Viaggio senza tempo

Ognuno di noi ha un rifugio ed io, del mio, sono estremamente geloso. Andare nel mio rifugio significa uscire dalla città, iniziare a respirare gli odori della campagna e assorbire uno stile di vita diverso dal mio.

Questa sera ho deciso di andare a cena fuori ma senza fretta. Il tramonto ha segnato una strada per me molto importante: tra faggete e castagni ho lasciato che la mia moto mi portasse lontano. Mentre il sole scendeva verso l’orizzonte ho guidato fino a quando non sono stato stanco e ho guidato…guidato fino a veder sparire le macchine, guidato fino a sentire l’umanità sparita dal mondo, guidato fino a sentire solo il rumore del vento e gli odori delle piante che mi passavano vicino. Ho sentito odore di menta selvatica, rosmarino, ho sentito odore di lavanda mentre mi addentravo tra vallate e località perse nelle campagne.

Ho avuto il tempo per vedere un ristorante in mezzo al nulla di cui mi ero innamorato per l’ottima carne. L’ho visto abbandonato, l’insegnante spezzata in più punti. Il portico completamente crollato sotto l’invidia ed il tempo impietoso. Ho detto addio ad un posto pieno di bei ricordi e sono andato oltre.

Ho attraversato le mie terre, le ho lasciate alle spalle e ho continuato fino ad arrivare in un posto a cui tengo. Solo qui ho girato la chiave e spento il motore, solo qui ho slacciato e levato il casco. Con il volto ancora segnato dalle lacrime per la bellezza dei luoghi che mi si presentavano.

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