Questa mattina, quando abbiamo lasciato il Grafenort, ci eravamo dati come tempistiche alcune pause per Sisikon (per la cappella di Guglielmo Tell) e per l’Abbazia di Einsiedel.
La prima vera tappa è stata Gersau dove abbiamo valutato se caricare la moto sul battello che attraversava il lago ma, a parte l’aspetto scenico, la perdita in termini di tempo era sicuramente considerevole e non giustificabile. Abbiamo quindi usato la moto per abbattere i 30 minuti di navigazione e siamo andati a vedere la cappella di Tell (non prima della solita colazione in una pasticceria tipica di uno dei paesini). Abbiamo mangiato a bordo lago, mentre le papere ci guardavano curiose di sapere se potevano avere qualcosa di quello che stavamo mangiando. La cappella di Tell è a bordo lago ed è stata una mezza delusione. Spoglia, senza nessun cartello che spieghi o che dia qualche riferimento storico: niente, una specie di cattedrale nel deserto. Unica cosa curiosa è che per arrivarci bisogna passare accanto ad una struttura di campane che suonano molti brani classici. Una mezza pacchianata ma comunque curiosa.
Einsiedel: semplicemente stupenda
La vera svolta è stata l’Abbazia. Ebbene signori miei: è la più bella chiesa che io abbia mai visto in 30 anni di vita. Barocca sì, ma piena di cose ben pensate. Dai giochi di luce che vanno a completare gli affreschi, ad un preciso uso del bianco e del rosa. Questa chiesa, nota anche per avere una madonna nera (per la verità ce ne sono due), è di una bellezza indescrivibile. Qualcosa di così perfetto, di così umano che fa commuovere per quanto è titanica. In questo luogo niente foto, niente video, non è possibile parlare. Ovviamente io ho rubato gli scatti perché una bellezza del genere va condivisa. All’uscita dall’Abbazia, abbiamo deciso di raggiungere un punto panoramico ad altri 8 Km a piedi. Eravamo soli a fare una passeggiata sotto il sole cocente (34 gradi) per raggiungere un piccolo promontorio dal quale scattare delle foto panoramiche notevoli. Laura, per scansare un trattore, ha preso la scossa alla recinzione per bestiame. Una scena meravigliosa, non ve lo sto neanche a dire. Ovviamente mentre si massaggiava la coscia io ridevo e continuavo a parlare da solo mentre salivamo il promontorio.
Zurigo
Siamo arrivati a Zurigo alle 17:00 e la città, ve lo devo confessare, mi ha deluso tantissimo. Fredda, con continui cantieri che bloccano strade. Una viabilità da pazzi (non vi lamentate di Roma o Napoli, credetemi). L’unica cosa buona è il traffico, di cui vi parlerò a breve. Zurigo si è salvata in extremis: per un tramonto accompagnato da artisti di strada che suonavano musiche leggere e classiche di notevole impatto emotivo. Qui, per la prima volta, la cultura giovanile si è fusa con le imperanti torri delle chiese, dando vita ad un’emozione veramente gradevole. Ed è nei piccoli bistrot che la vita si anima, peccato che il costo sia proibitivo e che poi, a guardare i menù, l’80% delle cose siano piatti italiani rivenduti a prezzi fuori da ogni logica.
Ma quello di cui voglio parlare è anche altro: noi come coppia e come reagiamo al viaggio e, prima, del traffico.
Traffico
Oggi ho dato fuori di testa. Ho dovuto fare 45 chilometri sotto 34 gradi ad una velocità media di 50Km/h. Tra strade bloccate e semafori ogni 100 metri. Follia, credetemi. Però…però quando la macchina davanti a te gira tu non devi frenare perché tutti mantengono la distanza e la velocità dentro i limiti. Quando ti immetti in una strada, non devi aspettare perché c’è sempre spazio tra una macchine e l’altra. Ogni cambio di corsia può essere fatto all’ultimo momento perché la velocità è costante e c’è rispetto per chi guida. Questo sì: rispetto, educazione e forse anche tanta rigidità ma almeno sai che puoi stare più sicuro che a Roma. Detto questo hanno degli enormi problemi con le immissioni nelle rotonde e nel dare la precedenza (questo è ereditato dai francesi senza dubbio).
Ancora sui rapporti di coppia
Infine permettetemi di parlare di me e Laura. Il viaggio sta iniziando la sua conclusione. Abbiamo passato momenti di tensione emotiva e psicologica molto forti. Ne parlo perché alcuni mi hanno chiesto se fossi sicuro di fare questo viaggio con lei e poi mi hanno chiesto com’è. Ne avevo già fatto accenno. Viaggiare in moto non è facile. Oggi lei si è aperta molto per delle dinamiche sue, ci siamo presi il nostro tempo (una birra e una coca cola in un bar) e abbiamo parlato. Parlare non è così semplice in un viaggio come questo. Mille occhi, duecento orecchie, sempre attenti, sempre concentrati su cartelli stradali, negozi, occasioni, la spesa, il museo, la chiesa che chiude. Ecco, non dimenticate di parlare, non dimenticate di coltivare i “momenti morti”, che poi “morti” non sono. Non dimenticate che siete in due. Il proprio compagno di viaggio, soprattutto chi non guida, passa molte ore ad osservare il panorama e nel silenzio. Pensateci, datemi retta, pensateci. Chi guida capirà ciò che voglio dire.
Il problema del meteo
Qualche indicazione su domani. Dobbiamo raggiungere San Gallo ed il temporale ci sta girando intorno (o noi intorno a lui). Fatto sta che sembra (e prendete con estrema delicatezza quello che state per leggere) che potremmo evitare il famoso temporale o comunque ridurre gli impatti. Non lo sappiamo ancora ma per esempio per domani era prevista una forte perturbazione che si è ridotta drasticamente e dovrebbe iniziare alle 17:00. Noi dovremmo arrivare a San Gallo proprio per quell’ora, almeno che non veniamo trattenuti in qualche gita.