Non correte…lo so che lo fanno tutti i motociclisti almeno una volta. Fate in modo che non sia l’ultima per voi e per gli altri.
È una questione di “pelle” quella che unisce il motociclista alla sua moto. Davanti al raccordo, completamente vuoto, in quattro. Un rapido sguardo e poi gas. Qualche istante più tardi il contachilometri schizzava oltre i 190. La strada era completamente sgombra (non sono un corsaiolo) e lì l’ho sentito.
Il rumore del vento nel casco è passato in secondo piano, un sibilo sempre più nitido rimbalzava contro il muro in cemento. La turbina girava infuriata, aumentando sempre più la sua potenza. Sembrava che la moto potesse sentire i miei pensieri correre sull’asfalto. Abbassandomi su di lei sentii l’aria smettere di toccarmi ed iniziare a sfiorarmi. Ancora una volta fuso insieme a lei su quel serbatoio mentre quel rumore mi faceva impazzire. Sembrava poter aumentare all’infinito mentre sentivo che qualcosa passava attraverso me e finiva dapprima nella moto e poi sull’asfalto. Era una meccanica perfetta, il rumore di quel propulsore infuriato e, in sottofondo, del vento che aveva difficoltà a rapirmi.
Ci sono giorni in cui vorrei cambiarla. Incarna molto bene i miei sentimenti e spesso sono i migliori, alcune volte però sono i peggiori. La rabbia, il disappunto di una brutta giornata. La disciplina è tutto in moto ma non si può pretendere di averla sempre e in moto basta un piccolo errore. Amo i BMW GS ma questa sensazione, per ora, svanisce ogni volta che la sera monto sulla mia Z e accendo il motore…per ora.