Ed eccoci rientrati in Italia dopo sei ore e mezzo di viaggio, meno traffico rispetto l’andata (ma comunque bello intenso) e una piccola avventura avuta in un locale. Ora vi racconto.
Questa mattina ho lasciato il Campanile Hotel di Cannes intorno alle 10:00. Il cellulare non aveva più l’offerta per l’estero quindi ho sconnesso internet fino alla frontiera che ho raggiunto senza troppi problemi. Mi sono perso un paio di volte ma vi assicuro che ne è valsa la pena. Con il cuore un po’ triste per aver lasciato la campagna della Provenza ed essere rientrato nel jet-set di Nizza e Monaco, decido di scattare qualche ultima foto alla Costa Azzurra (come sempre le trovate in fondo all’articolo). Credetemi: il giudizio è meritato. Acqua blu, spiagge di sassi o scogli, insomma un piccolo paradiso. Le ore passavano, i chilometri anche e la benzina saliva vertiginosamente di costo. Non potete immaginare la fila di italiani nell’ultimo benzinaio in Francia (io avevo il pieno). Ad un certo punto mi rendo conto che il cellulare non mi stava inviando notifiche di alcun tipo e, sbloccandolo, mi sono reso conto che la connessione internet mobile non era tornata. Data l’ora (le 13:40) decisi di fermarmi a mangiare qualcosa e a risolvere il problema. Entrai lentamente dentro Alassio e non appena lessi su un cartello “tavola calda” mi fermai immaginando qualcosa di buono da mangiare. Spensi la turbina del GS e scavallai. Dentro il locale non c’era nessuno, l’ambiente era fresco e dietro il bancone c’era un uomo sulla sessantina, con i lineamenti del viso duri e squadrati ma con un’espressione bonaria. Aveva una parannanza bianca e uno straccio anche quello bianco sulla spalla. La scena era paragonabile a quella di un saloon di un film western. Avevo l’armatura, il foulard, un marsupio a più tasche davanti tipo cinture e un contenitore GIVI legato alla coscia. Praticamente o mi scambiavano per uno di un film wester, o per uno dei reparti speciali dei Carabinieri. Lui mi guarda, mi squadra, mi sorride e fa:
«Cosa le preparo?»
Inizia così un piccolo pranzo strano in cui questa persona mi racconta parte della sua vita. Chiedendomi da dove venissi e dove fossi diretto, mi racconta che lui era stato in Francia molti anni fa. Aveva aperto un locale lì, ad Antibes e ogni mattina faceva contrabbando di alcolici.
«In Francia la licenza per l’alcool costa 30.000 euro l’anno. Almeno, costava. Io mandavo un marocchino a prenderli in Italia e poi me li facevo portare con un furgoncino. La benzina è un’altra cosa invece. Ormai qui ti massacrano, lì era stupendo. Però non puoi avvicinarti a formaggi e mozzarelle varie. A parte la qualità inferiore alle nostre, ma hai visto i prezzi. Quando io avevo quel locale…»
E così mi raccontò altri aneddoti. Aveva avuto una vita piena di emozioni quando era più giovane. Si era innamorato, aveva seguito per amore l’istinto e aveva aperto quel locale. Estati divertenti, clienti folli, le stagioni passavano ma l’amore nel frattempo se n’era andato e lui, inevitabilmente, decise di non riuscire a pagare quel prezzo che la Francia chiedeva per vendere alcolici. Strano come un Paese che vuole competere con l’Italia in produzione di vini, poi decida di applicare sanzioni così forti a chi vende. Ricorda un po’ l’America, solo che l’America è IL Paese delle contraddizioni. Alla fine si è deciso a ritornare in Italia e ha aperto quella piccola tavola calda ad Alassio.
«Vedo tanti viaggiatori andare e venire. Tutti i giorni. Di tutte le nazionalità. Questo ormai è il mio mondo…»
L’aria un po’ malinconica sembrava tornare ai tempi d’oro. Alle feste notturne di cui parlava. Alla Costa Azzurra inseguita e raggiunta per amore e, alla fine, ad una giovinezza fatta di trionfante spavalderia. Lo sguardo si spostò sul locale. Dodici tavolini deserti, qualche sedia fuori posto e una copia del Corriere dello Sport buttato lì spiegazzato.
«Perchè ha mollato?»
«Perchè ad un certo punto mi sono reso conto che no stavo più bene. Qui è molto diverso ma quel mondo non mi apparteneva più.»
Diedi un’ultima sorsata al the freddo, pagai e ringraziai. Lui mi sorrise, sembrò voler dire qualcosa poi fece solo un segno con il capo e, quando ero sulla porta, mi disse.
«Fai buon viaggio, ovunque tu vada.»
Alzai la mano sentendo risuonare quelle parole dentro la testa come se ci fosse una caverna. Era strano, non riuscivo a capire se avesse accettato o meno la sua condizione. La cosa mi incuriosiva oltremodo e ci continuai a pensare così tanto che non solo arrivai a Savona ma rimasi incolonnato così tanto da non rendermene neanche conto. Un motorino era finito a terra in una rotonda. I Carabinieri erano intervenuti e stavano prendendo i rilievi del caso. Quando arrivo davanti al militare la fila è bloccata e mi si accosta un Harleysta. Buoni quelli, non sai mai se ti salutano oppure no. Già da quando sono rientrato in Italia ti saluta uno su dieci. Da che ti saluavano addirittura dall’altra parte della super strada alzandosi in piedi sulla moto, a qui in Italia dove ti salutano pochi e spesso, come dice la mia collega Viviana, hanno un GS anche loro (sarà che la moto costa tanto e quindi alla fine ci tieni a fare pure il saluto). Lui mi sorride e mi fa:
«Oggi c’è traffico. Mannaggia! Sono dieci minuti che sto in fila e vado a passo d’uomo.»
«Io vengo dalla Francia. Sono sei ore che guido e vado a passo d’uomo.»
Ovviamente sbotta a ridere nel momento in cui il militare ci da il via libera per passare. Lo saluto e proseguo. Curva dopo curva ho portato quasi a termine il mio viaggio. Sono arrivato all’Hotel Puntabella dove il signor Fabrizio mi ha chiesto se volevo risparmiare 10 euro dandomi una matrimoniale (che al momento della prenotazione non c’era). Ho accettato di buon grado senza dirgli che tanto questa sera mi vedrà nel suo ristorante per quel famoso piatto di pasta.
Vorrei ringraziare tutti voi per aver seguito questa avventura. Vi raccomando di continuare a seguire il sito e di fare domande se ne aveste. Ringrazio tanto mia zia per il tifo ed il supporto. Grande zia! Domani dovrei essere in grado di inserire un link dove è possibile recuperare il percorso e caricarlo nei navigatori TomTom come da richiesta del buon Alessio.
Grazie e alla prossima avventura! Nel frattempo rimanete sintonizzati!