installare il cavo del navigatore viene proprio dalla volontà di far effettuare questo semplice collegamento a persone esperte e, soprattutto, a tutela della garanzia. La risposta mi ha lasciato letteralmente basito. Tenete in considerazione che la Kawasaki, ad esempio, non si è fatta problemi a fare il collegamento. Anzi, se proprio devo dirla tutta, il meccanico ha persino passato un corrugato per la protezione del cavo.

Tendenzialmente la cosa non mi preoccupa più di tanto. Passati i 12 mesi ci sarà l’installazione del cavo (seguendo la guida che vi ho scritto) agganciandolo al connettore staffato ma devo ammettere che l’amarezza resta. Forse alla BMW si aspetterebbero che io prenda gli oltre 500 euro di navigatore e li butti nel cestino, forse non comprendono che la richiesta arriverebbe anche ad essere pagata (benchè io stia acquistando una moto presso di loro, e non è che siano i produttori più economici di questa terra). Fatto sta che, ultimamente, mi ero interessato al navigatore BMW e forse il pensiero di una sostituzione mi sarebbe anche solo balenato nella mente se non fosse che mi sono reso conto che le varie community di motociclisti hanno un’impressione pessima di questo strumento. Sostengono si aggiorni male, che le informazioni siano poco precise e che più generalmente, non sia a livello di GARMIN e TOMTOM.

Peccato aver ottenuto una risposta così “ottusa”. Tutto sarebbe potuto esser più semplice ma si sa…spesso i grandi si perdono in un bicchiere d’acqua.

Un piccolo sfogo

E sul perchè in moto non si saluti se ne parla veramente troppo poco. Il saluto è parte della moto. Quando una persona compra una moto, acquista anche una serie di regole e comportamenti che fanno di lui (o dovrebbero fare di lui) un motociclista e invece, ancora una volta, mi trovo su una strada extra-urbana con motociclisti che non salutano. A differenza di molti, io non ne faccio un problema di marca o tipo. Conosco molti Harleysti che salutano, molti con la BMW fanno altrettanto, quelli con le moto da cross molto spesso no, insomma, non è la moto a rendere ignorante il motociclista (semmai è il contrario).

Io sono pro-saluto. Saluto tutti con una moto (non scooterone) e se sotto alla carena c’è un 250 saluto anche lui che sta condividendo la passione benché su piccola cilindrata. Io sono pro-saluto e sono anche quello che, quando scende dalla sella, ti parla e ti fa i complimenti se hai una bella due ruote.

E scusate questo sfogo ma per me ci sono troppi finti motociclisti in giro…andassero in pista o la tenessero nel garage. Farebbero meglio.

Uno strumento per mille usi

Oggi voglio presentarvi un tool che ho sviluppato di mia mano e che consente, con un pochino di precisione, di tenere sotto controllo tutti i principali parametri di consumo della vostra motocicletta. Il programma non ha nome e funziona singolarmente per moto. Fondamentalmente il programma si occupa di:

  • Registrare e monitorare i consumi di carburante;
  • Effettuare statistiche circa tali consumi (rifornimento più costoso, meno costoso, chilometri a litro effettivi, etc…);
  • Registrare i consumi di accessori, assicurazione, bollo, etc…;
  • Effettuare statistiche annuali, con possibilità di applicare filtri;
  • Registrare il consumo dei treni di gomme;
  • Possibilità di effettuare statistiche circa il consumo del treno installato con la predizione sul quando andrà cambiato;
  • Registrare i tagliandi da effettuare, con possibilità di segnalazione quando si è vicino al chilometraggio fatidico;
  • Predizione della data del prossimo tagliando;
  • Reportistica unificata in cui è possibile avere tutti i dati in modo ordinato.

Lo strumento è consultabile online tramite un apposito lettore disponibile per PC, MAC e iPhone/iPad/iPod. Di seguito qualche immagine esplicativa. Tra l’altro sto cercando anche persone per testare le funzionalità.

