Uno strumento per mille usi

Oggi voglio presentarvi un tool che ho sviluppato di mia mano e che consente, con un pochino di precisione, di tenere sotto controllo tutti i principali parametri di consumo della vostra motocicletta. Il programma non ha nome e funziona singolarmente per moto. Fondamentalmente il programma si occupa di:

  • Registrare e monitorare i consumi di carburante;
  • Effettuare statistiche circa tali consumi (rifornimento più costoso, meno costoso, chilometri a litro effettivi, etc…);
  • Registrare i consumi di accessori, assicurazione, bollo, etc…;
  • Effettuare statistiche annuali, con possibilità di applicare filtri;
  • Registrare il consumo dei treni di gomme;
  • Possibilità di effettuare statistiche circa il consumo del treno installato con la predizione sul quando andrà cambiato;
  • Registrare i tagliandi da effettuare, con possibilità di segnalazione quando si è vicino al chilometraggio fatidico;
  • Predizione della data del prossimo tagliando;
  • Reportistica unificata in cui è possibile avere tutti i dati in modo ordinato.

Lo strumento è consultabile online tramite un apposito lettore disponibile per PC, MAC e iPhone/iPad/iPod. Di seguito qualche immagine esplicativa. Tra l’altro sto cercando anche persone per testare le funzionalità.

Senza dubbio richiede molto zelo (ogni pieno richiede di essere registrato e documentato) ma alla fine comporta molto meno sforzo di quanto uno non pensi. Il vantaggio è impressionante. Ovviamente funziona sa su rete wi-fi che su 3G.

TUTORIAL: collegare il TomTom Rider al F800 GS o al 1200 GS

Quella che state per leggere è una guida su come collegare un navigatore o un apparato elettronico ad al sistema di alimentazione della nostra BMW. Questa guida vuole supplire alla mancanza di un tutorial ben definito, nonostante su internet si trovano tutte le informazioni del caso. Buona lettura, ovviamente non mi assumo la responsabilità di eventuali malfunzionamenti. Buona lettura.

Cosa vi serve

Ogni BMW 1200 o 800 (sinceramente non lo so per la 650), ha “nascosta” una presa di alimentazione supplementare. Si tratta di un connettore vero e proprio, con connessione diretta alla centralina e quindi non è una presa accendi-sigari. Per prima cosa occorre capire cosa vi serve per poter effettivamente procedere al montaggio. In questo tutorial procederò con il cavo del TomTom Rider 2. Per procedere vi occorre quindi:

  1. Il filo di connessione
  2. Il connettore “femmina” da inserire in quello nascosto sulla BMW (vi spiego alla fine del punto elenco)
  3. Un paio di forbici per spellare i cavi
  4. Tanto nastro isolante (meglio se resistente ad alte temperature)
  5. Fascette per bloccare i fili
  6. Pazienza e buona volontà (è facilissimo)

Per quanto riguarda il connettore “femmina”, si tratta di un ricambio acquistabile liberamente da BMW (pertanto è un prodotto sicuro perchè originale). Vi lascio la foto in modo da capire.

power_connector

Vedete sotto al connettore bianco, quei segnetti sul filo giallo? Sono numeri (1,2,3), teneteli a mente perchè, nel caso del TomTomRider, sarà sufficiente collegarne solo 2. Per quanto riguarda il connettore maschio, invece, dovete cercare in due punti diversi. Sul 1200 il connettore è mostrato in immagine, sul 800 è messo sotto al finto serbatoio. Il connettore è completamente nastrato ed attappato. Le foto dello schema (quelle disegnate) si riferiscono al 1200.

gps_aux_connector_electrical_diagram2connector_socket_location2gps_connector_socket

Come potete notare dalla figura sopra riportata, il connettore è nascosto dal nastro isolante e protetto da un tappo ma è sostanzialmente libero e pronto all’uso.

Preparare il cablaggio

Per prima cosa, il mio consiglio, è proteggere il cavo del TomTom con del nastro isolante e sarebbe auspicabile usare quello resistente ad alte temperature (non si sa mai). Grosso modo il lavoro finito dovrebbe essere come in foto.

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Volutamente (non si vede dalla foto) non ho protetto l’ultimo tratto vicino ai fili (diciamo gli ultimi 10 cm…) non si sa mai. Lo facciamo dopo aver completato le connessioni. Jorgos, un amico di viaggio, mi ha dato queste indicazioni che vi incollo pari pari per il TomTom Rider:

il nero con il cavo giallo numero 1 (che è la massa)

il rosso al cavo giallo numero 3 (che è il +12v)

Non ditemi che è difficile perchè vi buco una gomma! Spellate i cavi da ambedue le estremità ed effettuate i collegamenti. Il risultato finale dovrebbe essere pressapoco questo:

solder_gps_connection

Non andate nel panico: non è obbligatorio saldare il cavo ma ricordate di proteggere ogni contatto con il nastro isolante e di progettere anche il filo libero, quindi coraggio, andateci giù di isolante forza! Proteggete tutto come se fosse un filo unico ma senza esagerare e provate il cavo. Se tutto va bene seguite le prossime istruzioni.

Richiudere

Non sottovalutate questa parte. Se tutto fosse andato bene passate il cavo internamente e fatelo uscire dalla plancia. A questo punto chiudete con il nastro isolante la rimanente parte di cavo che avete lasciato scoperto incluso il connettore. Mi raccomando ragazzi, niente fregnacce che altrimenti so danni. Infine prendete le fascette e, senza esagerare, bloccate il cavo e soprattutto il connettore. Il risultato finale dovrebbe essere simile a questo.

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Godetevi il vostro navigatore e i vostri viaggi!

Ringraziamenti e Crediti

Parte di questa guida è stata realizzata con materiale e informazioni di terzi. Mi sembra doveroso e onesto citare le fonti.

Grazie a Jorgos per le email in cui mi ha spiegato come effettuare le connessioni per il TomTomRider.

Grazie al sito Motorcycle Info Pages e all’articolo di AndyW che trovate qui.

