Ho deciso di dare un po’ di spiegazioni perchè, con un certo stupore, nessuno mi ha domandato come mai io abbia scelto delle mete piuttosto di altre e forse alcuni hanno pensato che fosse stato del tutto casuale. Tra esse ve ne è una che pochi riconosceranno ma, nel frattempo, vi voglio parlare di Arles…un gioiello come poche città.
La città ha un passato glorioso: emporio commerciale greco-massaliota, assunse caratteristiche propriamente urbane in età romana, divenendo una delle metropoli più fiorenti delle Gallie. Fu fra i massimi centri religiosi dell’occidente romano e, di fatto, una delle capitali dell’Impero in età costantiniana. Nel 407 divenne sede della Prefettura del pretorio delle Gallie e dieci anni più tardi fu prescelta come residenza del vescovo primate (417), subentrando rispettivamente a Treviri e a Lione. In epoca medievale fu capitale di uno stato, il regno di Arles, che si estese per gran parte della Francia centro-orientale e sud-orientale e dell’odierna Svizzera. I suoi prestigiosi monumenti romani (l’Anfiteatro, il Teatro antico, Le Terme di Costantino, la necropoli degli Alyscamps) unitamente alla cattedrale romanica di Saint Trophime e ad altri insigni edifici antichi, medievali e moderni sono entrati a far parte del Patrimonio dell’Umanità nel 1981 e hanno permesso alla città di fregiarsi del titolo di ville d’art et d’histoire (città d’arte e storica).
Così si legge sulla Wikipedia ed obiettivamente Arles sembra promettere bene. Io me ne sono innamorato per questo gioiello che gli antichi romani lasciarono agli abitanti e che ricorda molto bene un altro monumento. Arles sarà il mio terzo giorno di viaggio.