Riusciamo a svegliarci di buon mattino con un post-sbornia non indifferente e prendiamo il 15 per l’ultima volta. Ciao ciao Lisbona.
Ci ritroviamo in un piccolo bar a fare colazione. Il proprietario è cordiale, due caffè e un dolcetto. Questa città è stata una bella scoperta ma abbiamo deciso di continuare e oggi abbiamo molte sorprese e molte cose da fare tra cui prenotare un albergo, e sì perché Laura, volendo cercare “emozioni forti” ha deciso di prenotare questa sera stessa l’albergo che ci ospiterà.
Questo viaggio si sta rivelando un concentrato di “strane” (se non assurde) ma bellissime coincidenze. Ogni volta che pensavamo di aver perso un’occasione, abbiamo scoperto qualcosa di nuovo. Per lo più cose rare tra l’altro.
La vegetazione sta lentamente cambiando, passiamo tra uliveti e vigneti in direzione di Setubal, Laura vuole caricare la Smart su un traghetto che fa le tratte brevi. In questo caso Setubal-Troia. Con 20 euro abbiamo imbarcato noi e le auto su questo traghetto da cui si possono vedere i delfini. La corsa dura 25 minuti e il biglietto si fa accodandosi alle altre auto al molo. È tutto molto semplice e organizzato.
Il traghetto, in effetti, attraversa una riserva naturale protetta che si può ammirare senza troppi problemi.
Troia è bellissima, con un’odore buonissimo di resina e pino, un posto incantevole.
Riprendiamo il nostro viaggio lungo la costa per visitare il relitto di una nave.
Lungo la strada veniamo felicemente sorpresi dalle cicogne!
Come potete notare gli hanno “organizzato” una base metallica su cui creare il nido.
Ci fermiamo al Cafè do Zuca, un posticino lungo la strada con soli portoghesi all’interno. Ci accoglie una ragazza con un ottimo inglese che ci fa mangiare della carne cucinata in un portico rustico (e forse non troppo igienico) fuori il ristorante. In realtà odore e sapore sono ottimi e quindi ci affidiamo al sorriso della ragazza e alla cucina del posto.
Paghiamo 12 euro totali per mangiare in questa specie di trattoria che ha meno di 3 stelle su Google. Abbiamo mangiato bene.
Oggi ci assiste anche la radio con Radio Amalia che trasmette musica tradizionale e brani di fado.
Da itinerario decidiamo di seguire la strada costiera che ci regala scorci e sorprese uniche.
Avevate mai visto come sono attaccate le piume di struzzo? Ora lo sapete.
Prima di arrivare a Zambujera decidiamo di fermarci a vedere il relitto di un peschereccio.
Scendere non è facile ed è un peccato che in zona ci sia un depuratore poiché la caletta in cui si trova questo relitto è pazzesca. Si scende con un po’ di difficoltà ma l’acqua appare meravigliosa. Lo scarico del depuratore finisce però sul lato destro della caletta e qualche imbecille ha buttato bottiglie di birra dall’alto, ma si sa la gente è composta da idioti.
Torniamo al relitto, fa quasi spavento vedere come il mare ha pazientemente piegato e levigato il metallo che appare come carta stracciata. Inesorabilmente il motore di questa nave sta attendendo di essere costantemente consumato dal sole e dall’acqua.
Poche travi sembrano riuscire ancora a resistere all’inesorabile corrosione. Si assiste alla lenta agonia di quella che una volta appariva essere una fiera imbarcazione. La lasciamo morente sotto il sole, circondata dal rumore del mare e da fiori di varia specie.
Direzione Zambujera, radio Amalia ci fa compagnia. Laura è determinata a scendere in spiaggia nonostante il clima ventoso e decisamente più fresco. Ala fine raggiungiamo la nostra agognata meta con cascata integrata.
Ci sono si è no cinque persone e una delle ragazze è completamente nuda, lo scrivo perché questo mi ha fatto riflettere sul senso di normalità che quel nudo mi ha restituito. Sinceramente ho provato più normale lei che noi in costume, sembrerà strano ma è così. Bellissima sensazione di grande civiltà. Ed eccola la nostra spiaggia.
Poi per la serie incontri improbabili ti ritrovi a parlare con un uomo nudo che costruisce torri di sassi e mi spiega che è un rompicapo naturale che rilassa. Devi trovare l’equilibrio giusto nella vita.
Queste spiagge, come conformazione, ricordano molto le highlands e sono bellissime da fotografare.
Non c’è folla su queste spiagge, sarà che per arrivarci devi fare un bel po’ di strada. A vedere queste rocce mi è più chiara l’inevitabile sorte di quel peschereccio.
Abbiamo atteso il tramonto prima di…scalare la scogliera e risalire. Ebbene sì, non ho fatto foto ma abbiamo fatto questa zingarata.
Fino ad arrivare qui e Laura è stata fenomenale. Decidiamo di cenare 200 metri indietro e prendiamo dell’ottimo pesce fresco con del vino bianco locale. Quando partiamo ci rendiamo conto che il cielo è scurissimo e un tappeto di stelle lo illumina come diamanti. Qui il cielo è patrimonio protetto dall’UNESCO e ora sappiamo perché. Fermiamo la macchina in mezzo al nulla, si sente solo il campanaccio delle mucche. Laura prepara la macchina fotografica e il risultato è sorprendente ma neanche lontanamente simile alla meraviglia catturata dagli occhi.
Ci dirigiamo verso Evora…