Ciò che è necessario…

Così, dopo una serata passata a studiare gli schemi elettrici, ho preparato a mano tutto quello che serve per sfruttare il connettore nascosto. Certo è che per depositare correttamente il navigatore sarebbe stupendo poter inserire questi due componenti all’interno della moto (cliccate per vedere).

 

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Staffa di montaggio per navigatori
 
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Attacco per TomTom Rider II con chiusura a chiave e tecnologia MvG antivibrazione.

Un viaggio…

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Quella che vedete nella foto non è la scena di un film. È qualcosa di reale e meraviglioso. È uno dei migliaia di scorci della zona dell’Abruzzo, una regione fantastica a pochi chilometri dal Lazio. L’Abruzzo, oltre che dell’ottima cucina, gode di ambienti ricchi di natura, superfici ottimali per enduro e viaggi su asfalto.

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Sto valutando una “spedizione” in quelle terre stupende per passare un fine settimana alla scoperta della natura, della moto e della buona cucina. Chiunque fosse interessato alla pianificazione può contattarmi senza problemi tramite un commento. L’itinerario non prevede l’impiego di autostrade, e avrebbe come meta di arrivo il Ristoro Mucciante. Arrivati lì, per chi in possesso di moto enduro, si uscirà dalla lingua asfaltata e si affronterà lo sterrato. Per chi, invece, desidera girare la zona circostante rimanendo sul catrame, non c’è problema perchè il punto di ritrovo potrebbe essere proprio il rifugio. Parliamo di un viaggio di 3 ore e mezza circa.

Al momento non ho stabilito una data. Chi volesse partecipare o semplicemente rimanere informato può compilare il modulo sottostante.

[contact-form][contact-field label=’Nome’ type=’name’ required=’1’/][contact-field label=’Email’ type=’email’ required=’1’/][contact-field label=’Marca’ type=’text’ required=’1’/][contact-field label=’Modello Moto’ type=’text’ required=’1’/][contact-field label=’Tipo di moto’ type=’radio’ options=’Sportiva,Enduro,Turistica,Altro’/][contact-field label=’Lascia un messaggio’ type=’textarea’/][/contact-form]

Pianificate il vostro viaggio in moto con RouteConverter

Oggi voglio parlarvi di una cosa che i motociclisti apprezzeranno senza dubbio: la pianificazione di viaggi e itinerari di qualsiasi tipo. Qualche anno fa, vagando su Internet, ho trovato un software gratuito per tracciare sulle mappe google veri e propri itinerari muniti di waypoint e informazioni di qualsiasi tipo. L’aspetto interessante è che l’utente può inserire i punti sia tramite indirizzo, sia tramite coordinate, sia tramite clic sulla mappa. Il programma si chiama RouteConverter (http://www.routeconverter.de/home/en).

routeconverter_thumbnail

Il programma è multipiattaforma ed è basato su Java. La cosa estremamente interessante è la capacità di esportare in tantissimi formati, tra cui quelli compatibili con Tomtom (soprattutto gli .itn), Garmin e Google Earth. In sostanza sarete in grado di disegnare viaggi di ogni tipo e caricarli su qualsiasi supporto di navigazione senza spendere un euro. Gli utenti Mac potrebbero avere problemi nell’esecuzione dell’applicazione, niente paura, scrivetemi un commento e vedrà di aiutarvi. Essenzialmente possono cliccare con il tasto destro sull’icona (che dovrebbe risultare come incompatibile), andare su “Mostra contenuto pacchetto“, estrarre l’icona sul desktop ed eseguire il programma.

Non mi resta che augurarvi buona pianificazione e buon divertimento!

   

GIVI: ancora problemi con le borse 3D600 e TE265

Ebbene rieccoci alla GIVI e alle borse 3D600 con montaggio EasyLock. Oltre al problema del deterioramento del tessuto delle borse (leggete qui), c’è anche l’annoso problema dei telaietti difettosi sulla parte delle frecce (qualcosa avevo accennato qui). Andiamo per gradi.

Le frecce montate sui telaietti TE265 della GIVI si staccano. Si staccano perché non sono avvitate bensì incastrate e quindi la pressione del vento le stacca. Parliamo di una velocità superiore ai 130 Km/h (140-170). Il problema è che, oltre a questo, le frecce si staccano anche perché le borse toccano le frecce come dimostrato dalle foto.

La foto successiva invece mostra che la staffa su cui è inserita la freccia è attaccata alla massima estremità possibile. Pur di farlo, come potete vedere voi stessi, ho deciso di usare solo una delle due viti. Non è possibile spostare le frecce più in basso perché nella parte inferiore della staffa è presente una rientranza che impedisce di abbassare ulteriormente la staffa.

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A questo punto ho scritto alla GIVI, vi riporto il testo.

L’installazione delle borse è avvenuta con successo ma si verifica un fatto strano e vorrei sapere da Lei se è già capitato oppure no. In sostanza, quando applico le borse, uno degli angoli della borsa urta sulla freccia facendola uscire fuori dalla sede prevista dalle vostre staffe. Tra l’altro le devo segnalare che a velocità che oscillano tra i 140-150 le frecce escono anche senza borse ma, se fossero applicate le borse, basterebbe un allungo per farle uscire dalla sede e farle penzolare. Come noterà dalla seconda foto, la staffa è montata più esterna possibile e, per intenderci, è più in basso possibile (considerando che c’è quella striscia metallica che impedisce di abbassarla ulteriormente). Vi è mai capitato? Come posso aggirare il problema?
Cordiali saluti.
A questo punto attendiamo la risposta di GIVI, vi lascio alcuni dettagli circa il montaggio dei telai e lo stato delle frecce.
AGGIORNAMENTO DA GIVI IL GIORNO 26/06/2013
“Gentile cliente, i porta frecce sono montati al rovescio e vanno ruotati di 180°; (vedere (pag2 dell’allegato).” Effettivamente il problema esiste. Il meccanico ha sbagliato a inserire le staffe porta frecce. Ne approfitterò per valutare quanto questo errore sia effettivamente causa del problema. Vi tengo aggiornati.   AGGIORNAMENTO DA GIVI IL GIORNO 27/06/2013 “Gentile cliente, in allegato alla presente trova una fotografia (scattata al primo prototipo del telaietto) nella quale può vedere qual’è il corretto posizionamento del porta frecce. Il porta freccia va montato dietro la staffetta (particolare 10/11) e non davanti. Il bordo piegato a 90° che c’è sul porta freccia dovrà restare in alto e non in basso, e rivolto verso l’interno.”  

