Siamo partiti a stomaco pieno da Alicante, salutando il gentilissimo Cristian e facendogli gli auguri per la nascita della figlia (o del figlio) Noah.
Tra foto, abbracci e strette di mano, seguiamo il suo consiglio di allungare circa 15 km per vedere i fenicotteri.
Questione di fenicotteri
La zona si chiama San Pola e sta vicino all’aeroporto di Alicante. Quando ci arriviamo notiamo che ce ne sono pochi. Lui, in realtà, ci aveva avvisato di questo ma Laura ci teneva così tanto che abbiamo provato lo stesso. La sorte però ci ha assistito perchè nel proseguire il nostro viaggio, pochi chilometri dopo, ne abbiamo trovati un piccolo stormo in volo.
Desierto
Abbiamo viaggiato a 28 gradi. Nella tranquillità più totale per circa 3 ore quando, all’improvviso usciamo dall’autostrada e ci ritroviamo in mezzo al niente. Avete presente gli spaghetti western (quelli di Sergio Leone per intenderci…ecco sono stati girati proprio qui ad Almeria). Ebbene, ci ritroviamo in una zona senza alcun tipo di costruzione se non vecchie catapecchie in pietra diroccate. Fermo il GS e cominciamo a fare foto.
Laura non si accorge che tra uno scatto e l’altro, giro l’interruttore generale della moto e così quando vado a premere il tasto di accensione, sbianca vedendo che la moto non si accende più. Inizialmente sgrana gli occhi e poi comincia a balbettare qualcosa. Ho visto letteralmente la paura disegnarsi nei suoi occhi quando, esplodendo in una risata sadica, ho rimesso al centro l’interruttore del motore e ho fatto rombare il GS. Dire che mi ha riempito di parolacce è poco.
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I prossimi video saranno a risoluzione più alta, promesso!
Almeria: cosa ci è piaciuto e cosa no
La città è orribile se paragonata ad una Valencia o ad Alicante. Tuttavia l’alcazaba è degna di nota, abbiate la cura di visitarla immaginando a quanto potesse esser magnifica durante la sua edificazione. Giardini meravigliosi ornati da giochi d’acqua e fontane in ogni strada.
Per il resto la città è veramente brutta: scusate, non uso mezzi termini ma quando siamo andati a visitare la statua del Cristo ci siamo ritrovati quasi in una discarica a cielo aperto. Escrementi, rifiuti, vetri di bottiglia ogni 5 metri. Uno spettacolo indegno per una città che dovrebbe amare quei monumenti che possiede. La zona delle mura è imbrattata da writers e trascuratezza.
Il resto della città non ci ha colpito ma…
dovete assolutamente mangiare qui:
Casa Puga
Calle Jovellanos 7
www.barcasapuga.es
Si tratta di un locale che è in servizio dal 1870 e che ha ricevuto una miriade di attestati di stima. A servire in sala è l’attuale proprietario che vedete al centro della foto.
Lui è ancora lì, con più capelli bianchi, qualche ruga, una cicatrice sull’avambraccio all’altezza del gomito ma per Giove è agguerrito come se avesse aperto ieri. In questo posto potete mangiare cibi tipici di Almeria, cucinati in modo sublime tra cui un polpo con olio e paprica. Delle birre gustose, servite come Cristo comanda (leggasi fredde) e una genuinità di tutto punto. Quando sono andato via, non essendo bravo con lo spagnolo. Ho scritto sul traduttore:
fue todo delicioso! Gracias y felicitaciones!
Il suo sorriso e la sua stretta di mano, con tanto di saluto speciale alla fine, sono stati la ciliegina sulla torta. Casa Puga è una meta irrinunciabile. Non fatevi spaventare dalla folla: il locale permette di mangiare tapas in piedi, o ordinare piatti tipici seduti nel retro. Fidatevi, non ve ne pentirete.
Domani c’è un tragitto di tutto rispetto: Almeria-Granada, passando per i paesini bianchi. Leggerete di più prossimamente.
Vi lascio alle foto. Poche ma buone.