Il meteo è cambiato di nuovo e questa volta a nostro favore quindi decidiamo di saltare in sella e valutare di andare ad Amburgo ma prima ci fermiamo per qualche tappa.
Kassel: il castello di Löwenburg
Dunque avevamo delle perplessità su questo castello. Un po’ perché è in ristrutturazione e un po’ perché è uno dei “finti” castelli medioevali essendo stato costruito, in realtà, nel 1800. Laura ci teneva a vederlo stando in zona ma su Trip Advisor abbiamo letto alcune recensioni poco edificanti. Più che altro pare che le cascate del castello siano visibili solo di sabato. Ne abbiamo discusso e alla fine abbiamo deciso di andare comunque a vedere con i nostri occhi.
Il castello è immerso in un parco naturale molto vasto e molto ben tenuto. Fate il pediluvio con acqua ghiacciata perché vi rimette al mondo e proseguite verso l’HERCULES la parte più alta del parco. Il castello di per sé val poco ma la passeggiata è bellissima. Prendetevi quindi un paio d’ore per una passeggiata immersi nel bosco.
Sinceramente il tempo vale la fatica, ve lo consigliamo anche senza il castello e questo conferma anche molte recensioni lette su Trip Advisor. Le struttura delle cascate è bellissima e molto a effetto, vale la pena guardarle.
La brughiera tedesca
Partiamo verso Amburgo con molta calma e decidiamo (con somma difficoltà da parte mia) di vedere la brughiera tedesca che riporto sulla mappa finale di viaggio. Laura pazientemente sopporta il mio sclero perché sono stanco e mi fa male il collo ma alla fine passando tra paesini tipici e strade peculiari, spunta questa meraviglia.
Passiamo qualche tempo nella brughiera e arriviamo ad Amburgo alle 20:30. Stanchi ma contenti e ora è proprio il caso di fare un punto della situazione.
Voglio scappare
Io voglio tornare nella foresta nera. Siamo passati dal piccolo mondo delle foreste, dove mangi tipico, la gente ti saluta e vuole sapere chi sei. Alla fredda città dove nessuno ti saluta e a malapena sei un numero. Ci siamo sentiti spaesati, mi sono sentito perso. Questo non è il mondo che voglio, non è la realtà di “umanità” a cui ero abituato. Questa mattina due signori tedeschi, durante il pediluvio, ci hanno offerto salviettine, hanno provato a comunicare con noi in ogni modo. La gente che abbiamo incrociato sul nostro cammino ci salutava. Qui è lo sbando più totale…mi sento perso. Si la città sarà bellissima ma io mi sento perso. Mi manca l’Hotel Hirsch nel quale ho ordinato lo Schnitzel. Mi mancano i viaggiatori in bicicletta tedeschi che ci spiavano mentre noi spiavamo loro facendoci le stesse domande. Mi manca Helena che ci ha fatto due panini ottimi nel suo banchetto di würstel e sorrisi. Cristo…ma dove sono finito?
376 km per sentirmi fuori dal mondo fatto di umanità e semplicità. Per carità abbiamo la Wi-Fi ultra-veloce. La diffusione audio in stanza con casse Bluetooth, ma porca miseria se mi alzo domani è dico che ho un problema nessuno mi aiuterebbe come al piccolo albergo vicino Vipiteno o all’Hirsch. Riuscite a capire? È tutto finto o di poco valore se paragonato al resto.
Paolo (TestaPelata) tu mi capisci vero? E quando all’Hirsch mi hanno detto che internet non funzionava bene ho pensato che fosse meglio così. Internet era superfluo in quel posto.
Ti fermavi, giravi la chiave e spegnevi il motore: qui senti un bordello di suoni, lì il vento tra gli alberi. E quando tuona è spaventoso perché a parlare non è Siri che ti dice di coprirti (cosa che tra l’altro neanche fa) ma è la montagna incazzata nera. Allevatori e agricoltori a bersi una birra e alle 22:00 a letto. Dio che paradiso…
Domani daremo una chance ad Amburgo e prometto di essere imparziale, perché è giusto così ma a me mancano quelle montagne fatte di rispetto, di silenzi e per certi versi anche di sorrisi curiosi.
Buona notte a tutti.