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GIVI: una prova di serietà

Ecco il piccolo lucchetto fornito in dotazione con le valige. Niente di speciale ma meglio di nulla.
Ecco il piccolo lucchetto fornito in dotazione con le valige. Niente di speciale ma meglio di nulla.

Come avrete letto nel corso degli altri articoli, le borse EasyLock della GIVI hanno subito un lieve danno. Una piccola abrasione che ha compromesso il tessuto nero esterno che vedete in foto (la didascalia non è pertinente). Sotto questo tessuto c’è una specie di parte simil-gommapiuma come consistenza. Qualche giorno dopo mi sono reso conto che, in prossimità della cucitura, nella zona d’angolo della valigia, il tessuto ha iniziato a rompersi. Ovviamente il punto è ben lontano dal punto di abrasione e quindi ho provveduto a scrivere alla GIVI. La risposta è stata rapida (72 ore) e seria, come potrete leggere da voi.

Gentile cliente, sono molto dispiaciuto per quanto accaduto, e le confermo che siamo disponibili a far rientrare le borse per sostituirle con una coppia nuova. Tuttavia siamo purtroppo attualmente sprovvisti di 3D600 Easylock, quindi le consiglierei di utilizzarle sino a fine luglio (quando dovremmo avere le borse disponibili), e di riportarle poi dal suo rivenditore in modo da permetterci di farle rientrare per esaminarle e sostituirle.

Restando a disposizione per eventuali chiarimenti, colgo l’occasione per porgerle Distinti Saluti

Questa risposta si inserisce in un contesto di alta professionalità e competenza che, diciamoci la verità, fanno sempre piacere. Vi terrò informati ma, ancora una volta, GIVI si è comportata dimostrando una grande capacità di gestione del cliente.

Quando le frecce si staccano!

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Vi avevo lasciato con una raccomandazione circa il difetto delle frecce che si staccano. Effettivamente questo problema c’è e, nel caso della Z-750, si manifesta su velocità che oscillano tra i 150 e i 170 Km/h. Vi spiego cosa succede. A differenza delle frecce anteriori, bloccate con una vite alla carena, quelle posteriori sono semplicemente “ad incastro” e sono composte da una gomma di due densità diverse. La prima gomma è rigida, la seconda è morbida. La parte morbida è proprio quella che si incastra, per cui la pressione del vento è in grado di far sgusciare fuori la freccia. Non sarebbe questo il problema, in realtà, quanto il fatto che la freccia è vuota all’interno e questo consente al materiale di deformarsi quanto basta per uscire dall’alloggiamento metallico previsto da GIVI. come fare allora?

Sicuramente, se non volete toccare le frecce, potete senza dubbio inserire all’interno dell’incavo uno spessore o un materiale facilmente estraibile su richiesta. In questo modo la freccia non potrà piegarsi. Va bene del cartoncino, del giornale compresso, insomma qualsiasi materiale che impedisce alla freccia di deformarsi con la pressione del vento.

Sto notando che, dandogli un’occhiata prima di partire, e assicurandosi che il bordo della freccia aderisca all’aggancio metallico (materialmente ci vogliono veramente meno di 5 secondi per eseguire l’operazione), non si riscontrano problemi. Però devo anche dire che non ho avuto ancora modo di testare il tutto sui tragitti lunghi ma solo su tragitti misti da 90 Km.

Vi terrò informati…promesso.

Le 4 Stagioni del Motociclista

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Finalmente sono uscite in commercio “Le 4 Stagioni del Motociclista”, la raccolta di racconti che ho scritto qualche mese fa. A pubblicare la raccolta, per ora disponibile solo in formato elettronico, è la casa editrice  “Edizioni della Sera”. Vi lascio il link!!!

http://www.bookrepublic.it/book/9788897139416-le-quattro-stagioni-del-motociclista/

   

Borse laterali GIVI 3D600: una prova di contenimento su richiesta

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Luca, un visitatore del blog, mi ha chiesto se all’interno dei bauletti (le borse laterali in cui parliamo in questo articolo) può entrare una giacca da moto. Come avrete avuto modo di leggere nel reportage, lo spazio è veramente piccolo e non consente neanche il trasporto di un casco integrale. Non a caso, secondo una mia personale opinione, sarebbero ideali per il trasporto di magliette, costumi e pantaloni durante la trasferta estiva. Già in inverno sarebbe più complesso perchè la copertura in tessuto rende le borse particolarmente poco adatte ad essere trasportate sotto la pioggia. E’ vero che ci sono coperte esterne e borse stagne interne ma, vi posso assicurare, che ve lo risparmiereste. Ad ogni modo torniamo alla richiesta del nostro amico Luca.

Bene, la prova che ho fatto ha riguardato 3 tipologie di giacca.

PROVA 1

La prima è una giacca Alpinestar invernale ma senza imbottitura. Protezioni semirigide su gomiti, avambracci, spalle. Protezione morbide su schiena e costole. E’ una giacca a 3/4 che, per intenderci, uso per proteggere il completto giacca e cravatta con cui vado a lavoro.

Conclusioni: la giacca Alpinestar è uno scafandro. Scusate lo sfogo ma è vero. Per carità, è perfetta per l’inverno, tasche capienti, tante zip protette dalla pioggia ma, certamente, per essere infilata in un contenitore così piccolo non è adatta! Tuttavia è entrata all’interno della valigia utilizzando l’estensione massima. Vale a dire aprendo la zip per lo spazio aggiuntivo.

PROVA 2

La seconda è una giacca di mezza stagione in pelle della SPIDI. Ottimo acquisto con stesse identiche protezioni salvo per la schiena e le costole dove, al momento, non ho inserito protezioni.

