Verso la frontiera, questa è la meta, questo è lo scopo. Dopo oltre due anni nei quali non ho viaggiato, nei quali non ho sentito me stesso uscire dalla comfort zone. È ora…
La moto sta bene. I bagagli sono caricati, il marsupio (mio compagno di viaggio) è stato agganciato. Devo solo premere il tasto di accensione e lasciare questa città. Qualcosa ribolle dentro di me, che sia quello spirito randagio che tanto è rimasto silente? Così è iniziato il viaggio.
La strada dice chi sei
Amici toscani ma come fate? La situazione sulla A1 all’altezza di Scandicci è un disastro e lo è da anni. Il viaggio è andato meglio del previsto, complici i cantieri che hanno mantenuto una velocità ben più bassa della media. Tra i 100 e i 120, mi sono fatto queste sei ore con molta tranquillità e sono arrivato per lo più riposato. Mi mancava tutto questo: il sentire gli odori dell’autostrada regione dopo regione, il fermarsi agli autogrill a parlare con gli altri motociclisti, il formarsi di una carovana di viaggiatori che si accompagna per chilometri senza conoscersi e si disperde nel giro di un’uscita autostradale. Si, tutto questo mi mancava e anche io sono “rimasto”, non mi sono perso nel tempo. Sono ancora in grado di viaggiare, avevo paura di questo.
Udine
Arrivo al mio hotel e lo trovo circondato dalle Alpi, come vi spiego la sensazione di sicurezza che da quella corona di roccia che s’innalza maestosa verso il cielo? La possibilità in inverno di vederle completamente innevate? Che meraviglia, credetemi.
La città di Udine è carina e la sera presenta una vita notturna accesa. La piazza principale si presenta molto bene di giorno e ancor meglio di notte quando viene illuminata con una tenue luce elegante. Quello che vedete nelle foto è il sismografo: il terremoto del 1976 ha lasciato ferite profonde.
Il vestiario e il marsupio
In caso di lunghi viaggi mi piace percorrere i tragitti indossando una maglietta ad alta traspirazione, simile a quella che si indossa durante le ferrate, o in attività sportive. Si tratta di magliette tecniche in grado di mantenere il corpo asciutto attraverso un’elevatissima traspirazione. Sono magliette che si possono acquistare da Decathlon a poche decine di euro ma che fanno la differenza quando la temperatura esterna supera di gran lunga i 30°. Un altro accorgimento riguarda i pantaloni, raramente mi sono trovato comodo con i pantaloni da moto. Generalmente opto per pantaloni tecnici di tipo cargo (con le tasche sulle cosce) e aggiungo le ginocchiera a protezione delle articolazioni inferiori. Questo tipo di indumento si contraddistingue per alcune caratteristiche: la prima è la leggerezza, particolarmente indicato per le stagioni estive.la seconda caratteristica è il fatto di essere composto da tessuto sintetico elastico, il che restituisce un grande comfort ma soprattutto una rapida asciugatura in caso di lavaggio. Il terzo aspetto, assolutamente non trascurabile, è che alcuni modelli possono trasformarsi da pantaloni lunghi a pantaloni corti grazie a delle cerniere lampo poste sulle cosce. Le scarpe sono stivali di marca Alpinestar; l’utilizzo degli stivali è indicato sui lunghi tragitti poiché sono adatti a proteggere piede e caviglia da lussazioni e fratture. Tuttavia dentro le valigie porto con me più paia di scarpe indicate per le gite a piedi all’interno di città o attrazioni turistiche. Gli stivali infatti si dimostrano poco adatti a gestire passeggiate lunghe o itinerari impervi.
Ogni tanto, quando racconto che viaggio con un marsupio, i miei amici si mettono a ridere. Il marsupio sembra essere uno di quegli oggetti da viaggio passati di moda. In realtà io trovo il marsupio particolarmente comodo perché mi permette di avere accesso agli oggetti immediatamente e senza troppa fatica durante la guida. InFrancia avevo adottato un marsupio molto comodo ma senza alcuna protezione per l’acqua, data l’estate piovosa e il meteo incerto ho fatto un cambiamento. Prima di partire ho acquistato un marsupio stagno, meno immediato e sicuramente meno confortevole ma particolarmente indicato a tutte le condizioni meteorologiche. Alcune recensioni su Internet lo hanno descritto come eccessivamente grande e scomodo ma io personalmente l’ho trovato particolarmente utile e sicuro. Soprattutto mi ha tolto il pensiero che gli oggetti al suo interno potessero rovinarsi irrimediabilmente a causa dell’acqua.
Infine ho fatto un ulteriore cambiamento, i guanti estivi li ho scelti in modo che avessero la fibbia di velcro all’altezza delle vene del polso. I guanti precedenti avevano la chiusura all’altezza del taglio della mano. Durante l’incidente invernale si sono aperti e l’attrito mi ha lacerato la pelle. Effettivamente è una scelta inconsueta quella di mettere la fibbia di apertura all’altezza del taglio della mano, sicuramente sarà stato per ragioni estetiche ma certamente non è stata un’idea ottimale.
Dormi bene
Sono in piedi dalle 5. Tra qualche ora verrà a trovarmi un’amica…devo dormire. Ma dormirò bene. Molto bene.