È qualche giorno che, parlando con motociclisti ed automobilisti, si sta affrontando il tema del nuovo codice stradale. Tra chi è a favore delle nuove sanzioni e chi non lo è, sono state fatte riflessioni interessanti e vorrei condividerle.
Il vivere comune
Le regole del Codice della strada sono nate per consentire il regolare transito di tutti gli attori sulle strade: siano essi pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti. Sono un compendio di regole che hanno significati ben precisi, alcune di queste sono di grande rilievo (si pensi all’uso della corsia di emergenza), altre sono di minore rilievo (si pensi al doversi fermare prima della striscia orizzontale in prossimità di un semaforo). Ciò che però deve essere chiaro da subito è che ciascuna regola ha uno scopo e per quanto piccola possa sembrare, può contribuire ad un grande risultato.
Cellulari, frecce, sorpassi a destra
C’è qualcosa di completamente malato nelle persone che guidano tenendo in mano il cellulare. Che no possono poggiarlo nel portaoggetti o che non possono usare degli auricolari. Malattia mentale a parte questo atteggiamento riduce fortemente la libertà di movimento, anche in condizione di cambio automatico. Eppure io stesso ho potuto vedere inversioni di marcia fatte tenendo il cellulare in mano, o manovre assurde eseguite senza l’ausilio della mano destra. Un atteggiamento idiota che, onestamente, non trova alcuna risposta logica: perché la risposta non è sono capace, non ho bisogno dell’altra mano. Tra l’altro questo è un atteggiamento che fa dipendere tutti gli accadimenti dal solo guidatore, quando, in realtà, potrebbe doversi trovare a rispondere ad un evento esterno non causato da lui.

Le frecce: mamma mia quanto sono difficili da applicare. Mezzo centimetro di movimento per innescarle (tra l’altro le frecce si disattivano da sole). Ma per molti piloti provetti mettere le frecce è un optional, una cosa che si può non fare: perché in fondo quelli intorno a loro possono godere di preveggenza, caratteristica ampiamente diffusa nella popolazione. Le frecce sono un indicatore di direzione ma anche un utile condizionamento alla guida: se metti la freccia, io capisco che tipo di manovra vuoi fare e mi permetti di adeguare la guida ed evitare problemi. Ma è chiaro che mettere la freccia, per la maggior parte degli automobilisti, è una gran fatica. Una cosa per la quale è impensabile compiere uno sforzo.
I “colleghi” che sorpassano le auto a destra, a volte anche nei tratti non asfaltati per lo scopo delle acque, sono poi dei geni. Sommate il rischio di caduta, a quello provocato dalla mancanza della freccia e otterrete un rischio frittata-splatter unico. La destra, tra l’altro, è la prima direzione in cui una macchina proverà ad andare in condizioni di difficoltà e quindi, ad esempio, in condizioni di foratura improvvisa. Capire che non si può mettere in croce un automobilista persistendo alla sua destra minacciando un sorpasso, non dovrebbe essere complicato eppure…
La faccenda dell’ambulanza

La verità è che non ce la facciamo. Non ce la vogliamo fare. Vogliamo vivere in un solipsismo: il mondo si deve regolare intorno a noi e quindi lo facesse. Uno guida come vuole, gli altri ci penseranno e quindi tutto è a misura nostra. Una vera idiozia.
Ero in zona EUR a Roma, normalmente rinomata per le strade ampie. Purtroppo, invece, ero in una zona a due corsie con molto traffico e ben poco spazio: minacciava pioggia quel giorno e io volevo tornare a casa. Dietro di noi arriva un’ambulanza ed io ero in prossimità di un incrocio molto grande e molto “brutto”; invaderlo per far passare l’ambulanza sarebbe stato complicato. Mi ero giusto fermato prima della striscia bianca come vuole il Codice e all’arrivo della sirena mi sono reso conto che l’ambulanza non stava passando. Ho avuto circa 2 metri per spostarmi in avanti e permettere alle auto di scorrere e far aprire un varco.
Se mi fossi fermato dopo la striscia bianca, magari come fanno molti sulle strisce pedonali, avrei avuto molto meno spazio e non avrei potuto permettere al traffico di scorrere. Non ci vuole un genio a capire questa cosa: una piccola regola può avere un impatto rilevante.
E quindi le sanzioni
Il punto secondo me è “siamo sicuri di non meritare sanzioni più severe?” perché la realtà è di persone che ricevono multe che non pagano, gente a a cui viene ritirata la patente e che continua a guidare, persone che non mantengono l’auto e s’imbarcano in viaggi ingestibili. Il tempo del rispetto “dell’altro” sulle strade di molte città, sembra decisamente essere passato di moda. Oggi è tutto un “faccio come voglio, voi adeguatevi”.
Lo stile e l’eleganza
La vera bravura di un guidatore, secondo me, è la capacità di avere stile ed eleganza anche durante condizioni di traffico. Niente frenate brusche, accelerate violente, attacchi di clacson. L’idea di salire in un’auto avendo la serenità di compiere un viaggio che, per quanto complicato, sarà fatto nel rispetto della tranquillità, è indice di stile e di eleganza interiore.
Avere atteggiamenti arroganti, strafottenti, con auto o moto rumorose e burine è solo indice di una cosa: essere dei cafoni e di cafoni in giro ce ne sono troppi a partire dagli adolescenti che mettono il reggaeton a tutto volume e girano con il finestrino abbassato: però sono adolescenti, a quell’età sei idiota per richiamo biologico. Mi preoccupa di più quando a farlo è il cinquant’enne con gli occhiali RayBan e il sigaro in bocca, convinto di essere un figo quando in realtà è solo un povero cafone maleducato.
Quindi…
Prima di puntare il dito sul Codice, facciamoci tutti una domanda su quante regole rispettiamo e quante sono rispettate dagli altri. Cerchiamo di capire se la qualità della guida sulle nostre strade è buona (non in base al nostro metro, ma a quello stabilito dal codice). Forse, se siamo arrivati a questo punto, è perché ce lo siamo meritati anche un pochino…
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