Conclusioni: Paradossalmente la giacca in pelle mi ha creato più problemi. Piegandola come si deve è entrata ma, anche in questo caso, la zip è stata necessaria. Benchè la giacca fosse più corta rispetto quella precedente, la difficoltà a piegarla è stata la medesima.

PROVA 3

La terza giacca è la famosa giacca NL5 della SPIDI. Ottima giacca traforata estiva dotata di protezioni identiche a quella invernale tranne per quelle sulle costole. Attenzione perchè in questa terza giacca è stata inserita la protezione rigida sulla schiena e quindi la sua mobilità è ridotta.

Conclusioni: La più semplice…se non fosse stato per la schiena rigida. Drammaticamente difficile perchè non è possibile “appallottolarla” come si potrebbe dal momento che è solo tessuto.Anche in questo caso, estendendo la zip è entrata benchè sarebbe stato possibile forzare un pochino e farla entrare anche senza estensione.

Allora Luca, le risposte ti hanno soddisfatto? Spero di si e comunque lascia che ti dica che l’opinione su questo prodotto GIVI non è negativa, anzi. Mi raccomando alla fase di installazione soprattutto di ricollocamento delle frecce che rischiano di avere i fili elettrici troppo tirati o di essere alte e piegarsi quando installi il bauletto. Mi raccomando perchè le frecce tendono anche a staccarsi se non sono ben inserite nell’alloggio. Infine ricorda una cosa, e parlo per esperienza personale, il filo delle frecce è più lungo di quello che si crede. E’ solo rigido quindi, con estrema attenzione, verifica di poterlo allungare.

Un motociclista lo sa…

Ieri notte ho fatto tardi per essere un giorno feriale. Alle 23:30 ero ancora in strada e la città stava andando a dormire. I semafori lampeggiavano le gomme scivolavano indisturbate sull’asfalto ed io pensavo all’idea di cambiare moto. Questo pensiero, ultimamente, mi segue spesso. La mia Z750 è una gran moto, sensuale, aggressiva, divertente. Alle donne piace, alla mia compagna soprattutto ma lentamente sento che non riesce più a rispecchiare una parte di me. Ho voglia di “crescere” e mi piace l’idea del GS 800 anche se, molti lettori e biker, direbbero che sono matto a passare da una sportiva naked ad una stradale. Un motociclista sa quando qualcosa cambia nel rapporto con la moto. Non è sul piano “migliore” o “peggiore”. E’ sul piano “c’è qualcosa di diverso”.

Che cosa sta succedendo?

MIDLAND: la prima settimana di utilizzo

Style: "supercte"

Dopo una settimana di utilizzo posso cominciare a dare le prime informazioni. Il BTNEXT è…PROMOSSO con voti pieni ma non senza qualche piccola critica. L’idea di base è che il tasto centrale serve a poco o niente. I tasti avanti o indietro sono, invece, il fulcro centrale dei comandi principali. Per intenderci: uso l’iphone e sto guidando. Premendo avanti o indietro, passo da una traccia all’altra nell’ordine predetto. Devo però attivare l’assistente vocale per consentire la riproduzione di una playlist, secondo voi cosa faccio?

  1. Premo il pulsante centrale 1 volta per fermare la riproduzione.
  2. Premo il pulsante avanti per 3 secondi circa per attivare l’assistente vocale dell’iPhone e faccio la richiesta.

Tendenzialmente sembra più difficile del Cellularline F4 ma, alla fine, vi abituerete subito e comprenderete che, con due o tre combinazioni, potrete fare davvero molte cose. Un altro aspetto non di poco conto è l’acustica. Il primo viaggio è stato a dir poco disgustoso. Bassi inesistenti, alti striduli, ero abbattuto. Credetemi perchè questo problema con il Cellularline F4 non l’avevo avuto. Tuttavia, quasi per istinto, arrivato in ufficio ho configurato l’equalizzatore dell’iPhone su “Casse piccole”. Alla partenza un audio completamente diverso: assolutamente niente più stridii o bassi inesistenti e ora è tutto fantastico.

Ve lo consiglio caldamente e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!!!

MIDLAND BTNEXT: una piacevole scoperta

Ed eccoci finalmente alla recensione del Midland BTNext: l’auricolare bluetooth della Midland, nonché top di gamma. Innanzitutto vi chiedo scusa per le foto, sono penose e sfocate ma l’iPhone ha deciso di darmi problemi proprio durante questi importanti scatti (o era l’emozione che faceva tremare la mano). Iniziamo senza indugi la recensione di questo splendido auricolare.

Una presentazione d'effetto...
Una presentazione d’effetto…

La confezione, come potete notare, è elegante e di effetto ed è composta dall’auricolare e, al piano inferiore, dagli accessori per il montaggio, dalle istruzioni e dal CD di installazione in cui è presente software e manualistica digitale. La prima osservazione importante è che l’auricolare MIDLAND viene consegnato dotato di entrambi i microfoni (sia quello da casco modulare, che quello da casco integrale) a differenza del CellularLine. Quello che mi ha stupito è la “grandezza” dell’apparato che risulta gradevole e facilmente “tastabile” senza eccedere. L’auricolare è connesso a cuffie e microfono tramite attacchi particolari di cui vi riporto alcune foto estratte dalla galleria.

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I connettori interni
I connettori interni

L’attacco di questi connettori è estremamente piacevole. Si sente una notevole solidità nel far scorrere i due contatti a differenza di quanto accade con altri apparati da me usati. Cuffie e microfono sono fissati nel casco mediante il velcro, una scelta comune che, però, a volte crea qualche particolare. Il mio AGV T-2 ha una superficie liscia e mal orientata verso l’installazione di velcro. La colla, per quanto potente, non attacca come dovrebbe. Controllate che il tessuto sia quello giusto o fate attenzione a come fissate il velcro.

Un aspetto interessante è il funzionamento. Sostanzialmente la centralina è composta da 3 tasti: avanti, tasto centrale e indietro. Il tasto centrale serve a poco. Molte delle operazioni richiedono l’impiego del tasto avanti o indietro. In questo caso i tasti sono di facile utilizzo perché appuntiti e facilmente tastabili.