Senza dubbio richiede molto zelo (ogni pieno richiede di essere registrato e documentato) ma alla fine comporta molto meno sforzo di quanto uno non pensi. Il vantaggio è impressionante. Ovviamente funziona sa su rete wi-fi che su 3G.

TUTORIAL: collegare il TomTom Rider al F800 GS o al 1200 GS

Quella che state per leggere è una guida su come collegare un navigatore o un apparato elettronico ad al sistema di alimentazione della nostra BMW. Questa guida vuole supplire alla mancanza di un tutorial ben definito, nonostante su internet si trovano tutte le informazioni del caso. Buona lettura, ovviamente non mi assumo la responsabilità di eventuali malfunzionamenti. Buona lettura.

Cosa vi serve

Ogni BMW 1200 o 800 (sinceramente non lo so per la 650), ha “nascosta” una presa di alimentazione supplementare. Si tratta di un connettore vero e proprio, con connessione diretta alla centralina e quindi non è una presa accendi-sigari. Per prima cosa occorre capire cosa vi serve per poter effettivamente procedere al montaggio. In questo tutorial procederò con il cavo del TomTom Rider 2. Per procedere vi occorre quindi:

  1. Il filo di connessione
  2. Il connettore “femmina” da inserire in quello nascosto sulla BMW (vi spiego alla fine del punto elenco)
  3. Un paio di forbici per spellare i cavi
  4. Tanto nastro isolante (meglio se resistente ad alte temperature)
  5. Fascette per bloccare i fili
  6. Pazienza e buona volontà (è facilissimo)

Per quanto riguarda il connettore “femmina”, si tratta di un ricambio acquistabile liberamente da BMW (pertanto è un prodotto sicuro perchè originale). Vi lascio la foto in modo da capire.

power_connector

Vedete sotto al connettore bianco, quei segnetti sul filo giallo? Sono numeri (1,2,3), teneteli a mente perchè, nel caso del TomTomRider, sarà sufficiente collegarne solo 2. Per quanto riguarda il connettore maschio, invece, dovete cercare in due punti diversi. Sul 1200 il connettore è mostrato in immagine, sul 800 è messo sotto al finto serbatoio. Il connettore è completamente nastrato ed attappato. Le foto dello schema (quelle disegnate) si riferiscono al 1200.

gps_aux_connector_electrical_diagram2connector_socket_location2gps_connector_socket

Come potete notare dalla figura sopra riportata, il connettore è nascosto dal nastro isolante e protetto da un tappo ma è sostanzialmente libero e pronto all’uso.

Preparare il cablaggio

Per prima cosa, il mio consiglio, è proteggere il cavo del TomTom con del nastro isolante e sarebbe auspicabile usare quello resistente ad alte temperature (non si sa mai). Grosso modo il lavoro finito dovrebbe essere come in foto.

IMG_0202

Volutamente (non si vede dalla foto) non ho protetto l’ultimo tratto vicino ai fili (diciamo gli ultimi 10 cm…) non si sa mai. Lo facciamo dopo aver completato le connessioni. Jorgos, un amico di viaggio, mi ha dato queste indicazioni che vi incollo pari pari per il TomTom Rider:

il nero con il cavo giallo numero 1 (che è la massa)

il rosso al cavo giallo numero 3 (che è il +12v)

Non ditemi che è difficile perchè vi buco una gomma! Spellate i cavi da ambedue le estremità ed effettuate i collegamenti. Il risultato finale dovrebbe essere pressapoco questo:

solder_gps_connection

Non andate nel panico: non è obbligatorio saldare il cavo ma ricordate di proteggere ogni contatto con il nastro isolante e di progettere anche il filo libero, quindi coraggio, andateci giù di isolante forza! Proteggete tutto come se fosse un filo unico ma senza esagerare e provate il cavo. Se tutto va bene seguite le prossime istruzioni.

