Da qualche mese sono entrato sempre più nel “loop” delle certificazioni perché, come forse molti di voi sanno, quasi nessuna delle protezioni commerciali generalmente acquistate è effettivamente certificata.
Questa situazione, ovviamente, ha destato la mia curiosità ( per non dire preoccupazione) e così mi sono spinto su un sito sul quale ho letto una cosa interessante:
Sappiamo che le “grandi marche”, o presunte tali, non certificanofacilmente. Quindi non sorprendetevi se non le trovate. L’elenco è in continuo aggiornamento. Non mi sono soffermato ad elencare gli stivali poichè moltissimi modelli sono certificati e quindi sono facilmente reperibili.
Per togliersi ogni dubbio in caso di acquisto basta chiedere se il capo è certificato secondo la norma di riferimento. Diffidate di risposte che aggirano la domanda: quando dicono che avete torto o rispondono in modo vago (o è omologato, o non è omologato: non ci sono vie di mezzo); potrebbero essere in cattiva fede o ignoranti.
Vorrei poi sottolineare, causa capi apparsi sul mercato, che per ottenere la certificazione è necessario passare TUTTI i test previsti dalla normativa. Inoltre, per quanto riguarda le tute/giacche/pantaloni, devono essere presenti protettori EN 1621-1 sulle spalle, sui gomiti, sui fianchi, sulle ginocchia.
L’abbigliamento certificato da noi trattato è quello cat. 2 secondo la direttiva CEE/89/686, ovvero quello destinato a proteggere da rischi non lievi e che diventa certificato solo dopo appositi test effettuati da laboratori indipendenti autorizzati.
Alcune marche vendono abbigliamento da moto cat. 1. Tale abbigliamento in primo luogo è “autocertificato” dalla marca, è destinato a proteggere da rischi lievi (sono cat. 1 i ditali e i quanti da giardinaggio) ed è incompatibile con le norme europee quali la EN 13595.
http://www.motosicurezza.com/?q=abbigliamento-da-moto-certificato
Ovviamente il sito presenta poi un elenco di marche non esattamente “commerciali” o “altamente diffuse”. L’informazione mi sembrava rilevante e quindi ho costruito questo articolo, con la speranza di informare tutti voi su rischi e vantaggi di un abito correttamente protetto. La mia ricerca non si è fermata e sul sito Sicurmoto.it ho trovato altre informazioni sui guanti:
EN 13594 è il codice di omologazione per i guanti protettivi per l’ uso motociclistico. Sono difficilissimi da trovare. Quasi nessun guanto reperibile in vendita pare essere dotato di quest’omologazione, nemmeno quelli all’apparenza sportivi e delle più svariate e famose marche.
La differenza tra un guanto omologato protettore e uno per l’uso generico in motocicletta non è un dettaglio. L’omologazione ne disciplina la resistenza agli impatti (40 N)**, alle abrasioni (2.5 secondi), stabilisce il livello di resistenza alla penetrazione e agli agenti chimici, viene specificato il livello di qualità dei materiali. Inoltre i guanti devono estendersi per più di 5 cm sopra il polso e ne viene testata l’immobilità in caso di caduta (non si devono sfilare).
Un guanto apparentemente sportivo e motociclistico, ma sprovvisto di omologazione normalmente non resiste più di mezzo secondo all’abrasione con l’asfalto, può sfilarsi troppo facilmente annullando l’efficacia delle parti protettive e potrebbe rompersi facilmente a contatto con superfici taglienti.
Maggiori informazioni sulle omologazioni clicca qui.
Per approfondire l’argomento clicca qui.
Presto pubblicheremo una lista di prodotti/produttori/modelli omologati.
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**Per convertire in un’unità di misura più comprensibile, 10 N equivalgono a circa 1 kg, e 1 kN a circa 100 kg
http://www.sicurmoto.it/2010/03/23/en-13594-omologazione-guanti/
Il sito è interessante perché delinea anche le normative degli altri indumenti protettivi (pettorine, protezioni varie, etc…), inoltre offre una pagina nella quale imparare a riconoscere gli abiti omologati e di cui vi riporto il link. Infine mi sono dilettato in una rappresentazione grafica del tutto e spero vi torni utile!