Una menzione particolare va al comparto software. In sostanza è possibile aggiornare e impostare la centralina con estrema facilità anche se l’installazione del software è un po’ ostica. In sostanza, dopo aver effettuato l’installazione normalmente, occorre sostituire un driver manualmente ma la procedura è resa molto semplice dalla documentazione scaricabile sul sito. Detto questo nel pannello di controllo software è possibile configurare molti aspetti tra cui sensibilità del microfono, stazioni radio, etc… L’applicazione è funzionante anche con macchina virtuale (io ho solo Mac ;-).

Screenshot del software di aggiornamento firmware Midland
Screenshot del software di aggiornamento firmware Midland

Una cosa estremamente corretta è la possibilità di fare modifiche alla configurazione anche dalla centrale stessa, tramite una combinazione di tasti presente sul manuale.

Molto carine anche alcune funzioni tra cui la risposta vocale alla chiamata e, per chi si stesse domandando se fosse possibile rispondere accidentalmente alla telefonata,  vi dico che la funzione si attiva dal terzo squillo. Avete tutto il tempo per annullare la telefonata.

Nessun problema di accoppiamento tra la centrale e il telefono. Per qualsiasi informazione mandate un commento: sarò felice di rispondervi. Ovviamente documentazione e software sono in italiano.

Midland vince su Cellularline

Style: "supercte"

Alla fine il confronto sugli auricolari è stato vinto dalla Midland. Sarà stato per via degli articoli, o magari per le recensioni eccellenti, o magari solo per una voglia di cambiamento, fatto sta che nell’indecisione la Midland ha avuto la meglio. I fattori che hanno portato a scegliere questo prodotto piuttosto che l’altro sono da ricercarsi sostanzialmente in due soli elementi che fanno però una grande differenza. Il primo elemento è il cavo con un attacco USB a differenza dell’altro prodotto che ha un attacco proprietario. È noto che la centralina Cellularline soffre purtroppo di questo strano attacco che nel corso del tempo si allenta e rende difficile la ricezione dell’audio o alcune volte invalida completamente il segnale del microfono. Tra l’altro la sostituzione di questo cavo comporta una spesa che oscilla tra i 20 e i 40 euro. L’apparato Midland gode invece di maggiore flessibilità e compatibilità offrendo la possibilità di comunicare con apparati Bluetooth di marca diversa e non va incontro a problemi legati all’usura il cavo e o dell’attacco.

Il secondo elemento di scelta è la compatibilità con interfoni di altre marche. A differenza dell’apparato della Cellularline, che non riesce a comunicare che con i suoi simili, quello della Midland offre una maggiore compatibilità, garantendo la connessione a supporto di marche diverse. Questa cosa, a chi piacciono i raduni, non è cosa da poco!

A breve mi sarà recapitata la scatola e potrò documentarvi il tutto.

Interfoni: la battaglia dei titani

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Facciamo un’opportuna premessa: chi vi scrive è un amante degli auricolari bluetooth e, per circa due o tre anni, ha convissuto con un Cellularline F4 il cui uso principale era favorire la ricezione delle chiamate e ascoltare la musica.

Molti pensano che ascoltare la musica sia pericoloso per la guida. Se il volume non è alto e si tengono d’occhio gli specchietti, non crea alcun problema (benché effettivamente si perde il contatto acustico con il motore, alcune volte indicatore di eventuali malfunzionamenti).

Dopo qualche anno questa centralina mi ha lasciato. Molti sanno che la centralina Cellularline è debole nell’aggancio sia dell’alimentatore che del cavo che la collega al sistema di cuffie e microfono. Questo problema, noto sia ai consumatori che alla Ditta, non è mai stato risolto e quindi è lecito domandarsi se la versione F5 sarà comunque affetta dallo stesso problema.

Style: "supercte"

Nella scelta della centralina, tuttavia, sono stato piacevolmente distratto dal nuovo prodotto top di gamma della Midland. Per chi non lo sapesse, la Midland si occupa “da sempre” di apparati di comunicazione tra motociclisti. Che siano radio, interfoni con il filo o senza, fa poca differenza. Midland è una garanzia anche se, all’epoca del Cellularline F4, Midland non aveva niente di lontanamente simile e performante. Non mi metterò a parlare di prezzi, o di caratteristiche: sono tutte cose che trovate su internet con una ricerca. Vi parlo di esperienza pratica su uno dei due apparati. Il Cellularline F5 consentiva un dialogo chiaro con l’interlocutore fino a 170 chilometri orari. Il Text to Speech, utile per comunicare con l’iPhone (ad esempio), era ricettivo fino ai 100 orari in caso di giornata leggermente ventosa.

Sono quindi un po’ indeciso su quale comperare anche se, ad onor del vero, il Midland ha qualcosa che il Cellularline si ostina a non inserire nel suo software: la possibilità di comunicare con auricolari di altre marche. Il che lo rende particolarmente versatile in caso di raduni o di uscite in coppia. Chissà su quale dei due ricadrà la mia scelta…chissà

Le Quattro Stagioni del Motociclista

È iniziato per caso, in un pomeriggio estivo. Iniziai a scrivere così, senza pretese e per il gusto di giocare con il tempo libero e la fantasia. Poi qualcuno ha creduto in me (la mia compagna) e, come spesso accade, mi ha trascinato in una splendida avventura assolutamente inaspettata:la creazione di un libro. Oggi, a distanza di quasi un anno, e con un premio alle spalle, questi racconti vedono la luce in formato elettronico grazie alla casa editrici Edizioni della Sera.  

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Una grande vittoria, ottenuta grazia al cuore di una meravigliosa donna.

