Oggi è il 9 agosto ed è il compleanno di Laura. Ci svegliamo più riposati e decidiamo di dedicare l’intera giornata ad Amburgo e anche la mattina di dopodomani. Bene, diamoci da fare!
Prendiamo la metro (6,50 a biglietto giornaliero) ed arriviamo in prossimità della stazione. La chiesa di St. Jacoby (così dice Google) è la prima tappa: nella sua semplicità risulta particolarmente bella grazie all’organo e alla struggente statua raffigurante un ebreo durante la seconda guerra mondiale.
Non c’è chiesa in cui l’organo non suoni, non c’è chissà che non valorizzi questo strumento e questa cultura. Fermatevi qualche momento perché a volte è molto suggestivo.
La visita del Rathaus la facciamo solo all’esterno ma comunque merita come potete notare da soli.
Proseguiamo la gita in città con una lunga passeggiata che ci porta a visitare diversi monumenti. L’architettura di Amburgo non segue uno schema “ordinato” classico e moderno si fondo assieme senza tregua.
La torre di St. Nikolai offre uno scorcio meraviglioso della città e in cima si arriva comodamente con un ascensore e anche se la visita non arriva proprio sulla punta della torre, il panorama è molto gradevole (5,00euro a persona).
Capire la guerra significa alternare la foto qui sopra a quella qui sotto.
Il museo e la guerra
Al terzo giorno di bombardamento quei poveri diavoli uscivano dalle macerie e rimanevano lì anche per un giorno intero. Non piangevano, rimanevano semplicemente in mezzo alle macerie. Amburgo era una città fantasma.
Video documentario
Io ho problemi con la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto. Ho problemi perché come umanità abbiamo fallito a livello planetario, ed io sono umano.
Bome che aprivano gli edifici erano seguite da bombe che incendiavano gli interni. E questo per giorni.
Poi vi imbattete rete nelle copie dei diari nazisti, nei quali tentano di calmare la popolazione facendo dichiarazioni assurde e, accanto a quelle pagine, un video in cui un signore anziano accarezza le mani della moglie ormai morta dopo i bombardamenti. Nulla ha un senso.
Lungo il porto
La camminata lungo il porto ci fa vedere la Cap San Diego, un cargo novecentesco oggi adibito a museo. A dire la verità non molto interessante.
Poco più avanti, invece, il veliero Rickmer Rickmers attira la nostra attenzione. Sta iniziando a piovere e abbiamo esaurito il percorso turistico suggerito dalla nostra guida cartacea.
Ci siamo imbattuti anche nei molti interni, tra i quali abbiamo potuto osservare i mattonati originali dei palazzi.
La chiesa di S. Michele
Ma è questa chiesa particolarmente luminosa e in stile liberty a meravigliarmi. Curve che si aprono a fregi dorati e finestre luminose nonostante il maltempo.
Giudicate voi la bellezza di questo luogo mentre noi proseguiamo nella parte posteriore per andare a vedere ciò che rimane degli ospizi per anziani indigenti. Due piccoli edifici dall’aspetto sobrio. Oggi è un micro-borgo di negozi e ristoranti.
La pioggia rende la passeggiata più difficile ma siamo anche vicino alla casa-museo di Brahms e decidiamo di passarci davanti e studiare un po’ il cortile della parte posteriore. Riprendiamo la metro e torniamo al centro per riposarci un pochino.
Amburgo ci è piaciuta?
Non è una brutta città ed è molto normale: fuori dallo stereotipo di precisione e pulizia assoluta ma con opportunità culturali veramente gradevoli.
Vi raccomando di prendervi una giornata intera per girarla e di usare la metro che, ad un prezzo accettabile vi mette in connessione con tutti i quartieri.
La perturbazione ci ha raggiunto alle 18:00 rendendo impossibile proseguire la gita. Dobbiamo verificare le prossime tappe. Da Amburgo è tutto!