Richiudere

Non sottovalutate questa parte. Se tutto fosse andato bene passate il cavo internamente e fatelo uscire dalla plancia. A questo punto chiudete con il nastro isolante la rimanente parte di cavo che avete lasciato scoperto incluso il connettore. Mi raccomando ragazzi, niente fregnacce che altrimenti so danni. Infine prendete le fascette e, senza esagerare, bloccate il cavo e soprattutto il connettore. Il risultato finale dovrebbe essere simile a questo.

gps_sat_nav_power

Godetevi il vostro navigatore e i vostri viaggi!

Ringraziamenti e Crediti

Parte di questa guida è stata realizzata con materiale e informazioni di terzi. Mi sembra doveroso e onesto citare le fonti.

Grazie a Jorgos per le email in cui mi ha spiegato come effettuare le connessioni per il TomTomRider.

Grazie al sito Motorcycle Info Pages e all’articolo di AndyW che trovate qui.

Ciò che è necessario…

Così, dopo una serata passata a studiare gli schemi elettrici, ho preparato a mano tutto quello che serve per sfruttare il connettore nascosto. Certo è che per depositare correttamente il navigatore sarebbe stupendo poter inserire questi due componenti all’interno della moto (cliccate per vedere).

 

Tomtom01
Staffa di montaggio per navigatori
 
Tomtom02
Attacco per TomTom Rider II con chiusura a chiave e tecnologia MvG antivibrazione.

Un viaggio…

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Quella che vedete nella foto non è la scena di un film. È qualcosa di reale e meraviglioso. È uno dei migliaia di scorci della zona dell’Abruzzo, una regione fantastica a pochi chilometri dal Lazio. L’Abruzzo, oltre che dell’ottima cucina, gode di ambienti ricchi di natura, superfici ottimali per enduro e viaggi su asfalto.

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Sto valutando una “spedizione” in quelle terre stupende per passare un fine settimana alla scoperta della natura, della moto e della buona cucina. Chiunque fosse interessato alla pianificazione può contattarmi senza problemi tramite un commento. L’itinerario non prevede l’impiego di autostrade, e avrebbe come meta di arrivo il Ristoro Mucciante. Arrivati lì, per chi in possesso di moto enduro, si uscirà dalla lingua asfaltata e si affronterà lo sterrato. Per chi, invece, desidera girare la zona circostante rimanendo sul catrame, non c’è problema perchè il punto di ritrovo potrebbe essere proprio il rifugio. Parliamo di un viaggio di 3 ore e mezza circa.

Al momento non ho stabilito una data. Chi volesse partecipare o semplicemente rimanere informato può compilare il modulo sottostante.

[contact-form][contact-field label=’Nome’ type=’name’ required=’1’/][contact-field label=’Email’ type=’email’ required=’1’/][contact-field label=’Marca’ type=’text’ required=’1’/][contact-field label=’Modello Moto’ type=’text’ required=’1’/][contact-field label=’Tipo di moto’ type=’radio’ options=’Sportiva,Enduro,Turistica,Altro’/][contact-field label=’Lascia un messaggio’ type=’textarea’/][/contact-form]

Pianificate il vostro viaggio in moto con RouteConverter

Oggi voglio parlarvi di una cosa che i motociclisti apprezzeranno senza dubbio: la pianificazione di viaggi e itinerari di qualsiasi tipo. Qualche anno fa, vagando su Internet, ho trovato un software gratuito per tracciare sulle mappe google veri e propri itinerari muniti di waypoint e informazioni di qualsiasi tipo. L’aspetto interessante è che l’utente può inserire i punti sia tramite indirizzo, sia tramite coordinate, sia tramite clic sulla mappa. Il programma si chiama RouteConverter (http://www.routeconverter.de/home/en).

routeconverter_thumbnail

Il programma è multipiattaforma ed è basato su Java. La cosa estremamente interessante è la capacità di esportare in tantissimi formati, tra cui quelli compatibili con Tomtom (soprattutto gli .itn), Garmin e Google Earth. In sostanza sarete in grado di disegnare viaggi di ogni tipo e caricarli su qualsiasi supporto di navigazione senza spendere un euro. Gli utenti Mac potrebbero avere problemi nell’esecuzione dell’applicazione, niente paura, scrivetemi un commento e vedrà di aiutarvi. Essenzialmente possono cliccare con il tasto destro sull’icona (che dovrebbe risultare come incompatibile), andare su “Mostra contenuto pacchetto“, estrarre l’icona sul desktop ed eseguire il programma.