Essere motociclista

E c’è un momento quando, a fine giornata, i tuoi compagni di viaggio si fermano e si salutano. Rimanete in due e poi, anche voi, vi salutate. Lo vedi salire sulla moto, ad un bivio. Lui va sinistra e tu andrai a destra. Siete stati insieme tutto il giorno e ora il sole sta calando oltre la linea di orizzonte e il cielo è d’oro. Il rumore del motore svanisce in lontananza e tu senti solo quello del vento fresco che ti accarezza. Improvvisamente ti senti solo ma sai che sei felice e che è ora di tornare a casa. Giri la chiave, accendi il quadro, premi il tasto ed il motore si accende. Ora puoi tornare….solo ora…

Bauletti GIVI montati ecco il reportage

Salve a tutti. Come promesso (e grazie alla mai compagna) sono arrivate le borse GIVI 3D600 EASYLOCK. Dopo quanto accaduto nel montaggio dei telaietti (leggete qui), tutto è stato predisposto per accogliere le borse semi rigide ed ecco la mia esperienza.

Stiamo parlando di borse laterali semi-rigide. Installabili su un telaio e bloccate mediante serratura. Diciamo subito che il blocco è veramente ben fatto. Solo quando la serratura scatta e le borse sono effettivamente ferme al telaio, è possibile rimuovere la chiave e procedere al blocco dell’altra borsa. Vengono fornite 4 copie delle chiavi e dentro le valige vengono dati due lucchetti a combinazione (meglio di niente). Ci sono piccoli alloggiamenti in tessuto per riporli. L’anello sulle serrature è sufficientemente grande per garantire una sostituzione con lucchetti più dignitosi.

Le borse sono estensibili mediante membrana interna. Sono piccole ma comunque estremamente ben fatte. Vengono fornite con una copertina esterna anti-pioggia. Opzionalmente è possibile acquistare una busta interna stagna o anche una esterna (munita di maniglia).

Nelle borse non entra il casco integrale. Nè tantomeno un notebook 13″ (se non per obliquo). Allora vi potrete domandare a che diamine servono. Piccoli viaggi, supporto agli zaini o a borse da serbatoio, trasporti di materiale non superiore ai 10 Kg per borsa. Ed ora è bene che io vi lasci alle foto.

Fatemi sapere cosa ne pensi!

GIVI e Kawasaki Z-750

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E finalmente i telaietti GIVI sono stati montati, così ho deciso di scrivere una breve recensione riepilogativa per tutti voi ed esprimere un voto. Per prima cosa lasciate che vi ricordi di cosa stiamo parlando.

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Stiamo trattando dei telaietti per borse laterali della GIVI per Kawasaki Z-750. La GIVI mette a disposizione un solo tipo di telaietto che, nel mio caso, è stato montato senza piastra per bauletto. Ho quindi acquistato il T265KIT per il montaggio senza piastra mono per bauletto e il TE265 che sono i telaietti veri e propri.

 

Contattare la GIVI

Innanzitutto partiamo dal principio: i contatti con la GIVI. Per questioni di privacy mi asterrò dal fare il nome dell’operatore con cui ho parlato ma posso dirvi che è stato a dir poco disponibile e cordiale. Molto preparato nel fornire risposte e anche consigli. Ho ricevuto la prima risposta dopo 48-72 ore dalla mail, da quel momento ho potuto rispondere direttamente al tecnico senza dover rimandare ogni volta il modulo dal sito. Questo denota serietà e ottima professionalità. Bravi, promossi a pieni voti.

Il prodotto

Benchè il tecnico GIVI mi avesse consigliato di ricorrere ad un meccanico per l’installazione dei telaietti, non avrei mai pensato che montare delle staffe per le borse laterali fosse così tanto difficile e complicato. Sostanzialmente, per la Z-750, è richiesto di smontare il porta-targa posteriore (operazione particolarmente onerosa per via di viti di difficile accesso) e spostare anche le frecce in avanti. L’impatto estetico finale vi assicuro che non è male. Mi aspettavo molto peggio e questo perchè, con il terminale originale, i telai sono sopra la marmitta e abbastanza vicini alla coda. Il problema, semmai, è proprio di questa complessità che, a dirla tutta, ha fatto tirare giù i santi anche al mio meccanico che, giustamente, ha detto

Non è possibile che vi obblighino a venire da noi per dei telaietti. Ma l’ingegnere che l’ha disegnato, ha mai provato a montarli?

Vi assicuro che non è impresa semplice. Ovviamente l’installazione varia da moto a moto. Mi sono preso la briga di vedere le istruzioni per un BMW GS e praticamente non ci sta da smontare neanche una parte ma solo da aggiungere. La GIVI, a dire il vero, ha fatto quello che poteva per garantire che moto come la Z, non esattamente preposte ad avere borse laterali, potessero usufruire di tale comodità. Il costo è stato, nel mio caso, 115 euro per staffe di supporto e talaietti (sul sito Motorama.it).

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Le istruzioni del prodotto sono un breve depliant illustrato (vi inserisco un’immagine tipo). Nel caso della Z-750 le foto rappresentavano uno Z-1000 e questo ovviamente crea un pochino di disorientamento. Ciò che vedete in figura è la parte più semplice e banale mentre, per le staffe di montaggio, il discorso cambia radicalmente e diventa più complesso.

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Ora, il problema è che personalmente non me la sento di “incolpare” la GIVI della complessità dell’installazione. Se i buchi sulla moto sono pochi, è ovvio che dovrai fare più fatica per installare un supporto sicuro e stabile. Per come la vedo io la GIVI ha fatto il possibile (maledizioni del mio meccanico a parte). Ciò in cui la GIVI potrebbe migliorare, secondo il mio modesto giudizio, è proprio la parte delle istruzioni.

Con molta calma (non è che uno pretende che appaiano tutti e subito) ma sarebbe bello che l’azienda producesse video illustrativi da 8-10 minuti sull’installazione di piastre e telai. Hanno dimostrato di saper fare video molto gradevoli e potrebbero assolutamente prendere ancora più quote di mercato con un “servizio” di questo tipo. Sarebbero, tra l’altro tra i pochi (se non gli unici) a lanciare un’iniziativa come questa.

Conclusioni

In attesa delle borse, sono soddisfatto del mio acquisto benché abbia dovuto tribolare non poco per l’installazione (che mi è costata 40 euro). Esteticamente l’impatto è molto gradevole e soddisfa anche gli occhi più esigenti (quelli della mia ragazza che generalmente è molto critica su borse e telai). Ancora una volta grazie al tecnico GIVI per la sua cortesia e disponibilità.

