Domenica con Cibovagando siamo andati a fare una gita tra Lazio, Toscana e Umbria. Siamo stati a Torre Alfina in un viaggio di oltre 300 chilometri lungo queste meravigliosa regioni, vi racconto come è andata.
Il buongiorno si vede dal mattino…
Alle 9:30 l’appuntamento sarebbe dovuto essere sulla Cassia bis ma Luigi ha pensato bene di uscire prima e “perdersi” nelle strade della giustiniana. Abbiamo iniziato il nostro viaggio dalla località Le Rughe, nota come punto di partenza per molti raduni motociclistici.
Il percorso che abbiamo intrapreso sale sulla cassia bis e supera Viterbo, prosegue verso Acquapendente e arriva a Torre Alfina. Un viaggio piacevole se non fosse che il sottoscritto, per ragioni varie, aveva completamente sbagliato il vestiario crepandosi letteralmente dal freddo, ma che cosa è Torre Alfina?
Situata al margine settentrionale dell’altopiano dell’Alfina, a circa 9 km di distanza dal capoluogo, a 600 m s.l.m., ha una popolazione di 345 abitanti (dati Istat, 2001) ed è classificato come tra i borghi più belli d’Italia. Confina con la Riserva naturale Monte Rufeno e con il bosco monumentale del Sasseto, al quale si accede dai giardini pubblici del borgo […] Le prime notazioni storiche riguardo all’esistenza di una torre d’avvistamento le abbiamo nei Comentarii Historici di Monaldo Monaldeschi della Cervara, che parla di una torre fortificata trasformata in castello durante il regno longobardo di Re Desiderio (VIII secolo). E proprio la famiglia dei Monaldeschi prima, e il suo ramo della Cervara poi, saranno signori del castello e proprietari di molte delle terre intorno, dal 1200 al 1700.
Fonte: Wikipedia
La fortezza che vedete nella foto è veramente una struttura elegante, protetta da una cinta muraria non si presenta in modo cupo ma austero, senza disdegnare la leggerezza di giardini all’italiana finemente tenuti. Passeggiare tra il bosso comune, respirando l’odore pungente della natura mentre si osserva il meraviglioso panorama, è qualcosa di impagabile. La storia recente di questo castello si può riassumere in poche righe.
Il castello e la sua tenuta rimasero proprietà dei Bourbon del Monte fino al 1880 circa quando furono acquistati da un ricco banchiere francese, Edoardo Cahen d’Anvers, che, già conte (titolo ereditato dal padre Giuseppe Mayer, già nobilitato da Vittorio Emanuele II per ringraziarlo di essere stato l’unico banchiere europeo a finanziare il Risorgimento), fu nominato marchese nel 1885 da Umberto I e si fregiò del titolo di Marchese di Torre Alfina, dando il via alla ristrutturazione del palazzo come oggi appare, secondo il progetto affidato all’architetto senese Giuseppe Partini. A Edoardo successe Teofilo Rodolfo Cahen, che continuò l’opera di ristrutturazione. Passato di mano per eredità nel 1959, il castello fu acquistato da Alfredo Baroli, passando poi al discusso Luciano Gaucci. In seguito al fallimento del Perugia il Castello è stato pignorato e messo all’asta. In attesa di un nuovo compratore è stato affittato alla famiglia di ristoratori romana Boscolo.
Fonte: Wikipedia
Un’ulteriore caratteristica di Torre Alfina è la campagna circostante, semplicemente meravigliosa e abbastanza ben tenuta nel senso che le strade sono asfaltate seppur con parecchi dislivelli e brecciolino per terra. Decidiamo di ripartire alla volta di un giro in questa campagna sconfinando leggermente in Toscana ma giusto per pochi secondi perchè il sottoscritto voleva tornare su uno spiazzo erboso e fare delle foto. A quel punto la fame ci fece cambiare rotta e Luigi propose di andare a mangiare a Fabro ma il locale era molto pieno e la cucina chiudeva alle 14:30. Non facendocela abbiamo proseguito verso Orvieto tramite autostrada sconfinando in Umbria.
Orvieto è un amore ma non l’abbiamo praticamente girata: eravamo impegnati a raggiungere il ristorante La Palomba nel quale abbiamo mangiato dell’ottima pasta con il tartufo e un’ottima torta alle noci. Siamo tornati a casa giusto in tempo perchè il cielo si stava annuvolando al punto da far cominciare a cadere qualche goccia. Stata una bella giornata che, grazie a Luigi, mi ha permesso di scoprire un borgo meraviglioso che raccomando a tutti di visitare.