Lasciamo Antonio che ci augura un buon viaggio e una buona vita assieme.
Avete tanto tempo davanti a voi, siate felici.
Gli auguriamo lo stesso e ci dirigiamo verso Alcobaça ignorando che ci avrebbe atteso una bella sorpresa.
Il monastero di Alcobaça
Entriamo e ci rendiamo subito conto della bellezza di questa chiesa, la più del Portogallo.
Al suo interno troviamo le canoniche navate con le tombe di re e regina…anzi no.
Qui la storia si complica:
Lui era il principe ereditario, promesso sposo ad una donna che diventò effettivamente sua moglie. Tuttavia s’innamorò di un’altra donna che sposò segretamente solo dopo la morte della moglie. Il re, non sapendo del decesso della moglie e temendo la famiglia di lei, fece uccidere l’amata. Lei fu seppellita comunque accanto al principe e gli fu scolpita la corona benché non diventò mai parte della famiglia reale.
All’interno di questa chiesa bellissima abbiamo trovato ben due matrimoni che ci hanno impedito di vedere l’abside ma che hanno reso suggestiva la visita.
La restante parte del monastero si apre su un meraviglioso chiostro nel quale la stanza più bella è senza dubbio la cucina che consentiva di cucinare fino a sette buoi contemporaneamente e all’interno della quale arriva l’acqua corrente di un fiumiciattolo.
La visita è caldamente consigliata, e all’uscita ci siamo imbattuti in alcune “tradizioni” spagnole come la macchina dei testimoni.
Questo invece è il cuscino delle fedi, non molto tradizionale ma la sposa era francese e si era venuta a sposare qui in Portogallo.
Baleal
Luogo amato dai surfisti è composto da due parti la parte bassa è composta da una spiaggia molto larga mentre la parte alta è il vero e proprio villaggio di Baleal, un gioiello di casette colorate su una piccola scogliera.
Qui dal 9 al 17 agosto c’è la fiera dell’artigianato. Ci siamo spinti fino alla punta della scogliera e il panorama è mozzafiato. In attesa che Laura mi raggiungesse senza spiaccicarsi per terra ho scattato queste per voi.
Merita una visita anche la piccola Chiesa, quasi l’ultimo avamposto di tutta la scogliera.
Da Baleal ci siamo spostate a Peniche he dista poco più di 5km, in direzione del faro.
Peniche
Non vale la pena visitare Peniche se il tempo non è ventoso. Il punto più remoto è il farò che altro non è che uno spiazzo dal quale si dovrebbero vedere le onde infrangersi sulla costa. Il problema è che in condizioni di bel tempo tutta questa poesia non si genera. La strada, tuttavia, è molto bella.
Costeggerete il mare e con la moto potrete fermarvi quando vorrete con facilità.
Peniche ci ha accolto attraverso una muraglia ben poco spessa su cui svettavano bandiere Portoghesi.
Obidos – Il Santuario
Arriviamo ad Obidos intorno alle 17:30, dopo 45 minuti di viaggio da Peniche. Non siamo stanchi e decidiamo di spendere altre forze per visitare il Santuario do Senhor Jesus da Pedra.
Le foto parlano chiaro, la struttura è sicuramente interessante ma è tenuta malissimo. Dallo spiazzo sterrato sul quale lascerete le sospensioni, fino alla struttura vera e propria tenuta francamente in uno stato pietoso. Per terra abbiamo trovato un pannello di legno che bloccava una finestra.
L’interno invece è bello, sobrio e ben tenuto.
Obidos – La città
Obidos è un piccolo borgo di città medioevale, racchiuso in delle mura con un intenso traffico turistico. Aspettatevi quindi di lasciare la macchina fuori in parcheggi completamente a pagamento e aspettatevi di entrare in una cittadina tanto deliziosa quanto “costruita”.
Prendiamo posto nel nostro appartamento che usa come wireless un codice ISBN che corrisponde ad un libro di Neil Gaiman.
La stanza è bella, accogliente, non troppo grande ma dotata di tutti i comfort e per una notte andrà benissimo.
Quando usciamo la sera ci imbattiamo nell’ennesimo paradosso, alcuni tizi sono vestiti da maratoneti. Hanno delle strane lucette in testa, simili a quelle dei minatori. Essenzialmente quello che è successo è che ci siamo ritrovati all’entrata opposta delle mura, in mezzo a questi corridori a camminare su un cornicione di circa 50 cm a circa 10 metri da terra e senza parapetto. Sono le mura di Obidos, visibili gratuitamente come camminamento, ma solo a chi ha veramente fegato e non soffre di vertigini.
Abbiamo cenato “alla buona” nel vero senso della parola: ci siamo imboscati tra i banchetti dei corridori e abbiamo trovato uno stand che vendeva panini con “carne di porco” (così la chiamano) e abbiamo mangiato e bevuto con 7 euro totali. Laura è stata coraggiosa, si è fatta il giro delle mura e non è semplice, credetemi.
Alla fine ci siamo bevuti una Ginjinha
La Ginjinha chiamata anche semplicemente Ginja è un liquore prodotto in Portogallo tramite l’infusione delle amarene (Prunus cerasus austera, in portoghese ginja) in alcool (aguardente) e aggiungendo zucchero insieme ad altri ingredienti.La Ginjinha è servita in un bicchierino con un pezzo di frutta nel fondo (com elas) o pura senza frutta (sem elas). È un tipico liquore del Portogallo, in particolare di Lisbona, Alcobaça, Óbidos (dove viene servita in coppette edibili di cioccolato) e dell’Algarve. Altre regioni producono ginja con denominazione di origine protetta, per esempio la Ginja Serra da Estrela.
È una bevanda molto buona, non gratta in gola e non è eccessivamente dolce. Servita con il bicchierino di cioccolato è perfetta. Non è fredda, viene servita a temperatura ambiente e vi consiglio di provarla.
La Smart
Di Smart qui non se ne vedono tante e i Portoghesi sono incuriosite di vederne una arrampicarsi per gli eremi montuosi o apparire in sperduti paesini agresti.
Questa vecchietta di 17 anni sta attirando la curiosità di molti!