Consiglio l’acquisto ma vi avverto…occhio all’installazione.

Questione di pelle

speed-moto-1920-1080-6779Non correte…lo so che lo fanno tutti i motociclisti almeno una volta. Fate in modo che non sia l’ultima per voi e per gli altri.

È una questione di “pelle” quella che unisce il motociclista alla sua moto. Davanti al raccordo, completamente vuoto, in quattro. Un rapido sguardo e poi gas. Qualche istante più tardi il contachilometri schizzava oltre i 190. La strada era completamente sgombra (non sono un corsaiolo) e lì l’ho sentito.

Il rumore del vento nel casco è passato in secondo piano, un sibilo sempre più nitido rimbalzava contro il muro in cemento. La turbina girava infuriata, aumentando sempre più la sua potenza. Sembrava che la moto potesse sentire i miei pensieri correre sull’asfalto. Abbassandomi su di lei sentii l’aria smettere di toccarmi ed iniziare a sfiorarmi. Ancora una volta fuso insieme a lei su quel serbatoio mentre quel rumore mi faceva impazzire. Sembrava poter aumentare all’infinito mentre sentivo che qualcosa passava attraverso me e finiva dapprima nella moto e poi sull’asfalto. Era una meccanica perfetta, il rumore di quel propulsore infuriato e, in sottofondo, del vento che aveva difficoltà a rapirmi.

Ci sono giorni in cui vorrei cambiarla. Incarna molto bene i miei sentimenti e spesso sono i migliori, alcune volte però sono i peggiori. La rabbia, il disappunto di una brutta giornata. La disciplina è tutto in moto ma non si può pretendere di averla sempre e in moto basta un piccolo errore. Amo i BMW GS ma questa sensazione, per ora, svanisce ogni volta che la sera monto sulla mia Z e accendo il motore…per ora.

Un lavaggio appiccicoso

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Questa mattina il mio meccanico mi ha mandato un messaggio su Facebook che, in sostanza, diceva:

Non lavarae la catena con i grassi spray perchè la butti.

Ho indagato con lui e ho scoperto una cosa interessante ma forse scontata e non del tutto sbagliata. Il grasso spray contiene, logicamente, un collante. Un collante che serve per aderire alla catena e proteggerla. Stendendo bene il grasso della catena, si protegge la moto da sporcizia e frammenti di asfalto ma è davvero così?

In realtà il grasso per la catena diventa, a distanza di tempo, un collante per la sporcizia stessa che, per un effetto di normale accumulo, ingloba i detriti e li mette a contatto con catena, corona e pignone. Cosa si può fare?

Non usare i grassi spray avedo cura di sceglierne di buoni, che tutelino la catena. Questo sicuramente aiuta ma il Bardahl o il PBR sono marche ottime, effettuare un lavaggio periodico può semplificare e aggirare il problema del deposito dei detriti. A maggior ragione se la moto in questione ha una catena dotata di O-ring.

In conclusione, avendo tempo e voglia, si potrebbe ricorrere ad un bel barattolo di grasso siliconico e procedere alla spalmatura a mano. Niente collanti, niente detriti, niente sporcizia. In alterntiva, grasso spray e lavaggi regolari  e ricordate che dopo 130.000 Km circa sarebbe opportuno catena, corona e pignone.

Borse laterali, bauletti, moto e GIVI

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E alla fine il tempo è venuto. La mia Z-750 monterà i telaietti GIVI TE265 per poter supportare le borse EasyLock 3D600 (nella figura in basso) ma facciamo un passo indietro. Sabato mattina scorso, alle ore 10:00, ero sulla Cassia bis in direzione Viterbo, con tanto gusto e molto mal di schiena. Gli zaini da serbatoio rovinano la vernice, impediscono il libero movimento dello sterzo (perchè la vaschetta del liquido del freno sbatte sullo zaino), gli zaini da spalle (anche se lenti) pesano sulla schiena. E niente, alla fine ho deciso. Via libera alle borse laterali della GIVI. In passato (quasi un anno fa) trattai l’argomento in questo articolo. Da quel momento è cambiato poco, se non la mia informazione a riguardo ai telaietti e quindi vi metto a disposizione ciò che so.

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Uno zaino completamente impermeabile per i vostri viaggi

Oggi voglio parlarvi di un acquisto che ho fatto qualche tempo fa: lo zaino stagno TW03. L’acquisto di questo particolare zaino, è stato dettato da un’esigenza molto semplice: durante le giornate di pioggia, con ogni tipo di borsa e zaino, l’acqua trovava sempre il modo di entrare. Vi faccio presente che io viaggio tutti i giorni in giacca e cravatta, il che rende prioritario difendere i miei vestiti ma anche gli accessori che trasporto per lavoro (non ultimo un MacBook Air di ultima generazione).  Ecco quindi la mia recensione.

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Come scegliere un casco sicuro: SHARP TEST

Abbiamo parlato molte volte di sicurezza in moto. Sicurezza dei guanti, delle giacche, dei pantaloni, delle protezioni ma il casco? Come è possibile sapere se un casco è effettivamente sicuro? In fondo, tutti i caschi, per essere commercializzati, devono rispettare determinate normative ma non sono tutti uguali. Come è possibile sapere quali caschi sono più sicuri? Un modo c’è, è scientifico e viene dall’Inghilterra, si chiama SHARP TEST

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Abiti non sicuri? Il caso: Dainese

A seguito dell’interesse dimostrato per l’argomento sulla sicurezza dei capi di vestiario, per curiosità, mi sono avvicinato al sito della Dainese. La casa produttrice, celebre per fornire abiti e attrezzature a piloti del MotoGP, è sinonimo da sempre di alta qualità e sicurezza benché, ovviamente, ad un prezzo non accessibile per tutti. Non voglio assolutamente toccare questo discorso perché, da che mondo è mondo, è giusto pagare la qualità. Mi sono così informato su alcuni loro componenti di vestiario e su alcuni accessori di protezione, scoprendo qualcosa di estremamente curioso…

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Il TomTom Rider adesso registra il percorso che avete fatto!

