Siamo all’ultimo giorno in Portogallo e oggi, come tutti gli altri giorni abbiamo una giornatina leggermente piena.
L’idea è quella di visitare Evora e alcune città limitrofe, inoltre ci sarebbero da vedere le teste di pietra di cui abbiamo sentito parlare. Dobbiamo inoltre prenotare l’albergo di questa notte è cercare di avvicinarci al confine evitando gli incendi della zona.
A malapena questa mattina sono riuscito a farmi la barba, praticamente abbiamo leggermente “fretta” (se non hai fretta in vacanza che vacanza è?) e poi arriva il notizione: non abbiamo più disponibilità di viaggiare con il traghetto.
Al momento in cui sto scrivendo non abbiamo idea di cosa fare, tra l’altro fa molto caldo e la zona è stata soggetta ad incendi. L’idea sarebbe di superare il confine questa sera è avvicinarci a Barcellona per poi prendere il traghetto domani sera. Per il momento puntiamo verso il parco megalitico vicino Evora.
Si ritene che differenza dei Dolmen che avevano funzione funeraria questi sassi abbiano un significato sacro e simbolico legato tra l’altro al movimento del ciclo solare.
Lo spettacolo è suggestivo ma fa così caldo da levare il fiato. Ci chiudiamo in auto e con l’aria condizionata acquistiamo i biglietti. Partiremo domani notte. La tappa ad Evora è fondamentale per stabilire tempi e itinerario.
Ad Evora riusciamo a vedere la cappella delle ossa oltre che il relativo museo e la relativa chiesa. In particolare sul museo delle ossa svetta una scritta che dice
Le nostre ossa sono qui, per le vostre stiamo aspettando.
Si tratta di un monumento dedicato alla riflessione sul tempo, alla caducità della vita. Solo che io in luoghi come questo ho un po’ di difficoltà a far foto, mi sembra irrispettoso. Vi allego alcune tra le poche che ho fatto.
Quando usciamo, stremati dal caldo, capiamo che vogliamo tornare a casa. Questo viaggio ci ha dato tantissimo, attraverso una serie di strane coincidenze che ci hanno accompagnato per tutto l’itinerario. Mentre scrivo Laura guida su un’autostrada semi deserta in direzione Madrid.
Portiamo con noi i ricordi di luoghi e persone speciali. Abbandoneremo l’autostrada solo quando saremo usciti dal Portogallo, domani pomeriggio saremo a Barcellona e la sera avremo il traghetto.
Questo è stato un paese particolare, comprendo meglio quel rimando alla saudage a quella malinconia che accompagna gli occhi degli anziani e i cantori di fado. La malinconia di un tempo andato, e di un Paese per certi versi costretto ad andare avanti.