Non mi resta che augurarvi buona pianificazione e buon divertimento!

   

GIVI: ancora problemi con le borse 3D600 e TE265

Ebbene rieccoci alla GIVI e alle borse 3D600 con montaggio EasyLock. Oltre al problema del deterioramento del tessuto delle borse (leggete qui), c’è anche l’annoso problema dei telaietti difettosi sulla parte delle frecce (qualcosa avevo accennato qui). Andiamo per gradi.

Le frecce montate sui telaietti TE265 della GIVI si staccano. Si staccano perché non sono avvitate bensì incastrate e quindi la pressione del vento le stacca. Parliamo di una velocità superiore ai 130 Km/h (140-170). Il problema è che, oltre a questo, le frecce si staccano anche perché le borse toccano le frecce come dimostrato dalle foto.

La foto successiva invece mostra che la staffa su cui è inserita la freccia è attaccata alla massima estremità possibile. Pur di farlo, come potete vedere voi stessi, ho deciso di usare solo una delle due viti. Non è possibile spostare le frecce più in basso perché nella parte inferiore della staffa è presente una rientranza che impedisce di abbassare ulteriormente la staffa.

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A questo punto ho scritto alla GIVI, vi riporto il testo.

L’installazione delle borse è avvenuta con successo ma si verifica un fatto strano e vorrei sapere da Lei se è già capitato oppure no. In sostanza, quando applico le borse, uno degli angoli della borsa urta sulla freccia facendola uscire fuori dalla sede prevista dalle vostre staffe. Tra l’altro le devo segnalare che a velocità che oscillano tra i 140-150 le frecce escono anche senza borse ma, se fossero applicate le borse, basterebbe un allungo per farle uscire dalla sede e farle penzolare. Come noterà dalla seconda foto, la staffa è montata più esterna possibile e, per intenderci, è più in basso possibile (considerando che c’è quella striscia metallica che impedisce di abbassarla ulteriormente). Vi è mai capitato? Come posso aggirare il problema?
Cordiali saluti.
A questo punto attendiamo la risposta di GIVI, vi lascio alcuni dettagli circa il montaggio dei telai e lo stato delle frecce.
AGGIORNAMENTO DA GIVI IL GIORNO 26/06/2013
“Gentile cliente, i porta frecce sono montati al rovescio e vanno ruotati di 180°; (vedere (pag2 dell’allegato).” Effettivamente il problema esiste. Il meccanico ha sbagliato a inserire le staffe porta frecce. Ne approfitterò per valutare quanto questo errore sia effettivamente causa del problema. Vi tengo aggiornati.   AGGIORNAMENTO DA GIVI IL GIORNO 27/06/2013 “Gentile cliente, in allegato alla presente trova una fotografia (scattata al primo prototipo del telaietto) nella quale può vedere qual’è il corretto posizionamento del porta frecce. Il porta freccia va montato dietro la staffetta (particolare 10/11) e non davanti. Il bordo piegato a 90° che c’è sul porta freccia dovrà restare in alto e non in basso, e rivolto verso l’interno.”  

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GIVI: una prova di serietà

Ecco il piccolo lucchetto fornito in dotazione con le valige. Niente di speciale ma meglio di nulla.
Ecco il piccolo lucchetto fornito in dotazione con le valige. Niente di speciale ma meglio di nulla.