In realtà era una funzione che esisteva già da almeno due anni su molti navigatori di altra marca (Garmin per primo). L’altro giorno, aggiornando il TomTom Rider, ho notato la creazione di una nuova icona chiamata “Registra il percorso”. Sostanzialmente la funzione inserisce un punto di passaggio cadenzato ad ogni cambio strada, in modo piuttosto intelligente. Purtroppo, a differenza di programmi come TRIPMASTER (vi invito a leggere l’articolo e vi inserisco il link diretto qui), non è possibile selezionare l’intervallo con cui registrare i WayPoint. Tuttavia, per coloro che fossero poco pratici di informatica, è una soluzione ottimale. Ho avuto modo di provarla in un motogiro piuttosto lungo che partiva dal Lazio e terminava in Abruzzo. Tornato a casa, nella cartella ITN del navigatore, ho trovato l’itinerario completo della gita. Ammettendo di spegnere il navigatore mentre sta registrando, alla successiva riaccensione, il TomTom avverte l’utente se vuole continuare a registrare o preferisce interrompere. Il consiglio è, una volta tornati a casa, di modificare il percorso con Route Converter di cui ho fatto una recensione qui.

Pianificate il vostro itinerario parte 2: Registrate i vostri itinerari sul TomTom…è gratuito!

Ho deciso di dedicare due post alla pianificazione degli itinerari e dei viaggi. Questo è il primo dei due e riprende un post che avevo lasciato molto tempo fa sul forum del celebre Tingavert.  Oggi vorrei parlarvi di TRIPMASTER, un software assolutamente gratuito che potenzia le capacità di calcolo del vostro navigatore TomTom. Come saprete i navigatori TomTom non riescono a fare quello che i Garmin indicano come TrackBack: salvare il percorso compiuto per poi rivisitarlo e ripercorrerlo. Non direttamente per lo meno. Facendo una tanto rapida quanto efficace ricerca su internet, sono incappato per l’appunto in Tripmaster.

Pianificate il vostro itinerario parte 1: Pianificate, ed esportate i vostri itinerari nel TomTom…è gratuito!

Benvenuti nella prima delle due parti dedicate alla pianificazione e gestione degli itinerari. In questo primo articolo voglio parlarvi di pianificazione ed esportazione. Vi offrirò la possibilità di pianificare i vostri itinerari, comodamente a casa vostra, ed esportarli nel celebre formato “itn” (quello del TomTom Rider per intenderci). Vi posso assicurare che il vostro itinerario sarà preciso in ogni dettaglio.

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Caricare i bagagli su una moto…anche se sportiva

La settimana scorsa ho comprato una cinghia a cricchetto per la gestione dei bagagli sulla mia Z750. Dopo aver letto molte recensioni su diversi sistemi di bloccaggio, mi sono convinto che la cinghia a cricchetto fosse la soluzione migliore ed, effettivamente, posso dire di essere rimasto felicemente sbalordito. Ecco di seguito alcune informazioni utili per gestire i carichi sulla vostra moto.

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Pneumatici: l’ardua scelta

Devo ammetterlo, quando per la prima volta mi accostai al mondo degli pneumatici, capii ben poco. Tutt’ora rimango sorpreso di quanto sia sterminato questo universo anche se, da quel tempo, ho imparato che le cose da sapere (quelle essenziali), sono ben poche. Questo articolo vuole consigliare chi, con difficoltà o perché alle prime armi, non vuole cambiare le proprie gomme. Leggete la mia esperienza e, se volete, commentate con la vostra.

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Una mattina, in moto, a Roma…

Così ti trovi una mattina, da solo, in cima ad una collina. Sotto di te c’è Roma, silenziosa, ancora addormentata. Sei calmo, dentro di te provi uno strano senso di pace, di calma. Ne hai bisogno perché sono giorni che vai freneticamente in giro, o sei costretto a lavoro. Ti fermi a guardare quel silenzio stupendo, immerso tra monumenti lontani, il Tevere che taglia la città, gli uccelli che volano nel cielo. Ti giri e vedi una cameriera che sta aprendo il bar: non c’è nessuno a parte te e lei. Ti giri, entri nel bar e le chiedi un caffè. Lo bevi lentamente, mentre guardi fuori quel meraviglioso panorama di storia e gloria. Paghi, dai un ultimo sguardo al panorama ed esci. Rimonti in moto, esiti un secondo per ascoltare un ultima volta quel silenzio e poi accendi il motore.

Donne e Motori

Fa parte dell’immaginario comune associare la donna ad una moto. Magari in un’attillata tuta di pelle, mentre indossa un intrigante tacco dodici. Tuttavia, qualche mese fa, mi è capitato di essere al semaforo con un’harleysta. Una donna affascinante, sulla quarantina, pantaloni in pelle e stivali alla texana. Maglietta nera (era estate) e rayban scuri. Sempre più spesso capita di vedere donne che portano moto e non “semplici zavorrine” e le moto non sono sempre delle custom…anzi. Hornet 900, Transalp, BMW GS e persino una fantastica Buell, senza contare le classiche (GSX-R ad esempio). Fa piacere vedere che questa passione sia in comune tra uomo e donna anche se spesso a discapito dell’eleganza della donna.Mi auguro che possa diventare sempre più frequente vedere chiome bionde, nere, castane, uscire dai caschi integrali e, nell’attesa che questo accada, auguro a tutte le motocicliste “buona lstrada e buon viaggio”.

Il piccione

È di ieri il tentativo disperato di un piccione di suicidarsi urtando il casco del sottoscritto. La vicenda, accaduta alle 08.30 circa del mattino presso le terme di Caracalla, si è conclusa positivamente sia per sottoscritto che per il volatile. Il pennuto si è slanciato in un’impresa assai folle : attraversare la strada planando davanti ai veicoli che, in quel preciso momento, stavano attraversando. A parte qualche piuma schizzata a destra e sinistra, non si registrano feriti. Il piccione si è scusato con la comunità per l’insensato gesto autolesionista.