Italia-Spagna: Giorno 8 – Granada

Oggi c’è stato lo spostamento verso Granada, città nella quale ci fermeremo qualche giorno. Questa volta il percorso non è stato diretto, bensì abbiamo fatto delle tappe che vi consiglio di visitare.

Per ora avevamo volutamente penalizzato i percorsi motociclistici. Vuoi per il meteo, vuoi per il tempo a disposizione ma ci siamo lasciati alcune sorprese e una è stata proprio questa. Di seguito dovrebbe essere visibile la mappa.

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Pueblos Blancos

I luoghi che abbiamo attraversato sono:

  • Gérgal (potete saltarlo, è il peggiore)
  • Làujar de Andarax
  • Trevelez
  • Bubion
  • Lanjaron
  • Granada

Per un totale complessivo di circa 3 ore di viaggio. L’itinerario è raccomandato a tutti i motociclisti e a tutti gli appassionati di panorami tipici. Quello che abbiamo visitato prende il nome di pueblos blancos ossia i villaggi bianchi che si ergono sui costoni delle montagne (a strapiombo) e che, per il loro colore bianco, si notano immediatamente sin da lontano. Ci siamo ritrovati a correre tra stradine tortuose, con asfalto perfetto e tornanti di ogni tipo, salendo sino ad oltre 1.500 metri di altezza. Paesino dopo paesino abbiamo trovato l’origine dell’artigianato dei prosciutti (jamon) di cui loro vanno molto fieri e che si fanno pagare a peso d’oro.

Non fate Tabernas (il set di film western) è costoso, non ne vale la pena e si vede benissimo dalla superstrada verso le varie tappe. Tente presente che la temperatura, almeno per noi, è passata da 27° a 23°. Soprattutto per le ragazze, notoriamente freddolose, portate qualcosa.

Ci sono diverse pompe di benzina e aree di ristoro ma abbiate la decenza di partire con il pieno!

Dagli occhi dolci agli sguardi arcigni

Abbiamo mangiato in un piccolo baretto a Laujar de Andarax, il posto si chiama Monterey. Tra l’altro la cameriera mi ha fatto pure gli occhi dolci. Le tapas costano pochissimo e prendendone tre cinque abbiamo pagato (bevande incluse) 10 euro. Prima di arrivare a Bubion vi ritroverete a passare per una serie di banchetti molto “casarecci”. Fermatevi. Sono per lo più cianfrusaglie ma ci sono due banchetti messi lì da alcuni contadini. Innanzitutto vedrete i volti tipici spagnoli, quelli veri, quelli dei film western. Pelle consumata dal sole, qualche dente mancante e una barba particolare, lunga ma fatta crescere solo lato bocca (una mascherina lunga per intenderci). Assolutamente niente sulle guance. Sono persone molto semplici, schiette che vendono a pochi euro 2,00-2,50 cose del tipo semi con miele (buonissimi) oppure frutti di bosco. Sempre lì c’è una fonte di acqua molto ferrosa e frizzante, a Laura non è piaciuta io l’ho trovata gradevole se bevuta a piccole dosi. Provatela, personalmente non avevo mai assaggiato l’acqua frizzante dalla fonte.

Granada e l’hotel in centro…

L’arrivo a Granada è avvenuto dopo 4 ore di viaggio che, tra una pausa e un’altra, sono state circa 5. Pensavo che mi sarei riposato subito e invece Laura aveva prenotato un albergo in centro. Vedete, per chi non lo sapesse, Granada è divisa in 3 parti: la parte nuova, la parte mussulmana, e la parte giudea (o così ci è stato detto). Le ultime due costituiscono la parte antica che, praticamente, si riassume in un dedalo di vicoletti strettissimi nei quali la pavimentazione è fatta solo da sassolini scivolosi. Bene, Laura ha prenotato un albergo in questo spettacolo che però dopo 6 ore di viaggio si è trasformato in un inferno. Ovviamente abbiamo sbagliato strada perchè questi vicoli, così vicini l’uno con l’altro, hanno fatto saltare il GPS. Immaginate un mostro di oltre 200 chili che prova a passare in vicoli poco più larghi del manubrio, scivolando leggermente ad ogni frenata mentre scende scalini pedonali (tipo film di James Bond) con la gente che lo guarda tra lo spaventato ed il basito perchè, chiaramente, avevamo sbagliato strada.

L’albergo, splendido, ci ha riservato un intero appartamento (2 bagni, un salottino d’ingresso, un salotto ampio e una camera da letto) con tutti i confort. I proprietari (due ragazzi) ci hanno fatto lo sconto sul parcheggio (5 euro al giorno contro i 15 della macchina) e ci hanno fornito tutte le informazioni. Questo è stato il primo momento di crisi.

Quando il GS è passato in uno dei vicoli, l’anteriore si è bloccato scivolando leggermente e chiudendosi. La moto non è caduta ma ho avuto molta difficoltà a tenerla. Facevano 31 gradi e viaggiavamo da circa 5 ore. Se la moto fosse caduta e si fosse rotta sarebbero stati dolori. Laura era preoccupata per me ed io ero preoccupato per lei. Entrambi eravamo preoccupati per la moto. Ci siamo scazzati su questa cosa, c’è poco da fare ma noi siamo così. In stanza abbiamo regolato la cosa civilmente ma la cosa fa riflettere.

È stata una situazione davvero difficile anche se può non sembrare così. La stanchezza e il caldo, unita alla difficoltà di girare all’interno di quei vicoli, è stata una miscela esplosiva. A ripensarci è stato anche “fico”. Quando vi capiterà di attraversare “irregolarmente” un centro pedonale passando per le scale e lasciando i pedoni basiti? Il GS sembrava un transatlantico. Laura è stata molto brava, si è difesa egregiamente prendendo la giusta iniziativa.

Quando siamo entrati in stanza io ero un blocco di sudore e lei era tesa…come ho detto abbiamo regolato la faccenda con calma, prendendoci i nostri tempi.

Scrivo queste cose perchè so che molti motociclisti vanno incontro a momenti simili. Date a ciascuno il proprio tempo. Questo è il mio modesto consiglio.

Alhambra…forse.

I biglietti per l’Alhambra sono finiti. Stanchi, affaticati e ancora un po’ scossi siamo usciti e abbiamo cercato di raggiungere velocemente le 2 entrate (su 3) visitabili gratuitamente. I giardini, meravigliosi, sono un tripudio di profumi e colori. E l’architettura gode di tutta la cultura araba di cui vi avevo parlato in precedenza per Almeria. Giochi d’acqua, terme, architetture curate in ogni dettaglio. L’Alhambra sembra essere un piccolo paradiso terrestre. Domani ci tocca l’alzataccia perchè alle 6 proveremo a prendere uno dei 500 biglietti giornalieri. Che Dio ce la mandi buona. Voi rimanete sintonizzati!

 

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