Come avrete letto nel corso degli altri articoli, le borse EasyLock della GIVI hanno subito un lieve danno. Una piccola abrasione che ha compromesso il tessuto nero esterno che vedete in foto (la didascalia non è pertinente). Sotto questo tessuto c’è una specie di parte simil-gommapiuma come consistenza. Qualche giorno dopo mi sono reso conto che, in prossimità della cucitura, nella zona d’angolo della valigia, il tessuto ha iniziato a rompersi. Ovviamente il punto è ben lontano dal punto di abrasione e quindi ho provveduto a scrivere alla GIVI. La risposta è stata rapida (72 ore) e seria, come potrete leggere da voi.

Gentile cliente, sono molto dispiaciuto per quanto accaduto, e le confermo che siamo disponibili a far rientrare le borse per sostituirle con una coppia nuova. Tuttavia siamo purtroppo attualmente sprovvisti di 3D600 Easylock, quindi le consiglierei di utilizzarle sino a fine luglio (quando dovremmo avere le borse disponibili), e di riportarle poi dal suo rivenditore in modo da permetterci di farle rientrare per esaminarle e sostituirle.

Restando a disposizione per eventuali chiarimenti, colgo l’occasione per porgerle Distinti Saluti

Questa risposta si inserisce in un contesto di alta professionalità e competenza che, diciamoci la verità, fanno sempre piacere. Vi terrò informati ma, ancora una volta, GIVI si è comportata dimostrando una grande capacità di gestione del cliente.

Quando le frecce si staccano!

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Vi avevo lasciato con una raccomandazione circa il difetto delle frecce che si staccano. Effettivamente questo problema c’è e, nel caso della Z-750, si manifesta su velocità che oscillano tra i 150 e i 170 Km/h. Vi spiego cosa succede. A differenza delle frecce anteriori, bloccate con una vite alla carena, quelle posteriori sono semplicemente “ad incastro” e sono composte da una gomma di due densità diverse. La prima gomma è rigida, la seconda è morbida. La parte morbida è proprio quella che si incastra, per cui la pressione del vento è in grado di far sgusciare fuori la freccia. Non sarebbe questo il problema, in realtà, quanto il fatto che la freccia è vuota all’interno e questo consente al materiale di deformarsi quanto basta per uscire dall’alloggiamento metallico previsto da GIVI. come fare allora?

Sicuramente, se non volete toccare le frecce, potete senza dubbio inserire all’interno dell’incavo uno spessore o un materiale facilmente estraibile su richiesta. In questo modo la freccia non potrà piegarsi. Va bene del cartoncino, del giornale compresso, insomma qualsiasi materiale che impedisce alla freccia di deformarsi con la pressione del vento.

Sto notando che, dandogli un’occhiata prima di partire, e assicurandosi che il bordo della freccia aderisca all’aggancio metallico (materialmente ci vogliono veramente meno di 5 secondi per eseguire l’operazione), non si riscontrano problemi. Però devo anche dire che non ho avuto ancora modo di testare il tutto sui tragitti lunghi ma solo su tragitti misti da 90 Km.

Vi terrò informati…promesso.

Le 4 Stagioni del Motociclista

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Finalmente sono uscite in commercio “Le 4 Stagioni del Motociclista”, la raccolta di racconti che ho scritto qualche mese fa. A pubblicare la raccolta, per ora disponibile solo in formato elettronico, è la casa editrice  “Edizioni della Sera”. Vi lascio il link!!!

http://www.bookrepublic.it/book/9788897139416-le-quattro-stagioni-del-motociclista/

   

Borse laterali GIVI 3D600: una prova di contenimento su richiesta

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Luca, un visitatore del blog, mi ha chiesto se all’interno dei bauletti (le borse laterali in cui parliamo in questo articolo) può entrare una giacca da moto. Come avrete avuto modo di leggere nel reportage, lo spazio è veramente piccolo e non consente neanche il trasporto di un casco integrale. Non a caso, secondo una mia personale opinione, sarebbero ideali per il trasporto di magliette, costumi e pantaloni durante la trasferta estiva. Già in inverno sarebbe più complesso perchè la copertura in tessuto rende le borse particolarmente poco adatte ad essere trasportate sotto la pioggia. E’ vero che ci sono coperte esterne e borse stagne interne ma, vi posso assicurare, che ve lo risparmiereste. Ad ogni modo torniamo alla richiesta del nostro amico Luca.

Bene, la prova che ho fatto ha riguardato 3 tipologie di giacca.

PROVA 1

La prima è una giacca Alpinestar invernale ma senza imbottitura. Protezioni semirigide su gomiti, avambracci, spalle. Protezione morbide su schiena e costole. E’ una giacca a 3/4 che, per intenderci, uso per proteggere il completto giacca e cravatta con cui vado a lavoro.

Conclusioni: la giacca Alpinestar è uno scafandro. Scusate lo sfogo ma è vero. Per carità, è perfetta per l’inverno, tasche capienti, tante zip protette dalla pioggia ma, certamente, per essere infilata in un contenitore così piccolo non è adatta! Tuttavia è entrata all’interno della valigia utilizzando l’estensione massima. Vale a dire aprendo la zip per lo spazio aggiuntivo.

PROVA 2

La seconda è una giacca di mezza stagione in pelle della SPIDI. Ottimo acquisto con stesse identiche protezioni salvo per la schiena e le costole dove, al momento, non ho inserito protezioni.

Conclusioni: Paradossalmente la giacca in pelle mi ha creato più problemi. Piegandola come si deve è entrata ma, anche in questo caso, la zip è stata necessaria. Benchè la giacca fosse più corta rispetto quella precedente, la difficoltà a piegarla è stata la medesima.

PROVA 3

La terza giacca è la famosa giacca NL5 della SPIDI. Ottima giacca traforata estiva dotata di protezioni identiche a quella invernale tranne per quelle sulle costole. Attenzione perchè in questa terza giacca è stata inserita la protezione rigida sulla schiena e quindi la sua mobilità è ridotta.

Conclusioni: La più semplice…se non fosse stato per la schiena rigida. Drammaticamente difficile perchè non è possibile “appallottolarla” come si potrebbe dal momento che è solo tessuto.Anche in questo caso, estendendo la zip è entrata benchè sarebbe stato possibile forzare un pochino e farla entrare anche senza estensione.

Allora Luca, le risposte ti hanno soddisfatto? Spero di si e comunque lascia che ti dica che l’opinione su questo prodotto GIVI non è negativa, anzi. Mi raccomando alla fase di installazione soprattutto di ricollocamento delle frecce che rischiano di avere i fili elettrici troppo tirati o di essere alte e piegarsi quando installi il bauletto. Mi raccomando perchè le frecce tendono anche a staccarsi se non sono ben inserite nell’alloggio. Infine ricorda una cosa, e parlo per esperienza personale, il filo delle frecce è più lungo di quello che si crede. E’ solo rigido quindi, con estrema attenzione, verifica di poterlo allungare.

Un motociclista lo sa…

Ieri notte ho fatto tardi per essere un giorno feriale. Alle 23:30 ero ancora in strada e la città stava andando a dormire. I semafori lampeggiavano le gomme scivolavano indisturbate sull’asfalto ed io pensavo all’idea di cambiare moto. Questo pensiero, ultimamente, mi segue spesso. La mia Z750 è una gran moto, sensuale, aggressiva, divertente. Alle donne piace, alla mia compagna soprattutto ma lentamente sento che non riesce più a rispecchiare una parte di me. Ho voglia di “crescere” e mi piace l’idea del GS 800 anche se, molti lettori e biker, direbbero che sono matto a passare da una sportiva naked ad una stradale. Un motociclista sa quando qualcosa cambia nel rapporto con la moto. Non è sul piano “migliore” o “peggiore”. E’ sul piano “c’è qualcosa di diverso”.

Che cosa sta succedendo?